Guardia di Finanza: Pescara, sequestrate oltre 6 tonnellate di agrumi prive di indicazioni sulla provenienza. L’impegno del Corpo e del MIPAAF per la tutela della produzione agroalimentare italiana

Di Massimo Giardinieri

Pescara.  Sono oltre 6 le tonnellate di agrumi privi di indicazioni sulla loro zona di provenienza, che i finanzieri del Comando Provinciale di Pescara hanno sequestrato durante l’operazione “No-Fake” condotta a tutela della produzione agroalimentare italiana nonché dei consumatori.

I militari delle fiamme gialle, operando nell’ambito d’un piano di controlli anti-contraffazione oltre che rivolti alla sicurezza dei prodotti destinati al consumo alimentare, avviato questo in collaborazione con l’ICQRF locale (l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi), hanno infatti notato come sul mercato ortofrutticolo pescarese fossero presenti in gran quantità arance e clementine sulle cui etichette non si leggeva però né il Paese d’origine, né il luogo di provenienza (dunque nessun elemento di tracciabilità), che però venivano spacciate come le migliori disponibili anche se la circostanza comporterà ora per i responsabili l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie sino a 64.000 euro.

Sia pur nel pieno rispetto delle politiche agroalimentari europee, giova però ricordare come la tutela del “Made in Italy” in tutte le sue forme sia uno degli obiettivi strategici prefissati dal Corpo, anche perché molte delle insidie che minano alla base gli interessi dell’economia italiana si annidano proprio nelle continue manipolazioni che si registrano in tale settore e dove – dopo l’emergenza pandemica e la grave crisi economica che ne è susseguita – i business illegali sono aumentati esponenzialmente.

Gli agrumi sequestrati

Proprio per far fronte a questi fenomeni fortemente distorsivi, capaci di mettere in ginocchio interi settori produttivi e con ripercussioni molto gravi anche per la stessa occupazione, a luglio 2020 fu infatti siglato un accordo tra il Comando Generale della Guardia di Finanza e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

E’ stato dunque sulla scia di tale accordo che si è mossa la GDF pescarese tenuto conto che – nel solo 2020 – lo stesso Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi (ICQRF) del competente Ministero ha registrato 159 notizie di reato e 4.119 contestazioni amministrative, per un totale di 22 milioni di kg di merci sequestrate aventi un un valore commerciale che supera i 21 milioni di euro.

A tutto ciò si vanno inoltre ad aggiungersi le numerose infiltrazioni rappresentate da investimenti di patrimoni illeciti realizzati all’interno delle filiere agroalimentari, e che per la criminalità organizzata sono dunque possibilità di guadagno davvero appetibili se solo si tiene conto di come l’Italia produca beni di prima necessità a cui nessun mercato estero può rinunciare, e che i suoi suoi 500 miliardi pesa in maniera determinante sulla catena dell’export oltre che nella formazione del Prodotto Interno Lordo (meglio conosciuto come PIL).

Ecco dunque come senza una continua azione di vigilanza come quelle operate dalla Guardia di Finanza ma anche dai Carabinieri per mezzo del loro Nuclei Antisofisticazione e Sanità (NAS), oltre ad un’alterazione dei rapporti di mercato tra produttori, grossisti e dettaglianti, a farne particolarmente le spese sono proprio i consumatori sulle cui tavole finirebbero sempre più spesso alimenti e bevande contraffatti, oltre che di scarsa qualità e dalle garanzie sanitarie fortemente dubbie.

Anche per il contrasto a tali illeciti è come sempre molto utile ottenere la collaborazione dei cittadini, i quali possono segnalare la presenza di eventuali irregolarità contattando il numero telefonico di pubblica utilità del Corpo “117”, attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.

 

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