Guardia di Finanza: operazione “Money back” a Catania, scoperta una truffa ai danni della Regione Lazio. Attivati i canali di collaborazione internazionale per il recupero delle somme detenute all’estero

Di Marco Lainati

Catania. Associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio, sono questi i reati che la Guardia di Finanza di Catania ha scoperto in capo a 15 indagati (4 dei quali arrestati) al termine dell’operazione denominata “Money back”, che ha altresì visto l’esecuzione di perquisizioni che le fiamme gialle hanno compiuto in società e fondazioni con sede in tre regioni italiane.

L’attività in parola, scaturita nell’ambito di inchiesta diretta dalla Procura della Repubblica etnea e che interessa anche Svizzera, Germania, Regno Unito e Malta, assume una certa rilevanza poiché ha consentito di rivelare l’esistenza di ben cinque truffe perpetrate in danno della Regione Lazio ad opera di società operanti nel settore dei servizi per il turismo riconducibili ai soggetti indagati.

GDF – stemma Comando Regionale Sicilia

L’operazione “Money back, più nel dettaglio, si è accentrata sulle citate linee di finanziamento concesse a tasso agevolato (importo complessivo 250.000 euro), erogate grazie al “Fondo Rotativo per il piccolo credito” istituito proprio per sostenere economicamente le piccole e medie imprese laziali.

In base a quanto emerso dalle indagini condotte dalla GDF catanese, per ottenere i suddetti finanziamenti i promotori hanno però presentato falsi bilanci alla Camera di Commercio di Catania nonché dichiarazioni dei redditi fraudolente nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2018, avvalendosi al riguardo delle “consulenze” offerte loro da un commercialista di Catania nonché da un suo collega di Frosinone entrambi finiti nell’inchiesta.

A corollario della vicenda gli investigatori hanno altresì accertato una parallela truffa realizzata in danno di privati che gli stessi promotori dell’associazione – dopo essersi presentati come referenti d’una inesistente fondazione della Città del Vaticano – hanno messo a segno offrendo ai truffati la possibilità di ottenere finanziamenti a fondo perduto, ovviamente in cambio d’un sostanzioso “contributo” dovuto a non meglio precisate spese amministrative che gli inquirenti quantificano in circa 260mila euro.

GDF – attività d’ufficio

Tutto questo denaro, sempre stando a quanto emerso durante l’operazione, era poi utilizzato dai responsabili per operazioni finanziarie illecite di riciclaggio e autoriciclaggio che venivano però abilmente camuffate ai controlli ed alle segnalazioni per operazioni sospette frazionandone gli importi su diversi conti correnti societari, prima di trasferire i soldi alla volta di altri depositi detenuti in territorio estero presso istituti di credito tedeschi e maltesi.

Al termine delle operazioni, il GIP del Tribunale ha altresì disposto il sequestro preventivo delle quote di 16 società e fondazioni varie site a Catania, Roma, Milano e Agrigento, oltre al sequestro a carico degli indagati di somme presenti su conti correnti bancari per complessivi 500.000 euro.

Per la presenza dei citati rapporti finanziari in territorio estero, è stato inoltre attivato – per il tramite del Comando Generale del Corpo – l’Ufficio Europeo “Asset Recovery Office” (ARO), ciò al fine di dare completa esecuzione al provvedimento di sequestro raggiungendo così anche le disponibilità finanziarie e patrimoniali che i responsabili della truffa detengono tra Germania, Malta, Regno Unito e Svizzera.

 

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