Guerra in Ucraina: un libro racconta la storia di un nazionalista e volontario del Battaglione “Azov”

Genova. Nome di battaglia “Woland”. Valhalla Express  è la storia di un nazionalista, rivoluzionario e volontario ucraino appartenente al Battaglione “Azov”.

La copertina del libro

Si tratta della prima testimonianza in assoluto edita in italiana a cura dell’editore e saggista Andrea Lombardi su uno dei componenti il Battaglione (poi Reggimento) “Azov”.

Il volume racconta dalla giovinezza nell’Ucraina post 1991, tra tensioni sociali e etniche, alla militanza nelle organizzazioni politiche nazionaliste radicali e nei gruppi ultras e paramilitari, sino agli scontri di Maidan, all’entrata nel Battaglione “Azov” e i combattimenti a Mariupol e nel Donbass del 2014.

Combattenti del Battaglione Azov nel 2014 (foto di Olena Bilozerska, fotoreporter e combattente nell’Esercito ucraino)

Si tratta di un libro che porta il lettore a conoscere la società ucraina e le tensioni con la Russia dopo la caduta dell’URSS, sino al conflitto attuale.

In appendice è stata pubblicata una documentazione fotografica, insieme alle linee guida del movimento “Azov” e la cronologia delle operazioni militari del Battaglione nel 2014-2015 in un documento ufficiale del Reparto.

C’è anche un approfondimento sul nazionalismo radicale nell’Ucraina post-sovietica a cura di Andrea Forti.

L’introduzione sul contesto è di Matteo Sacchi de “Il Giornale” e la postfazione è di Domenico Di Tullio, che pubblichiamo qui di seguito su gentile concessione dell’editore ITALIA Storica.

“Lo scopo di questo libro – scrive Di Tullio – è l’informazione diretta e non mediata, resa da un testimone presente fin dai primi giorni della nascita del nuovo movimento nazionalista ucraino”

“La prima lettura di questo memoriale disarma ed entusiasma allo stesso tempo – prosegue Di Tullio -. E’  la storia di una rivoluzione, in tempi nei quali è molto difficile non solo assistere ad un fenomeno così travolgente è radicale, ma addirittura immaginarne la possibile realizzazione, almeno nella nostra cara vecchia Patria Europa”.

Volontari del Battaglione Azov nel 2014 (Foto di Olena Bilozerska, fotoreporter e ora combattente nell’Esercito ucraino)

“Con tutti i suoi limiti – scrive ancora Di Tullio – e le sue contraddizioni rimane una cronaca fedele e diretta di quello che un piccolo gruppo di uomini, all’inizio poche decine in un paese vastissimo, sono riusciti a portare a compimento con la forza della loro determinazione, un attivismo inesauribile, il coraggio di opporsi direttamente ad un regime all’epoca potente e totalitario, che non si faceva scrupolo di massacrare oppositori e semplici inermi cittadini”.

Se non fosse, qui, in Europa, se non fosse che il tema predominante per l’Ucraina “sia stato la riscoperta dell’amore per la Patria, concetto inusuale e desueto ormai nel pensiero politicamente corretto del modernismo occidentale, potrebbe sembrare la classica narrazione di una rivoluzione colorata, di una primavera di qualche paese arabo o africano, di una qualsiasi lotta per una libertà di essere uguali. Tale non è, possiamo dire ormai a posteriori, non sarà mai il cammino impetuoso dell’Azov”.

“L’esempio spiccio è che il tanto discusso Bandera – sostiene Di Tullio – per la nostra stampa di volta in volta nazista, non nazista, al soldo di Hitler o degli inglesi, anche se sicuramente assassinato dal KGB – non è mai nominato in questo memoriale, mentre il riferimento ideale più diretto è alla Naziocrazia di Mykola Stsiborskyi (1897-1942), a noi per lo più sconosciuto ideologo e figura di spicco dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, fascista creativo e critico di Hitler e dell’antisemitismo, che muore assassinato nel 1942, probabilmente da banderisti”.

“L’addestramento militare segue progressivamente una crescita culturale e spirituale dei militanti – si legge nella prefazione –  screma i più motivati dagli altri, crea una élite, che diviene presto anche di pensiero. Più che dei miliziani di guerre partigiane, i protagonisti di questo racconto in presa diretta sono soldati di un Esercito di popolo, che combatte sempre e comunque nel perseguimento di uno scopo patriottico e nazionale.

Per l’autore della prefazione questo libro “scontenterà molti questo memoriale, scontenterà entrambe le fazioni di pensiero critico sulla guerra in Ucraina, ma è giusto che il fine sia di privilegiare una rappresentazione quanto più veritiera e realistica possibile, allo scopo di lasciare spazio all’analisi critica del lettore, all’approfondimento storico culturale, al pensiero libero di questa terra d’Occidente. Dove sì, cade il sole, ma dobbiamo tutti essere consapevoli che rinasca ogni giorno, anche contro il dogma del pensiero unico, mostro assoluto che dobbiamo e vogliamo combattere in tutte le sue solo apparentemente contrapposte declinazioni.

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IN COPERTINA: FOTO DI OLENZA BILOZERSKA, FOTOREPORTER E ORA COMBATTENTE NELL’ESERCITO UCRAINO 

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