Di Massimo Giardinieri
Foggia. È imponente l’operazione che dalle prime ore di stamani sta vedendo impegnati 150 finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) di Roma, del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Bari (GICO) e del Gruppo Pronto Impiego di Bari, i quali – con il supporto aereo di un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Bari – stanno dando esecuzione a 17 ordinanze di custodia cautelare (delle quali 15 in carcere e 2 ai domiciliari) disposte dal GIP del Tribunale di Foggia nei confronti di soggetti, tra cui figurano anche diversi pregiudicati, che conducendo le loro attività criminose tra San Nicandro Garganico (FG) ed altri comuni della zona nord garganica sono accusati di aver organizzato un fiorente spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che a dover rispondere di altre violazioni in materia di armi.

Attività di intercettazione telefonica della Guardia di Finanza
L’odierno provvedimento del Tribunale giunge all’esito di serrate indagini – brillantemente coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica foggiana – portate avanti dai citati Reparti territoriali e specialistici della Guardia di Finanza, e che scaturiscono dal sequestro avvenuto ad agosto 2020 di una grossa piantagione di marijuana sita a San Marco in Lamis (FG).
Partendo proprio da quell’episodio, i militari delle fiamme gialle hanno così iniziato a mettere sotto osservazione nonché a ricostruire un’intera filiera di spaccio della droga, che avveniva a San Nicandro Garganico e zone limitrofe, monitorandone le attività di rifornimento fino alla cessione al dettaglio.
Proprio in concomitanza con la scoperta di quella maxi-piantagione, gli uomini della GDF foggiana arrestarono in flagranza di reato un pregiudicato trovato in possesso d’una pistola con matricola abrasa, oltre che a denunciare a piede libero altri tre soggetti che avevano collaborato nella piantagione clandestina all’interno della quale i militari peraltro rinvenirono oltre 5.000 piante.
Sin dalle prime battute dell’indagine emergeva come i soggetti denunciati in quell’occasione fossero altresì i gestori di due circoli ricreativi, nei quali gli investigatori avevano notato un continuo ed abbastanza sospetto andirivieni di persone, soprattutto di giovani che però si intrattenevano nei locali soltanto per pochi minuti.

Posto di blocco stradale della Guardia di Finanza
Quegli stessi circoli oltretutto si presentavano con perimetri esterni eccessivamente “sorvegliati” da sofisticati sistemi di videoripresa, nonché con ingressi dotati di doppie porte blindate e robuste grate alle finestre, per questo i finanzieri decidevano di approntare alcuni servizi di controllo del territorio al fine di riscontrare se i “temporanei” frequentatori dei locali in questione in realtà vi accedessero il tempo strettamente necessario ad acquistare droghe (marijuana, hashish e soprattutto cocaina), che infatti gli venivano rinvenute addosso durante i conseguenti controlli.
Sulla base delle prime evidenze investigative raccolte dai finanzieri, la Procura di Foggia decideva dunque di disporre specifiche indagini che, proprio per le suddette accortezze “antipolizia” messe in atto dei gestori, hanno richiesto specifiche apparecchiature tecniche idonee alle intercettazioni ambientali, veicolari, telefoniche e telematiche, oltre che di geolocalizzazione.
Le immagini registrate delle telecamere e le conversazioni intercettate nei circoli privati, hanno infatti permesso di appurare come i “circoli ricreativi” in questione in realtà fossero dei veri e propri supermarket della droga, all’interno del quale gli avventori potevano acquistare – anche a notte fonda – diversi tipi di stupefacenti.

Controlli della Guardia di Finanza
Le stesse indagini hanno altresì permesso accertare come nei momenti di maggior presenza in zona delle Forze di Polizia (soprattutto durante il periodo di limitazioni alla circolazione imposta dall’emergenza pandemica da Covid-19), gli indagati avessero comunque provveduto a spostare le loro attività di spaccio presso locali meno in vista o addirittura presso le loro dimore.
Le attività investigative appena concluse hanno infatti permesso agli investigatori di raccogliere prove circostanziate ed in gran quantità, documentate da oltre 2.500 cessioni di droga peraltro fornite anche a minorenni ed in luoghi pubblici in cui erano presenti bambini, il che rende bene l’idea di quale fosse l’assoluta mancanza di scrupoli dimostrata dagli indagati.
Da rilevare altresì come nel corso delle suddette indagini sia stato possibile scoprire e sequestrare altre due piantagioni di marijuana impiantate in località Schiapparo di Lesina (FG), anche queste curate da pluripregiudicati del posto, dalle quali potevano essere ricavate oltre un milione e 300mila dosi per un guadagno stimabile in circa 6,8 milioni di euro.

Attività di Polizia Giudiziaria su strada
Un ulteriore riscontro alle indagini è stato inoltre fornito dall’arresto di uno dei responsabili, un commerciante incensurato considerato dagli inquirenti il magazziniere del gruppo, trovato in possesso di sofisticate strumentazioni tecniche per la ricerca e la bonifica degli ambienti da eventuali “spie” come micro-telecamere e micro-microfoni, nonché di jammer utilizzati per disturbare le comunicazioni delle Forze di Polizia.
A margine dell’intera vicenda va segnalata anche la parallela posizione di alcuni arrestati, i quali avrebbero indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza con conseguente deferimento all’INPS per il recupero di quanto sottratto al bilancio dello Stato.
Si precisa comunque che le persone arrestate, nonché tutti gli altri indagati sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, allo stato attuale delle indagini non possono comunque essere considerate colpevoli sino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.
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