Guardia di Finanza: operazione “Slot Machine”, sgominati a Catania due gruppi criminali attivi nel traffico di sostanze stupefacenti. Eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere

Di Armando Modesto

CATANIA. Dalle prime ore di questa mattina oltre 140 militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo, nelle provincie di Catania, Palermo, Trapani e Siracusa, 21 misure cautelari personali e reali emesse dal GIP del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica etnea – Direzione Distrettuale Antimafia.

Autopattuglia della Guardia di Finanza di Catania

L’attività vede coinvolti, oltre ai Comandi Provinciali di Catania, Palermo, Trapani e Siracusa, gli specialisti del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO), la Sezione Aerea del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, militari del comparto Anti Terrorismo Pronto Impiego e unità cinofile antidroga e anti valuta.

I 21 soggetti destinatari delle misure sono indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti (aggravato dall’aver agito con metodo mafioso), detenzione e commercio di stupefacenti, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di munizioni.

L’odierna operazione, denominata “Slot Machine” deriva da precedente indagine (“La Vallette”) che aveva riguardato un gruppo criminale composto da italiani e stranieri dedito al traffico di sostanze stupefacenti ed operante tra la Sicilia, la Calabria e Malta.

Le investigazioni in parola, che hanno richiesto circa due anni di lavoro, hanno consentito di ricostruire l’operatività sul territorio catanese di un gruppo diretto da quattro fratelli i quali, nel periodo di tempo compreso tra l’estate del 2018 e quella del 2020, avrebbero gestito un rilevante traffico di diverse sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish) fungendo da “grossisti” per ulteriori soggetti che si occupavano dell’approvvigionamento delle droghe per le locali piazze di spaccio.

Alcune delle attività di intercettazione telefonica svolte durante le indagini

Per gli inquirenti, il sodalizio criminale in questione sarebbe stato contiguo al pericoloso clan mafioso dei “Cappello-Bonaccorsi”, grazie al quale e per effetto di un rapporto di parentela con un noto esponente del clan medesimo, avrebbero sviluppato il loro business nel traffico di droga mettendosi al riparo da controversie, ritardati pagamenti ed ostacoli vari.

Dalle indagini è altresì emerso come i principali indagati si sarebbero assicurati stabili forniture di stupefacenti in gran quantità avvalendosi di due canali, il primo con base in Toscana e facente capo a due soggetti (un italiano e un albanese) mentre il secondo attivo nel capoluogo etneo, riconducibile a due italiani.

Per il trasporto e la custodia della merce acquistata venivano incaricati altri soggetti che avrebbero gestito diversi siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e Villaggio di Ippocampo di mare.

Nel corso delle investigazioni, che i militari della Guardia di Finanza hanno condotto con sofisticate apparecchiature tecniche oltre che con i servizi di osservazione e pedinamento, sarebbe stata inoltre appurata l’esistenza di un secondo gruppo dedito al traffico organizzato di stupefacenti (risultato indipendente rispetto a quello inizialmente scoperto dagli investigatori) che avrebbe addirittura impiantato una maxi piantagione di cannabis estesa per circa 1.500 mq tra i terreni di Militello in Val di Catania e Grammichele, peraltro occupandosi della coltivazione, delle successive fasi di lavorazione oltre che della vendita dei notevoli volumi di marijuana prodotta.

Tale gruppo sarebbe stato composto da un soggetto avente il ruolo di organizzatore, da due suoi stretti collaboratori e da un albanese addetto alla manutenzione e alla vigilanza della piantagione.

Le evidenze investigative acquisite durante le indagini venivano peraltro integrate dagli arresti, avvenuti in flagranza di reato, di 7 soggetti accusati di detenzione e commercio di sostanze stupefacenti e da sequestri di 34 kg di cocaina, 400 kg di marijuana, 1 kg di hashish, 11.000 piante di cannabis e diverse decine di proiettili.

I proventi dei traffici illeciti sarebbero poi stati ripuliti in attività commerciali lecite, con mirati investimenti in una società a responsabilità limitata e in una ditta individuale entrambe attive nella compravendita e noleggio di autovetture. Al fine di eludere le possibili misure di prevenzione patrimoniali, la titolarità di un bar a Catania era stata affidata un prestanome.

Alla luce del dettagliato quadro indiziario il GIP del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Procura della Repubblica ha infine disposto il sequestro finalizzato alla successiva confisca di 11 attività economiche, 13 immobili e 50 rapporti finanziari/depositi.

Resta in ogni caso inteso che la colpevolezza degli indagati, per i quali è al momento garantita la presunzione d’innocenza, non potrà essere dichiarata fin quando nei loro confronti non sarà stata emessa una sentenza irrevocabile di condanna.

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