Di Marco Lainati
Oristano. Avevano sfruttato un elevato numero di lavoratori per quasi tre anni, ma quando probabilmente contavano già di averla fatta franca è sopraggiunta un’indagine della Guardia di Finanza di Oristano che ha finalmente scoperchiato una situazione costituita da assoggettamenti e retribuzioni assolutamente inferiori rispetto alle prestazioni fornite, in altre parole il classico caso di “caporalato”.
Finisce dunque male (nello specifico con un sequestro patrimoniale da 2.400.000 euro) il “sistema” messo in atto da cinque aziende agricole, tutte operanti nella suddetta provincia sarda, che per le proprie attività imprenditoriali reclutavano lavoratori in condizioni di contingenza e soggezione, preferibilmente extracomunitari che senza troppi problemi erano disposti ad accettare condizioni vessatorie per poter poi ottenere il rilascio, oppure il rinnovo, del permesso di soggiorno in Italia.
Per far emergere le responsabilità di chi aveva condotto ed approfittato di tale situazione i finanzieri hanno esaminato più di 6.000 buste-paga che hanno poi portato alla denuncia di quattro persone fisiche, accusate del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro commessi in danno di centinaia di lavoratori, oltre ad una segnalazione ai fini dell’accertamento sulla responsabilità degli enti come stabilito dal D.Lgs. 231/2001.
Nella lunga e complessa disamina compiuta sulla copiosa documentazione amministrativa rivenuta dai militari delle fiamme gialle, molto proficua si è rivelata la sinergia con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Oristano, oltre che il perfetto coordinamento fornito alle indagini dalla locale Procura della Repubblica; risultanze investigative chiare e circostanziate che sono state pienamente accolte dal GIP del Tribunale che ha conseguentemente disposto il pesante sequestro patrimoniale di cui sopra (pari all’indebito volume di profitto ottenuto dal reato), nonché il controllo di una cooperativa e di un’azienda agricola, con il fine di garantire la prosecuzione dell’attività imprenditoriale ed i livelli di occupazione del personale, che sarà ovviamente curato da un amministratore giudiziario appositamente nominato.
I citati provvedimenti di sequestro sono tutt’ora in corso di esecuzione e vedono impegnati 15 militari della GDF oristanese.
Il fenomeno del “caporalato”, ancorché superficialmente considerato endemico in diverse zone del Paese, rappresenta dal punto di vista sociale una delle più inaccettabili forme di sfruttamento dei lavoratori proprio perché colpisce persone in condizioni di indigenza e che hanno necessità di lavorare per soddisfare i propri bisogni essenziali, mentre da quello economico costituisce una forma di autentica concorrenza sleale che abbatte significativamente, ma illecitamente, i costi di prodizione danneggiando in tal modo tutto il settore agricolo e realtà produttive che operano al suo interno nel pieno rispetto delle regole.
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