Guardia di Finanza: a Trapani sequestro patrimoniale di 150 mila euro nei confronti di un pluripregiudicato. Protagonista di alcuni episodi di violenta intimidazione contro agenti della Penitenziaria

Di Michele Toschi

Trapani. Le notizie di cronaca riguardanti i grandi sequestri patrimoniali, il più delle volte, riguardando beni che appartengono ad esponenti della criminalità organizzata, tuttavia esistono molti casi in cui queste speciali misure vengono applicate anche nei confronti di delinquenti comuni specie se questi, oltre a trarre sostentamento soltanto dal loro stile di vita smaccatamente malavitoso, compiono addirittura azioni di violenta intimidazione nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia.

Operazione della Guardia di Finanza a Trapani

Ad essere in questo caso “stangato” da un sequestro da patrimoniale 150 mila euro, eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Trapani in collaborazione con gli agenti della Questura trapanese, è stato un pluripregiudicato – 36enne trapanese – residente ad Erice (Trapani).

L’uomo, già condannato in passato con diverse sentenze definitive a causa dei numerosi episodi criminosi di cui si era reso protagonista (principalmente reati contro il patrimonio e la persona) era altresì stato più volte sottoposto alla misura speciale di prevenzione di pubblica sicurezza in quanto ritenuto persona socialmente pericolosa.

Il malavitoso in questione è per i giudici connotato da una personalità violenta e prevaricatrice, nonché particolarmente incline alla commissione di reati di tipo predatorio e non solo.

A puntuale conferma delle tesi espresse dalla competente Autorità Giudiziaria, si manifestavano infatti due inquietanti episodi perpetrarti proprio per mano del pregiudicato, il quale non si era fatto scrupolo di rubare e danneggiare due motoveicoli appartenenti ad agenti della Polizia Penitenziaria, con contestuale incendio dell’appartamento in cui risiedeva uno degli operatori.

Azioni di bieca vendetta e dal chiarissimo intento intimidatorio che, però, gli sono oggi ulteriormente rivoltate contro anche se commesse anni addietro.

Una capillare attività di accertamenti patrimoniali disposta dal Tribunale e condotta dalla GdF trapanese sul conto del malavitoso nonché del suo stesso nucleo familiare, ha però fornito agli inquirenti una chiara indicazione circa l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e le sue effettive disponibilità immobiliari, in questo caso costituite da un appartamento e da un appezzamento di terreno – dal valore complessivo stimabile in almeno 150 mila euro – il cui acquisto non era possibile dimostrare se non con la commissione di furti, rapine e quant’altro condotti con abituale sistematicità.

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