TEL AVIV. Nelle ultime ore l’IDF (Israel Defence Forces) ha colpito obiettivi appartenenti a Hezbollah, lungo il confine con il Libano. E’ la risposta agli attacchi di ieri.
Tra gli obiettivi colpiti c’è anche un punto di osservazione affacciato sul mare, da cui sono secondo le Forze armate israeliane, stati lanciati missili anticarro contro Rosh HaNikra il video: https://videoidf.azureedge.net/1abf6e60-a088-44c6-b73b-7f8a48f734ca).
Intanto, l’IDF sta operando, intensamente, anche nella West Bank.
Sono stati fatti una serie di arresti in tutta la Cisgiordania. Arresti che hanno portato, nel corso della notte, a scontri con dozzine di giovani. Tra gli arrestati c’è anche un alto funzionario di Hamas in Cisgiordania, secondo quanto riferito fonti palestinesi.
Si tratta di Sheikh Hassan Yousef, arrestato nella sua casa a Beitunia.
Nel corso degli scontri si sono registrati morti tra i palestinesi. Tra essi un ragazzo di 24 anni.
La Mezzaluna Rossa ha riferito questa mattina che un palestinese è stato ucciso da colpi di fuoco sparati dalle Forze di sicurezza israeliane nella città di Ni’lin, in Cisgiordania.
E, sempre secondo quanto riferito dalla stessa organizzazione, altri 15 palestinesi sono rimasti feriti nella notte, durante gli scontri con l’Esercito israeliano.
L’IDF e lo Shin Bet hanno reso noto che tra i vari interventi antiterrorismo è da registarsi l’uccisione del capo del ramo militare dei “Comitati di resistenza popolare” a Rafah, Rafat Harev Hossein Abu Halal.
SITUAZIONE A GAZA
L’IDF ha ucciso a Gaza, Jamila El-Shanti, componente dell’Ufficio politico di Hamas. Era stata la prima donna a ricoprire la carica.
Intanto oltre 513 mila palestinesi stanno trovando rifugio presso le strutture delle Nazioni Unite in tutta Gaza.
Lo ha detto l’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East – https://unric.org/it/rapporto-unrwa-7-sulla-situazione-nella-striscia-di-gaza-e-in-cisgiordania-17-ottobre-2023/).
I rischi legati alla salute dovuti alla mancanza di acqua e alle scarse condizioni igienico-sanitarie nei rifugi provvisori dell’ONU, a Gaza, evidenzia l’Agenzia stanno crescendo.
“I rifugi dell’UNRWA sono sovraffollati e dispongono di scorte molto limitate di cibo, prodotti per l’igiene e la pulizia e acqua potabile – spiegano ancora dall’UNRWA -. Le terribili condizioni, aggravate dai traumi dovuti alla guerra, hanno iniziato ad alimentare le tensioni tra gli sfollati interni nei rifugi”.
Per quanto riguarda quanto accaduto all’Ospedale Al-Ahli (Al-Ma’amadani) di Gaza City, dove Hamas ha detto che, a causa di un bombardamento areo dell’Aeronautica israeliana, erano morte 500 persone e tantissimi altri erano feriti, il comunicato di ieri dell’Israel Defence Forces, spiega la posizione ufficiale delle Forze armate dello Stato ebraico.
“Dopo un’analisi approfondita delle conseguenze dell’IAF (Israel Air Force Ndr), della Marina israeliana, dei Centri di controllo del fuoco, dell’intelligence e della sorveglianza elettronica, l’IDF è stata in grado di concludere che:
In quel momento l’IDF non aveva condotto alcun attacco – aereo, navale o terrestre – nelle vicinanze dell’ospedale.
Il razzo è stato lanciato dai terroristi della Jihad islamica come parte di un più ampio bombardamento contro Israele.
L’incendio è stato probabilmente causato dal carburante per missili.
I resoconti di Hamas sui danni erano notevolmente esagerati”.
E l’IDF ha concluso un After Action Review e può confermare “che la Jihad islamica è stata responsabile dell’attacco all’Ospedale a Gaza” (il video dell’IDF: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/10/18/gaza-israele-ecco-il-video-del-razzo-palestinese-su-ospedale_b0116cfe-3bba-4332-8002-63b277173f3a.html)
Ora, la domanda che ci siamo posti è questa: se Israele avesse bombardato volontariamente l’ospedale quale sarebbe stato il vantaggio che lo Stato ebraico voleva raggiungere?
Avevamo pensato: costringere la popolazione palestinese a fuggire dal Nord della Striscia di Gaza perchè nel caso di un’operazione militare (imminente?) i soldati potessero avere più libertà d’azione nell’attacco terrestre .
Ma questo se fosse provato significherebbe che Israele, a livello mondiale, dal punto di vista morale avrebbe fatto una pessima figura.
Vorrebbe dire che il fine giustifica il mezzo.
Se, proviamo sempre a seguire la stessa logica, e invece, come dice il comunicato dell’IDF, fosse stato compiuto dalla Jihad islamica quale sarebbe il vantaggio?
Uno: portare l’opinione pubblica araba e più in generale a far dimenticare la loro azione di sabato 7 ottobre in Israele .
Due: bloccare qualsiasi capacità americana di mediazione (ieri il Presidente americano Joe Biden era infatti in Israele per incontrare il vertice politico israeliano, dando tutto l’appoggio militare al Paese ebraico) per raggiungere una tregua a premessa della famosa intesa con l’Arabia Saudita (accordi di Abramo: https://static.lexplain.it/wp-content/uploads/sites/36/2023/10/Accordi-di-Abramo-Dichiarazione-di-pace-cooperazione-e-relazioni-diplomatiche-e-amichevoli-costruttive.pdf; https://static.lexplain.it/wp-content/uploads/sites/36/2023/10/Trattato-di-pace-relazioni-diplomatiche-e-piena-normalizzazione-tra-gli-Emirati-Arabi-Uniti-e-lo-Stato-di-Israele.pdf; https://static.lexplain.it/wp-content/uploads/sites/36/2023/10/Dichiarazione-congiunta-sugli-Accordi-di-Abramo.pdf) con una prospettiva di pace tra palestinesi e israeliani.
Infine, fermare la pressione militare israeliana sugli obiettivi militari di Hamas a Gaza e di Hezbollah in Libano.
Purtoppo in tutte le guerre fatti di questo genere sono sempre avvenuti. Per questo solo un’indagine indipendente potrebbe spiegare all’opinione pubblica mondiale cosa sia successo.
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