Di Massimo Giardinieri
Trieste. È davvero pesante il colpo che i finanzieri del Comando Provinciale di Trieste – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) hanno assestato al più importante “cartello” dei narcos colombiani, con un’operazione che – dalle prime ore di stamani – vede l’esecuzione di 38 arresti avvenuti tra Italia, Slovenia, Croazia, Bulgaria, Olanda e Colombia, disposti questi nei confronti di altrettanti soggetti accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Stemma della Polizia Nazionale Colombiana
L’importantissima operazione internazionale antidroga, che in Italia ha visto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) triestina, è il frutto di serrate attività investigative condotte a tutto campo ed avviate oltre un anno fa con la cooperazione delle Autorità giudiziarie, nonché della Polizia Colombiana, unitamente alla “United States Department of Homeland Security” (il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti), grazie alle quali è stato possibile ricostruire la fitta rete di rapporti d’affari intercorrenti tra i produttori di cocaina sudamericani ed i gruppi delinquenziali loro “clienti” posizionati sul territorio nazionale (ma anche europeo), peraltro facenti capo a noti sodalizi di criminalità organizzata attivi tra il Veneto, la Lombardia, il Lazio e la Calabria.
Da rilevare come nella rete degli investigatori siano peraltro finiti numerosi addetti della “filiera di distribuzione” della coca (anch’essi arrestati) nella quale, oltre a broker e grossisti d’una certa importanza, compaiono anche i necessari corrieri addetti al trasporto della “roba”.

Sigillo del U.S. Department of Homeland Security
Per scoprire tutti i vari aspetti di un traffico di tali proporzioni, oltre alle classiche tecniche d’indagine, si è dovuti ricorrere anche ad agenti “sotto-copertura” che sono riusciti ad infiltrarsi nell’organizzazione simulando l’aspetto logistico dei traffici.
La raccolta delle inconfutabili prove messe a disposizione degli inquirenti è stata, infatti, resa possibile dall’effettuazione di ben 19 “consegne controllate” – avvenute consecutivamente da maggio 2021 e maggio 2022 – che hanno permesso di dare un’identità ai mediatori di tale traffico; un business che si dipanava su scala mondiale avvalendosi di un ampissimo numero di vettori operanti in Italia come all’estero.
Nel corso delle indagini, inframmezzate da più sequestri tutti d’una certa entità, sono 4.300 i chilogrammi di cocaina complessivamente sottoposti a sequestro e che gli stessi investigatori stimano sia stata pagata circa 96.000.000 di euro dai gruppi criminali acquirenti.

Guardia di Finanza durante l’arresto dei ricercati
Un valore che sul mercato italiano, a titolo di confronto, ne avrebbe più che duplicato il valore finale consentendo guadagni di almeno 240.000.000 di euro.
Nel corso dell’operazione, oltre a diversi veicoli tra cui un TIR ed un SUV del valore complessivo superiore ai 100.000 euro, sono stati altresì sottoposti a sequestro anche un milione e 850.000 euro in contanti.
Si tratta dunque di risorse finanziarie e patrimoniali senz’altro ingenti sottratte alle disponibilità di agguerrite organizzazioni criminali che, proprio con la droga, realizzano la maggior parte dei loro introiti.
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