Di Paola Ducci*
HANOI. Lavorando in piccole squadre di commando in Vietnam non era raro che poche unità venissero scoperte e affrontassero centinaia o migliaia di soldati nord vietnamiti.
E gli eventi accaduti il Giorno del Ringraziamento del 1968 raccontano proprio questa situazione estrema.

Mentre le famiglie di tutta l’America si riunivano per godersi la cena del Ringraziamento, sei operatori del MACV-SOG stavano combattendo per la loro vita contro 30 mila nord vietnamiti nelle giungle del Sud-Est asiatico.
L’intelligence e i vertici militari avevano bisogno di sapere dove fossero finite tre Divisioni vietnamite scomparse, composte da circa 30 mila persone.
Sei uomini dell’ST Idaho, due Berretti Verdi e quattro mercenari furono incaricati di infiltrarsi nei campi nemici senza supporto aereo per raccogliere informazioni sulla loro posizione.
Quando arrivarono al campo la situazione si presentava troppo tranquilla: qualcosa non andava.
Cosi si decise, una volta raccolte informazioni, di lasciare subito la postazione. Proprio in quel momento centinaia di truppe nemiche sbucarono dal nulla e iniziarono a circondarli
L’ST Idaho riuscì a mettersi in salvo ma dovette respingere migliaia di nemici mentre si dirigeva verso la zona di atterraggio.

Il loro elicottero per l’esfiltrazione arrivò rapidamente proprio in virtù della massiccia presenza nemica e riuscì a portarli via da lì un attimo prima che il nemico invadesse completamente il loro perimetro.
Anche se ogni missione presentava caratteristiche di volta in volta diverse seguiva quasi sempre lo stesso profilo tattico: gli operatori venivano inseriti da elicotteri o piccole imbarcazioni a chilometri di distanza dal bersaglio e pattugliavano verso l’obiettivo, cercando di evitare le truppe nemiche sparse nell’area.
Le squadre mantenevano le comunicazioni con un velivolo ad ala fissa per il supporto aereo ravvicinato nel caso in cui le cose andassero male, come in genere e inevitabilmente accadeva. Le missioni duravano dai tre ai cinque giorni e le piccole squadre del MACV-SOG erano costantemente braccate da forze nemiche in numero superiore rispetto alle loro unità.
Anche il ritorno al campo non era impresa facile perché quasi tutte le missioni prevedevano estrazioni a caldo. Era molto frequente che una squadra venisse estratta sotto il fuoco e con il perimetro a rischio di invasione di lì a pochi minuti, se non addirittura a pochi secondi.
E proprio a causa delle missioni estreme a cui erano assegnati, l’Esercito americano negava l’esistenza del MACV-SOG.
Ciò significa che quando si trovavano dietro le linee nemiche, dovevano mantenere un profilo estremamente basso.
Molti di loro non potevano portare con sé nulla che li contraddistinguesse come americani e spesso usavano armi di fabbricazione straniera per confondere il nemico.
Ma la questione era più complessa. Poiché gli operatori del MACV-SOG erano così efficaci ed erano diventati un problema per i Viet Cong, il nemico aveva letteralmente creato delle squadre di inseguimento del MACV-SOG per dar loro la caccia nella giungla.
Il tasso di vittime era superiore al 100%, il che significa che tutti venivano feriti, alcuni più di una volta.
Nonostante ciò, il coraggio e l’ingegno del MACV-SOG gli valse la reputazione di una delle unità di operazioni speciali più efficaci e temute della guerra del Vietnam, con un rapporto di uccisioni di 158 a 1, il più alto nella storia militare degli Stati Uniti.
Con il passare degli anni le forze armate statunitensi iniziarono lentamente a ritirarsi dal Vietnam e a ridimensionare le proprie operazioni.
Dopo il 1970 la portata e l’intensità del MACV-SOG cominciò a diminuire, in altre parole la sua attività fu depotenziata.
Nel 1971 il 5° Gruppo di Forze Speciali, che era la principale fonte di volontari per l’unità, tornò negli Stati Uniti.
Con le restrizioni imposte dal Congresso sulle operazioni militari al personale statunitense fu impedito di accompagnare le operazioni in Cambogia e Laos. Alla fine, il 30 aprile 1972, il MACV-SOG fu disattivato. Anche se l’unità non c’era più il suo impatto ha influenzato le operazioni speciali statunitensi fino ad oggi.
Solo decenni dopo l’Esercito americano ha riconosciuto ufficialmente il MACV-SOG e tutto il grande lavoro svolto durante la guerra in quell’area.
Nel 2001 l’Esercito degli Stati Uniti ha conferito all’unità una Presidential Unit Citation, riconoscendo il coraggio, l’integrità e la devozione al dovere dei suoi guerrieri sotto copertura.
Nel corso degli anni 12 operatori hanno ricevuto la medaglia d’onore per le loro azioni eroiche in questa unità.
Il MACV-SOG ha fatto la storia delle US e ha essenzialmente tracciato la strada per le attuali task force congiunte per le operazioni speciali.
*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa
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