Di Antonio Leone
Reggio Calabria. L’accusa è quella di aver favorito cartelli imprenditoriali vicini ad ambienti mafiosi che avrebbero messo le mani su importanti appalti pubblici, come quelli connessi ai lavori di manutenzione e ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e che oggi ha portato all’esecuzione di un sequestro di beni mobili e immobili per un valore di 700 mila euro.

La GDF reggina sequestra beni mobili e immobili per un valore di 700 mila euro
Sono queste le risultanze di una nuova attività investigativa che i Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno condotto sotto la direzione della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un ex ingegnere dell’ANAS accusato di essere colluso con imprenditori contigui alle potenti famiglie della ‘ndrangheta calabrese.
L’attività in parola rappresenta l’appendice delle due pregresse operazioni antimafia “Cumbertazione” e “Waterfront”, che la Guardia di Finanza di Reggio Calabria aveva portato a termine in collaborazione con i colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO), a seguito delle quali erano tra l’altro emersi numerosi episodi criminosi commessi contro la Pubblica Amministrazione per favorire gli interessi economici della criminalità organizzata, i quali si erano protratti senza interruzioni sin dal 2012.
All’epoca dei fatti l’indagato in questione era ingegnere funzionario dell’ANAS, direttore dei lavori nonché responsabile unico di progetto di lavori sul più importante tratto autostradale del Sud Italia, ma per gli inquirenti la sua figura rappresentava altresì un gancio di non secondaria importanza dell’infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti pubblici, il che si traduceva in ripetute condotte corruttive a seguito delle quali l’indagato aveva ottenuto ingenti profitti nonché “benefit” illeciti di vario genere.
Sulla scorta di più che sufficienti elementi probatori, i militari della GDF reggina, unitamente ai colleghi dello SCICO di Roma, avevano così avviato alcune mirate indagini patrimoniali sul conto del professionista e dei suoi familiari, grazie alle quali sono riusciti a dimostrare la netta sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale dell’indagato.
Il dettagliato rapporto prodotto dalle Fiamme Gialle e le conseguenti ipotesi investigative formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono così giunti sui tavoli della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha dunque disposto nei confronti del funzionario infedele un sequestro patrimoniale da 700 mila euro costituito da due terreni, due fabbricati, un autoveicolo, tre orologi di particolare pregio oltre che diversi rapporti finanziari.
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