Guardia di Finanza: Roma, operazione “il Gatto e la Volpe”, scoperta una finta associazione no-profit che proponeva investimenti in criptovalute. Eseguite 5 misure cautelari personali e sequestrati beni per un mln. di euro

Di Dario Gravina

Roma. La proposta di far fruttare e non poco i propri soldi era allettante quanto innovativa nei suoi obiettivi, e si sostanziava in investimenti da realizzarsi nel settore delle criptovalute come anche in quello del più “affidabile” mercato dell’oro, ma quel che c’era dietro era la tipica associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, al trasferimento fraudolento di valori ed al riciclaggio di denaro.

Sono stati i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria (NSPV) di Roma a scoprire un giro che, dietro lo schermo di una finta associazione no-profit, aveva attratto oltre 2.200 malcapitati risparmiatori i quali, proprio nelle casse di un’associazione che un profitto invece lo conseguiva eccome, hanno versato quasi 6 milioni e 400mila euro.

A far emergere la vicenda – che ha visto l’esecuzione di 5 misure cautelari personali oltre ad un sequestro preventivo di beni per 1.000.000 di euro – sono state infatti alcune segnalazioni per operazioni sospette, nel caso specifico riguardanti ripetute e sostanziose “donazioni” ma che hanno dato poi il via a tutti gli accertamenti del caso.

L’escamotage messo in atto dai responsabili dell’illecita attività – avente base operativa a Napoli ma con ramificazioni in tutta Italia – prevedeva infatti l’invio del denaro tramite bonifici su conti correnti nazionali ed esteri, camuffati però da erogazioni liberali in favore della finta associazione benefica, ciò con il chiaro scopo di sviare possibili controlli su un’attività rivelatasi sprovvista di qualsiasi autorizzazione all’esercizio dell’intermediazione finanziaria e della gestione del risparmio.

Il sistema messo in atto per coinvolgere il maggior numero possibile d’investitori si basava sul classico passa-parola e con la raccomandazione di far entrare nell’“associazione” soltanto persone conosciute, le quali andavano peraltro preavvisate circa l’impossibilità di una restituzione immediata di quanto eventualmente investito.

Soldi sequestrati

Anche quello del vincolo tra persone accomunate da un identico scopo, nonché quello della solidarietà, erano leve su cui i responsabili agivano per ottenere nuove “donazioni”, ed al riguardo non mancavano periodici scambi di messaggi nei quali si rappresentavano stati di grave difficoltà economiche che avevano improvvisamente colpito altri “associati”.

Dalla certosina ricostruzione compiuta dai finanzieri del NSPV sui non pochi flussi di denaro connessi alla vicenda, è però emerso come il capo dell’associazione criminosa in questione abbia intascato profitti illeciti per oltre 679.000 euro, il che non denota un grande spirito di appartenenza atteso che si tratta di oltre il 10% di quanto fattogli pervenire dai suoi moltissimi, ma poco accorti, consoci.

Per questo non secondario particolare venuto fuori dall’indagine, va sottolineato come lo stesso soggetto avesse peraltro cercato di sfuggire all’inevitabile sequestro dei beni attraverso un finto contratto preliminare stipulato per la compravendita di un terreno, il tutto strumentale a giustificare la perdita d’una inesistente caparra da 275.000 euro fittiziamente attribuita al proprietario dell’immobile.

L’operazione – denominata “il Gatto e la Volpe” – ha interessato Liguria, Campania e Puglia, ed è stata portata a termine anche grazie al fondamentale apporto operativo garantito al personale del Nucleo Speciale Polizia Valutaria dai Comandi Provinciali GDF di Savona, Bari e Lecce.

La tutela del risparmio, l’integrità dei mercati finanziari e dunque la sicurezza economica in genere, rappresentano oggi più che mai una priorità nelle attività d’istituto affidate al Corpo. Settori d’intervento nei quali la Guardia di Finanza non lesina energie umane e tecnologiche impiegando, proprio al riguardo, molte delle sue migliori risorse investigative.

 

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