Di Alessandro Margottini
BRESCIA. Sono otto gli ordini di custodia cautelare eseguiti stamani dal Comando Provinciale di Brescia – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF). I finazieri, al termine di un’indagine condotta unitamente ai colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO), hanno sgominato un’organizzazione criminale dedita alla coltivazione, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Per scoprire l’illecito business che si celava dietro le attività degli arrestati è stato necessario avvalersi anche del supporto fornito dal Comparto Aereonavale del Corpo che nell’occasione, ciò al fine di realizzare immagini e riprese dall’alto con i propri velivoli grazie ai quali è stato così possibile fornire all’Autorità Giudiziaria inquirente un chiaro e dettagliato quadro probatorio.
Oggetto delle investigazioni della GDF bresciana sono state infatti tre aziende agricole della zona, due delle quali autorizzate alla coltivazione di canapa sativa destinata per le finalità previste dalla Legge 242/2016 (“Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”) ma che, come accertato dai militari, coltivavano sostanza stupefacente a tutti gli effetti (nello specifico marijuana).
Le analisi di laboratorio condotte sulle piante rinvenute sulle citate coltivazioni, nonché su quelle già raccolte e stoccate nei magazzini, hanno difatti mostrato alti valori di THC (“delta-9-tetraidrocannabinolo”), ovvero del principio attivo notoriamente caratterizzato da effetto stupefacente e psicotropo.
Ad aggravare le posizioni degli stessi arrestati sono stati poi ulteriori approfondimenti hanno permesso di accertare come le infiorescenze di marijuana ottenute dalle coltivazioni illecite venissero sottoposte a lavorazioni meccaniche e chimiche volte all’estrazione di altre sostanze derivate, come olii ad alta concentrazione di THC, l’hashish e il BHO (acronimo di Bhutan Hash Oil ed anche questo ricercato dagli assuntori di droghe) ottenuto dall’estrazione delle resine della marijuana mediante l’impiego di gas butano.
Nel corso delle indagini gli specialisti del Nucleo PEF bresciano hanno peraltro rinvenuto e posto sotto sequestro anche una nuova sostanza stupefacente conosciuta con la sigla di “HHC” (Esaidrocannabinolo), sempre caratterizzata da un forte effetto psicotropo e per questo già inserita nella specifica tabella delle sostanze vietate previste dal D.P.R. 309/1990 (“Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”).
Al termine delle operazioni sono oltre 2.300 i kg di sostanza stupefacente – di tipo marijuana – essiccata e pronta per la successiva lavorazione e immissione in commercio, a cui si unisce il sequestro di macchinari e strumentazione utilizzati per la lavorazione e la raffinazione degli stupefacenti in parola.
Parallelamente agli arresti ed avvalendosi del supporto operativo garantito dai tecnici dello SCICO e da tre unità cinofile “cash dog”, i finanzieri stanno altresì ricercando somme di denaro contante provenienti dal “business” criminoso in questione che potrebbero esser state occultate all’interno di muri e intercapedini, invisibili alla vista umana ma non a quella delle apparecchiature scanner in dotazione ai militari.
Come sempre resta opportuno specificare come gli odierni provvedimenti giudiziari siano stati adottati ed eseguiti sulla scorta delle prove sin qui acquisite, pertanto, fino ad eventuale ed intervenuta sentenza irrevocabile di condanna, agli arrestati medesimi va ad oggi riconosciuta la presunzione d’innocenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA