Di Michele Toschi
Torino. L’aveva davvero pensata bella nell’intraprendere un’attività di importazione e commercio di dispositivi di protezione individuale (DPI) come guanti, mascherine, gel disinfettanti e quant’altro; attività con la quale aveva già fatto entrare nei suoi conti correnti centinaia di bonifici per decine di migliaia di euro; peccato solo che alla radice di tutto ci fosse la più classica delle truffe.
Era questo il subdolo scopo di un imprenditore vercellese, che peraltro sino ad oggi si era occupato di tutt’altri affari (il commercio del bestiame), il quale si era in poco tempo creato un ricco portafoglio da oltre 250 clienti (tra i quali figurano numerosi farmacisti, medici, infermieri, associazioni di volontariato, Enti locali nonché due Comuni), che era riuscito ad attrarre grazie ad accattivante sito internet ove venivano proposti tutti i DPI più richiesti in questo difficile periodo di emergenza epidemiologica ed a prezzi pressoché imbattibili, per di più con consegna garantita entro 10 giorni.
Per gli interessati la proposta era infatti davvero ampia con mascherine d’ogni tipo (FFP1, FFP2, FFP3 e chirurgiche), ma anche diversi prodotti ad azione disinfettante nonché termometri a prezzi senza confronti e con una scontistica ancor più conveniente per grossi ordinativi. Tutto troppo bello quanto irreale però, ed a chi cominciava a lamentarsi per lo strano prolungamento dell’attesa la risposta era sempre quella di avere pazienza poiché il cargo con i prodotti ordinati stava finalmente per arrivare dalla Malesia.
La “mirabolanti” offerte in questione non erano intanto passate inosservate ai finanzieri del Comando Provinciale di Torino, i quali si sono presto messi sulle tracce di questo troppo disinvolto pseudo-importatore, riuscendo così in pochi giorni a stroncare una spudorata attività truffaldina il cui volume aveva peraltro già superato il milione di euro.

Controlli stradali
Un pezzo da consumato teatrante l’uomo lo ha messo in scena anche con i finanzieri che nel frattempo si erano finti come interessati acquirenti, e verso i quali l’uomo si è persino vantato di dover fornire 20 milioni di mascherine per il Governo Svizzero, ma quando poi i militari delle fiamme gialle gli si sono materializzati davanti per controllare le relative documentazioni commerciali e contabili, l’unica mascherina rinvenuta in azienda era soltanto quella che copriva il volto dello scaltro truffatore.
Venuto dunque alla luce tutto quadro della situazione, gli uomini della GDF torinese hanno così posto sotto sequestro il sito attraverso il quale le inesistenti forniture di DPI era state pubblicizzate, unitamente a migliaia di file contenenti i contatti commerciali ed i conti correnti intestati all’indagato, che nel frattempo è stato denunciato anche se – proprio nei suoi confronti – non si è ancora interrotto il flusso delle querele che i suoi malcapitati clienti hanno nel frattempo sporto.
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