Roma. Una sofisticata indagine tecnica è stata condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma.
L’infrastruttura informatica si rivolgeva a utenti di tutta Europa e del mondo (USA, Canada, Australia). E, quindi, come è emerso dall’inchiesta sono stati consumati una serie indeterminata di delitti in concorso con i terzi vendor, quali la vendita di armi da guerra, di sostanze stupefacenti per ingenti quantitativi e di valuta contraffatta, la ricettazione consumata mediante l’offerta in vendita di carte di credito contraffatte, documenti di identità contraffatti, di codici e credenziali relativi a carte di credito o home banking carpiti mediante accesso abusivo a sistemi informatici, tutti delitti aggravati dalla transnazionalità della condotta.
Sempre secondo quanto è emerso dall’inchiesta, la condotta degli amministratori del Black Market agevolava in maniera determinante, la commissione dei reati in concorso con i venditori con la concessione di uno spazio web (vetrina) sul proprio store (negozio) virtuale, unitamente alla gestione dei pagamenti (in criptovalute), al fine di conseguire un profitto per tale attività illegale.
Oltre agli arresti, sono state seguite anche cinque perquisizioni domiciliari a Barletta, Andria , Putignano e Torino.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati numerosi dispositivi tecnologici (personal computer, notebook, memorie digitali e smartphone) sui quali verrà successivamente svolta l’analisi forense, anche per risalire ai vari vendor del Black Market.
Sono stati altresì sottoposti a sequestro un bilancino di precisione e numerose confezioni di presunti medicinali e farmaci illeciti, che saranno sottoposti ad analisi tecnica.
Dal momento dell’esecuzione delle misure cautelari il Berlusconi Market ha interrotto l’operatività.
Dopo le operazioni dell’FBI statunitense e della Polizia olandese nei confronti dei Black Market “Silk Road”, “Alfa Bay” e “Hansa Market”, Berlusconi Market costituisce il quarto esempio al mondo di Black Market del Dark Web reso non più operativo.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno individuato nel mondo del Dark Web gli amministratori del noto Berlusconi Market, una piattaforma di vendita on-line di ogni genere di merce illegale.
L’indagine che si è svolta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia è iniziata a maggio scorso in occasione dell’operazione “Darknet.Drug”.
Era stato possibile identificare a Barletta (BAT) un venditore di sostanze stupefacenti, noto nell’ambiente del Dark Web come g00d00 e di arrestarlo insieme ad un’altra persona trovata in possesso di armi da sparo.
Nel corso dell’operazione erano stati sequestrati anche 2,2 chili di cocaina, ketamina, MDMA che erano pronte per essere commercializzate su Internet, 163 pasticche di ecstasy già preparate e 78 francobolli impregnati di LSD.
Inoltre, era stato sottoposto a sequestro un locale commerciale, sempre sito a Barletta, nel quale la Finanza ha scoperto che veniva esercitata l’attività di exchange di Bitcoin, la moneta virtuale molto diffusa nel mondo dell’illegalità connessa ai traffici illeciti nel Dark Web.
I personal computer, notebook e smartphone sequestrati nel corso dell’operazione sono stati esaminati secondo le migliori tecniche di analisi forense per risalire agli amministratori del Black Market denominato Berlusconi Market, un luogo virtuale di vendita di merce illegale con guadagni di migliaia di euro mensili.
Come noto, i Black Market del Dark Web sono risorse informatiche accessibili solo utilizzando browser che consentono di navigare in rete in completo anonimato (browser TOR con dominio.onion).
Le risorse del Dark Web non vengono indicizzate dai comuni motori di ricerca e non sono registrate presso i pubblici registri dei domini in quanto finalizzate a garantire l’anonimato degli utenti che vi navigano.
Per ottenere questo risultato la connessione viene fatta “rimbalzare” tra più server, ubicati in Stati diversi, chiamati nodi, in modo da rendere pressoché impossibile rintracciare la sua reale origine. Inoltre, i dati scambiati vengono criptati tra un nodo e l’altro. L’accesso non è libero ma ristretto agli utenti accreditati.
Grazie alla perizia e all’intuito degli investigatori nel corso dell’analisi forense dei dispositivi sequestrati agli arrestati, è emerso che i due erano coinvolti anche nella gestione del Black Market del Dark Web denominato Berlusconi Market.
Berlusconi Market si presenta come un vero e proprio mercato on-line in cui i numerosi venditori (vendor) pubblicizzano e propongono in vendita merci e servizi illegali.
Viene gestito da due “nickname” di cui uno – VladimirPutin -con il ruolo di amministratore e l’altro – EmmanuelMacron come moderatore.
A partire dal gennaio scorso, Berlusconi Market ha rappresentato il più importante mercato del Dark Web, sia per quantità di oggetti in vendita, sia per il volume degli scambi con oltre 100 mila annunci di prodotti illegali.
Funziona con le stesse modalità di un normale sito di e-commerce, con la differenza che gestisce e promuove la vendita di prodotti di natura illecita, sfruttando l’anonimato del protocollo Tor, caratteristico del Dark Web.
La creazione di un account su tale portale è impostata su username e password, in totale anonimato. Considerando la peculiarità della merce posta in vendita, l’utilizzo del Market rende estremamente pericolosa la risorsa in questione, poiché si rivolge ad una vasta platea di acquirenti e venditori, essendo accessibile da soggetti di tutto il mondo.
Nell’ambito dell’analisi forense sono emerse le conversazioni scambiate tramite applicazioni di messaggistica istantanea con un terzo soggetto, il quale riusciva ad esercitare una sorta di controllo sui proventi legati alla piattaforma di vendita Berlusconi Market in qualità di amministratore del market stesso. L’abilità degli investigatori ha consentito quindi di identificare il terzo soggetto, ugualmente residente in Puglia.
Dal complesso degli approfondimenti tecnici esperiti è emerso che i tre arrestati hanno costituito tra loro una associazione a delinquere per l’amministrazione della piattaforma Berlusconi Market, poiché hanno sostenuto le spese relative al suo funzionamento, hanno preso le decisioni relative alla gestione, erano in possesso delle credenziali di amministratore, hanno suddiviso tra loro i proventi illeciti maturati per circa 41 bitcoin, pari a circa 400 mila euro a fronte di un volume complessivo di transazioni annue pari a circa 2 milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA