Di Gianluca Filippi
VARESE. Un sequestro preventivo di beni e denaro per oltre 1.200.000 euro è stato eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Varese i quali, su disposizione del GIP del Tribunale di Busto Arsizio e dietro richiesta della locale Procura della Repubblica, hanno concluso un’importante attività d’indagine che ha portato alla luce un’ingente frode fiscale realizzata nel settore del commercio degli idrocarburi.
L’indagine condotta dalle Fiamme varesine, che ha visto operare in prima fila gli specialisti del Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), ha riguardato tanto il profilo amministrativo-tributario quanto quello penale della vicenda, consentendo così di giungere all’individuazione di un sofisticato sistema di frode basato sull’emissione, nonché sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, questo per un volume complessivo che sfiora i sei milioni di euro e nel quale facevano parte diverse società-fantasma costituite solo sulla carta, tutto ciò con lo scopo di evadere l’IVA oltre che per sottrarre all’Erario ulteriori imposte dovute per una somma che supera il milione e duecento mila euro.
Sulla base dei numerosi elementi probatori raccolti dai finanzieri del Nucleo PEF varesino, l’Autorità Giudiziaria inquirente ha pertanto emesso il citato sequestro preventivo di denaro e beni per la corrispettiva somma evasa.
Un provvedimento che ha interessato una società della zona oltre che il suo amministratore, il quale si trova ora indagato per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.
Per il suddetto professionista, la cui posizione si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, va comunque riconosciuta la presunzione d’innocenza prevista dalla carta costituzionale, pertanto la sua colpevolezza per i fatti illeciti contestatigli non potrà essere dichiarata anticipatamente al pronunciamento d’una eventuale e irrevocabile sentenza di condanna.
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