Guardia di Finanza: Sassari, asportazione illecita di sabbie, ciottoli e conchiglie dagli arenili della Sardegna. Sequestrati e ricollocati al loro posto 100 kg. di reperti geomarini nonché sanzionati 41 turisti

Di Dario Gravina

Sassari. Attraverso la sua presenza in ogni spazio di vigilanza doganale, nonché sulle frontiere e sul demanio marittimo nazionale, la Guardia di Finanza è di continuo chiamata ad operare il sequestro di merci illecite d’ogni tipo, nei quali sono stavolta ricompresi anche 100 kg. di sabbia e sassi che i finanzieri del Comando Provinciale di Sassari hanno sequestrato nei confronti di 41 turisti, i quali avevano pensato bene di portarsi a casa – in maniera chiaramente illegittima – un “souvenir” della Sardegna venendo per questo sanzionati.

La singolare attività, che ha riguardato la precedente stagione turistica ma che si è oggi completata con la ricollocazione sugli arenili d’origine dei suddetti materiali, è volta infatti a contrastare e reprimere un fenomeno che con il tempo ha assunto dimensioni davvero preoccupanti, tanto da riuscire persino a deprimere l’integrità di siti riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità, oltre che ad essere ricompresi nel patrimonio indisponibile dello Stato.

GDF – attività di perlustrazione degli arenili

Proprio per tali motivi, l’asportazione di sabbie, ciottoli, conchiglie, graniti, fossili ed altri materiali rinvenibili in zone marine, è espressamente vietata da una specifica normativa della Regione Sardegna (la legge n. 16/2017 – art. 40 comma 2), ed è proprio in base a tale dettato, congiuntamente a quanto previsto dalla normativa internazionale (CITES) posta a tutela della fauna e della flora la cui esistenza è minacciata di estinzione, che gli uomini della GDF Sassarese si sono mossi di concerto con l’Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna.

Per i 41 soggetti, colti in fallo dai finanzieri mentre nelle loro auto o nei loro bagagli avevano occultato i citati reperti geomarini, è prevista una sanzione pecuniaria che va dai 500 ai 3.000 euro.

I procedimenti amministrativi avviati nei confronti dei responsabili hanno intanto permesso alle casse regionali di incamerare oltre 13.000 euro, mentre per chi non ha ancora provveduto al riguardo sono già state predisposte le previste ingiunzioni di pagamento.

Sul fenomeno è peraltro il caso di evidenziare l’esistenza di diversi siti di “e-commerce” che propongono l’acquisto – anche a prezzi piuttosto elevati – di tali reperti provenienti dalla Sardegna, ma che il loro commercio, cosi come il loro acquisto, espongono venditori e acquirenti ai rigori della legge.

Il consiglio è dunque quello di ammirare le bellezze e le particolarità naturalistiche dell’Isola lasciandole integre ed al loro posto, nonché di segnalare tempestivamente tali vietati comportamenti avvalendosi del numero telefonico di pubblica utilità della Guardia di Finanza “117”, attivo – 24 ore su 24 – su tutto il territorio sardo ed in tutto il resto del territorio nazionale.

 

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