Guardia di Finanza: Roma, passa dagli scanner dalla dogana ma non dal fiuto del cane anti-droga. Sequestrati al porto di Civitavecchia 120 kg tra hashish e marijuana

Di Aldo Noceti

Roma. Neppure un’apparecchiatura dotata di una elevata tecnologia come lo scanner in dotazione alla Dogana aveva dato adito a particolari sospetti sul contenuto di quel carico, ma il cane anti-droga “Bacca” della Guardia di Finanza non era affatto dello stesso avviso, per questo il controllo su quel mezzo è stato approfondito consentendo ai militari delle fiamme gialle di scoprire oltre 120 chilogrammi di droga – tra hashish e marijuana – celati in un carico di verdure provenienti dalla Spagna.

E’ questa la cronaca dell’ultimo sequestro di sostanze stupefacenti operato all’interno del porto di Civitavecchia (RM), al quale hanno partecipato anche i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Finanzieri e doganieri erano infatti impegnati nei normali controlli a persone, mezzi e merci che in quel momento erano appena sbarcati da una motonave proveniente dal porto iberico di Barcellona, ed il camion oggetto del controllo, come indicato sopra, era già passato all’ispezione effettuata ai raggi X.

Gli stupefacenti sequestrati

In effetti le immagini che apparivano agli operatori non facevano trapelare nulla in più rispetto ad una innocua partita composta da scatole di comunissimo aglio (evidentemente scelta proprio per ingannare il fiuto dei cani anti-droga), ma “Bacca” ha comunque manifestato segnali di agitazione al suo finanziere che li ha subito interpretati a dovere, innescando così tutta la conseguente attività di riscontro doganale completo che ha portato poi al consistente sequestro.

Il conducente del veicolo, un 40enne cittadino italiano, è stato arrestato per l’ipotesi di reato di traffico internazionale di droga, mentre l’automezzo impiegato per il trasporto dello stupefacente è stato sequestrato.

La vicenda offre uno spunto di riflessione sugli obiettivi limiti della tecnologia, nonché sul fatto che l’uomo non debba totalmente affidarsi allo strumento tecnologico che può essere benissimo affiancato da mezzi e procedure definite “tradizionali” anche se affatto superate.

E questo è un aspetto che la Guardia di Finanza tiene sempre ben presente nelle sue multiformi attività di servizio, valorizzando i propri militari nel loro addestramento e nelle loro skills operative, a maggior ragione in contesti operativi particolari come gli spazi doganali (ma di esempi se ne potrebbero citare diversi), dove resta sempre e comunque il “fattore-uomo” a fare la reale differenza tra un fallimento ed un’operazione pienamente riuscita.

 

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