Di Pierluca Cassano
PALERMO. La lotta al contrabbando di sigarette, in gergo tecnico T.L.E. (tabacchi lavorati esteri) è sempre stata nel DNA della Guardia di Finanza. Un fenomeno criminale che ha mutato pelle nel corso degli anni, con diverse metodologie di trasporto, ma con identica remunerazione per le associazioni criminali ma che non si mai sopito del tutto.
In tale contesto, i finanzieri del Comando Provinciale Palermo, su delega della Procura Europea (E.P.P.O.) – Ufficio di Palermo, competente per le frodi all’Unione Europea sulle accise e sull’IVA, hanno condotto una vasta operazione a contrasto dell’illecita produzione di tabacchi lavorati di contrabbando.
Gli elementi info investigativi raccolti dalle Fiamme Gialle del capoluogo siciliano risalendo l’intera filiera di approvvigionamento, a partire da alcuni sequestri di sigarette effettuati nei mesi scorsi sul territorio di Palermo, hanno consentito l’individuazione di un polo logistico situato a Stornara (Foggia), all’interno del quale era stato realizzato un imponente opificio industriale per la fabbricazione di sigarette, dotato di tutte le attrezzature e i macchinari necessari per la realizzazione di processi di produzione su larga scala.

Particolarmente complessa si è rivelata l’esatta localizzazione degli stabilimenti, a causa delle rigorose precauzioni messe in atto dai trasportatori per celare i luoghi di produzione; per questo gli investigatori hanno sviluppato un’intensa e meticolosa attività di monitoraggio, che si è avvalsa anche dell’ausilio di sistemi aerei a pilotaggio remoto (droni), grazie a cui è stato possibile seguire, senza il rischio di essere scoperti, gli spostamenti degli autoarticolati sul territorio.
La perquisizione presso lo stabilimento pugliese, disposta dalla Procura europea sulla base delle evidenze investigative emerse, ha richiesto un cospicuo spiegamento di forze, precedendo altresì l’impiego dei Comandi Provinciali di Bari, B.A.T. e Foggia, storicamente dotati di un eccellente expertise in materia.
L’impianto, strutturato su due piani, ultramoderno e dotato dei più avanzati standard tecnologici, ha una superficie di tremila metri quadri; circa 1 milione e mezzo di euro il suo valore, 2 milioni di sigarette al giorno invece, è risultata la sua capacità produttiva.
All’atto dell’accesso, i finanzieri hanno trovato 45 bancali di sigarette per un peso complessivo di circa 13 tonnellate, 165 sacche contenenti tabacco triturato, 134 bancali di precursori, tra cui materiali per il confezionamento dei pacchetti di sigarette delle più note case di produzione (Marlboro, Chesterfield); intenti al processo produttivo, sono stati inoltre rilevati 10 soggetti di nazionalità ucraina e bulgara, alloggiati in stanze di fortuna ricavate all’interno della medesima struttura. Tutti sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria delegante per i reati di detenzione di tabacchi lavorati di contrabbando e di contraffazione marchi; in capo ad essi, in attesa di giudizio definitivo, trova applicazione il principio della presunzione di innocenza.
Poco lontano, nella zona industriale di Andria, è stato individuato un altro stabilimento facente parte della stessa rete logistica, presso il quale stati sequestrati ulteriori materiali per la produzione di tabacchi.
Le sigarette sottoposte a sequestro, se immesse sul mercato, avrebbero comportato un mancato introito per le casse dello Stato e dell’Unione Europea (in termini di accise e di IVA evasa) pari a 3,2 milioni di euro; 350 mila euro al giorno, invece, il profitto illecito che l’impianto era in grado di assicurare; in un anno oltre 120 milioni di euro, per un danno alle finanze pubbliche di circa 80 milioni di euro.
L’ennesima operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Guardia di Finanza conferma la costante attenzione e il perdurante impegno nel contrasto al contrabbando di sigarette, nonché l’efficacia della collaborazione con la Procura Europea – E.P.P.O.
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