Guerra Israele-Hamas: opinione pubblica preoccupata per destino degli ostaggi se l’IDF attaccherà Gaza

GAZA CITY (STRISCIA DI GAZA). Il piano d’azione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a Gaza si basa su un obiettivo principale: distruggere le capacità di Hamas e cancellare la prospettiva della sua rinascita come leadership locale in questa area.

Milizie di Hamas sequestrano soldati israeliani nel 2017

Inizia così l’analisi pubblicata, oggi, sul quotidiano israeliano Haaretz (https://www.haaretz.com/).

Un piano che viene definito “ambizioso e necessario” che però comporterà il pagamento di un “prezzo probabilmente molto alto” con “risultati non garantiti, ammesso che siano del tutto possibili”.

L’analista fa soffermare il lettore sulla reazione dell’opinione pubblica qualora l’incursione di terra a Gaza coincidesse “con un tentativo di Hamas e della Jihad islamica di pubblicizzare video orribili che mostrano l’esecuzione, una dopo l’altra, degli ostaggi israeliani rapiti dalle comunità di confine durante la guerra del 7 ottobre”.

In Israele, la gente appare molto divisa, tra chi è per un intervento armato e chi, invece, propende per una soluzione diplomatica della crisi.

A questo proposito, il giornale ha inteso ricordare “la lezione dello scambio di prigionieri del 2011 con Gilad Shalit – il soldato israeliano tenuto prigioniero per 5 anni nella Striscia di Gaza – in cambio di oltre 1.000 prigionieri palestinesi, dopo il quale c’era chi giurò che Israele non avrebbe mai più pagato una cifra simile. Una prezzo altissimo per la liberazione di un cittadino israeliano”.

Il soldato israeliano, Gilad Shalit, sequestrato a Gaza, dopo la liberazione

In queste ore frenetiche, tra azioni militari e movimenti diplomatici, anche l’opinione pubblica occidentale è confusa.

Negli ultimi giorni, le navi militari dell’IDF hanno utilizzato munizioni di precisione colpendo obiettivi di Hamas, compresi i Quartieri generali operativi nel centro di Gaza City e i depositi di munizioni.

La diplomazia americana appare quella più in prima linea, per vecchie amicizie con Israele, a trovare una soluzione.

Domani arriverà il Presidente USA, Joe Biden. Quello che avverrà dopo lo sapremo dopo.

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