Guardia di Finanza: scoperti più di 8.000.000 di euro di base imponibile sottratti a tassazione da una società che non aveva versato contributi ai dipendenti

Di Armando Modesto

BOLOGNA. Ha generato un risultato molto importante la verifica tributaria che i finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno condotto nel settore della fiscalità internazionale, scoprendo più di 8.000.000 di euro di base imponibile sottratti a tassazione.

La vicenda, che ancora una volta conferma la presenza oltreché la pericolosità di certi reati, che parallelamente ledono le imprese rispettose delle regole oltre che i diritti dei lavoratori, ha visto al centro delle indagini una società inserita in un gruppo operante nel settore del gas e dei carburanti, ma anche nei cavi sottomarini e nell’ingegneria.

verifica tributaria condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Bologna

Secondo gli specialisti del locale Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), i responsabili della citata società avrebbero messo in piedi uno stratagemma basato su falsi distacchi di personale in territorio estero (peraltro in violazione delle normative in materia di occupazione), che ha riguardato più di 50 lavoratori per un totale di 45mila giornate lavorative.

L’artifizio in questione, più in particolare, permetteva alla società controllata di poter usufruire in maniera del tutto indebita di un regime contributivo meno oneroso, ciò proprio grazie al fatto di far risultare gran parte dei propri dipendenti come incardinati nell’ambito di due società svizzere compiacenti, che a loro volta simulavano sistematicamente la fornitura di consulenze specializzate alla società italiana.

Nella prosecuzione della verifica gli investigatori del Nucleo PEF bolognese hanno infatti scoperto come, nella realtà dei fatti, i lavoratori in questione sarebbero stati organizzati, coordinati e diretti dalla società medesima, sia per quanto riguardava i turni di lavoro e le mansioni da svolgere, sia nella pianificazione delle ferie oltre che dei permessi.

comando provinciale di Bologna

Anche sul piano delle assunzioni (che formalmente erano curate dalle società elvetiche finite nella vicenda), sarebbero state invece autonomamente decise dai manager felsinei, mentre i distacchi transnazionali di cui sopra hanno dunque consentito al reale datore di lavoro di beneficiare d’una ben più leggera imposizione fiscale e contributiva, nonché di erogare al personale stipendi complessivamente più bassi, il tutto a danno del Fisco nazionale.

All’esito della verifica in parola, è stata dunque constatata una base imponibile sottratta a tassazione ai fini dell’imposta sul reddito delle società (IRES) per 8 milioni di euro, nonché di un’imposta sul valore aggiunto (IVA) dovuta per circa un milione e 500.000 euro.

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