Guardia di Finanza, operazione “Do ut des”. Eseguite 10 misure cautelari personali per appalti pubblici “pilotati”

Di Fabio Mattei

Roma. Corruzione, riciclaggio, falso e bancarotta fraudolenta; sono questi i capi d’accusa mossi dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Roma al termine dell’operazione “Do ut des” condotta dai finanzieri del Nucleo Speciale Anticorruzione e che, proprio questa mattina, si è conclusa con l’esecuzione di 10 ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale Roma nei confronti di altrettanti indagati, tra i quali figurano tre professionisti, quattro imprenditori, e tre pubblici ufficiali.

Le condotte fraudolente finite nel mirino dei finanzieri, accertate anche grazie all’utilizzo di intercettazioni telefoniche, pedinamenti ed acquisizioni documentali, hanno riguardato diversi episodi corruttivi perpetrati da un noto professionista romano il quale, con l’appoggio di alcuni amministratori del Comune di San Marcellino (in provincia di Caserta), avrebbe illecitamente favorito l’appalto per la gestione del servizio di illuminazione pubblica affidato ad una società riconducibile agli indagati.

Lotta alla corruzione

Nello sviluppo delle stesse attività investigative, i militari della Guardia di Finanza hanno inoltre investigato sulle attività di altre due società (anche queste riconducibili ad un imprenditore e ad un commercialista implicati nella medesima vicenda), scoprendo l’esistenza di alcuni “prestanome” per mezzo dei quali i due professionisti avevano distratto ingenti risorse finanziarie delle loro società in bancarotta, procurando così un danno ingiusto ai creditori.

Da rilevare, purtroppo, anche il coinvolgimento di un appartenente ad una forza di polizia il quale avrebbe compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio in cambio di utilità di natura economica, circostanza questa che ha determinato per il soggetto in questione l’applicazione degli arresti domiciliari.

 

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