Guardia di Finanza: scoperta a Pavia una fabbrica in cui venivano prodotti pallet con marchio contraffatto e sequestrati 4.300 bancali. Denunciato un responsabile

Di Valentina Giambastiani

PAVIA. Tra le infinite forme di contraffazione ce n’è una poco conosciuta ma che può avere risvolti davvero pericolosi, ed è quella dei bancali utilizzati per il trasporto, la movimentazione e lo stoccaggio di merci (anche molto pesanti) noti anche con il nome di “pallet”.

Ed è stato proprio in questo settore che si inserisce una brillante attività di servizio portata a termine dai finanzieri del Comando Provinciale di Pavia i quali, nel loro dispositivo di contrasto alla contraffazione dei marchi di fabbrica, sono riusciti a sequestrate 4.300 pallet su cui era stato impresso a fuoco il marchio di un’azienda leader nella produzione di questi particolari manufatti.

Le fiamme gialle pavesi, sulla base di un’autonoma attività info-investigativa, sono riusciti a risalire all’opificio in cui i pallet-fake venivano prodotti rilevandone la non conformità.

I controlli della Guardia di Finanza

Su tale aspetto giova infatti rilevare come il marchio stampigliato sui bancali finiti sotto sequestro è tutelato dal diritto di privativa industriale, secondo quanto previsto dall’apposita registrazione OMPI/WIPO (acronimo di Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale/World Intellectual Property Organization) che ha valenza internazionale.

Si tratta, in buona sostanza, di una certificazione rilasciata alle aziende licenziatarie che produco pallet secondo precisi criteri qualitativi oltre che di sicurezza; criteri che in questa circostanza, com’era prevedibile, non erano stati minimamente rispettati.

Al termine delle operazioni i finanzieri, oltre ai bancali di cui sopra (valore di mercato superiore ai 90.000 euro), hanno altresì sequestrato i due capannoni industriali adibiti ad opificio e deposito, 8 macchinari per la produzione industriale dei pallet e ben 170 tonnellate di legname utilizzato per l’illecita attività in parola.

Il responsabile dell’azienda è stato invece denunciato alla Procura della Repubblica di Pavia per i reati di contraffazione, false certificazioni di conformità e ricettazione, anche se la sua posizione è attualmente tutelata dal principio della presunzione d’innocenza sino a pronunciamento di eventuale sentenza definitiva di condanna che ne dichiari le responsabilità penali ascritte.

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