Di Armando Modesto
NAPOLI. Oltre 23.000.000 di crediti derivanti da canoni di locazione, a tanto ammonta il sequestro eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli – Gruppo di Frattamaggiore, al termine d’una complessa indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, che ha riguardato 29 soggetti tra persone fisiche e giuridiche, le cui residenze/sedi sono localizzate tra la provincia partenopea e quella di Caserta.
Analogamente a quanto era avvenuto in una precedente attività, conclusa tra la primavera e l’inizio della scorsa estate, l’indagine delle Fiamme Gialle si è ancora rivolta verso l’esistenza di frodi connesse alle agevolazioni introdotte dal Decreto Legge 34/2020 (il “Decreto rilancio”) nell’ambito del quale erano già state portate alla luce molteplici condotte fraudolente, con la creazione d’inesistenti crediti fiscali per 880 milioni di euro.
Entrando nei dettagli, l’attenzione degli investigatori della Guardia di Finanza napoletana si è accentrata verso ulteriori negoziazioni fittizie, per lo più connesse alla fruizione di canoni di locazione previsti nel citato Decreto governativo.
Sulla base di ciò i Finanzieri hanno dunque scoperto come i cessionari (quasi tutti extracomunitari già segnalati ed irreperibili sul territorio nazionale) avessero comunicato all’Agenzia delle Entrate – attraverso l’inserimento sul portale “Entratel” di specifici moduli di cessione – la disponibilità di crediti per un ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatiche locazioni immobiliari per lo svolgimento di attività d’impresa, ma che gli stessi investigatori hanno però constatato come del tutto inesistenti.
Oltre a ricostruire per intero la filiera delle cessioni realizzate dai responsabili, le indagini hanno, altresì, consentito di rilevare come quasi il 50% di questi beneficiasse del Reddito di Cittadinanza o lo avesse comunque richiesto, rendendo così incompatibile l’effettiva dimensione economico-patrimoniale degli indagati con la movimentazione di rilevanti risorse finanziarie delle quali – solo in apparenza – potevano realmente disporre.
Un’ulteriore conferma sulla natura illecita dei crediti certificati all’Agenzia delle Entrate è poi giunta dall’accurata ricostruzione di alcune movimentazioni, le quali avrebbero confermato lo loro mera formalità in quanto il soggetto che le aveva eseguite, in realtà, era deceduto prima dell’inserimento delle negoziazioni in questione sul portale “Entratel”.
Sulla base di tali quanto evidenti elementi probatori, la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha dunque chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale alla sede il sequestro preventivo dei crediti finiti nei controlli per il suddetto importo, ciò al fine d’impedire la dispersione d’ingenti risorse pubbliche mediante la monetizzazione, oppure con l’utilizzo in compensazione dei crediti in danno dell’Erario.
Quasi superfluo aggiungere come attività di questo genere e di questa importanza, oltre a reprimere condotte illecite nonché ad evitare rilevanti danni per le casse dello Stato, garantiscano la corretta destinazione delle risorse pubbliche secondo quanto previsto la Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) la cui importanza diviene a questo punto fondamentale per il rilancio dell’economia italiana post-pandemica, e che va perciò preservato con ogni possibile sforzo.
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