Guardia di Finanza: Roma, sgominata la banda dei “falsari di scarpe”. Sequestrate 230.000 calzature con griffe contraffatta ed arrestati 4 responsabili

Di Consuelo Chiara Maria Sortino

Roma. Falsari provetti, non di banconote bensì di calzature per le quali avevano raggiunto una “expertise” di elevato livello con la quale erano divenuti grossi produttori – ovviamente occulti – di un noto marchio del settore, almeno fino a quando i finanzieri del Comando Provinciale di Roma – Gruppo Fiumicino, non li hanno individuati ed arrestatati su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) che ne ha coordinato le indagini.

Le attività condotte dai sei componenti del gruppo criminale oggi sgominato (tre dei quali finiti in carcere, uno agli arresti domiciliari e due sottoposti a divieto di dimora in Campania), sono state scoperte dai finanzieri capitolini i quali – considerata anche la non indifferente portata economica della vicenda – per condurre l’indagine sono ricorsi ad intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti.

Proprio grazie a tali attività di polizia giudiziaria, le fiamme gialle hanno così dimostrato agli inquirenti partenopei l’esistenza di un’articolata struttura, interamente composta da cittadini italiani, in grado di assicurare una massiccia quanto capillare distribuzione sia di prodotti finiti, sia di semilavorati, oltre che di tutto il materiale necessario a predisporre un raffinato packacing di questi prodotti dell’abbigliamento (etichette, sacchetti, cartellini ecc.) contraddistinto dal marchio, anche questo abilmente contraffatto, di una nota griffe internazionale della moda.

Controlli su strada

In base a quanto accertato dai finanzieri, la produzione avveniva in un laboratorio clandestino sito nell’hinterland di Napoli e dotato di macchinari altamente performanti nonché di stampi utilizzati per la rifinitura di calzature di vari modelli, tutti contraddistinti da un’ottima fattura che avrebbe così tratto facilmente in inganno anche l’occhio più attento.

Per rendere un’idea di quanto ampio fosse ormai divenuto la produzione in questione, basti soltanto considerare come il totale complessivo delle calzature sequestrate nel corso dell’operazione abbia raggiunto le 230.000 unità, per un controvalore che sul mercato illegale del settore avrebbe tranquillamente superato il milione di euro.

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