Guerra Israele-Hamas: tutto pronto per la battaglia di Gaza. L’IDF fa di nuovo appello ai civili di evacuare verso Sud per la loro protezione. Ma i terroristi lo impediscono

GAZA CITY (STRISCIA DI GAZA) – nostro servizio particolare. Tra le immagini  che arrivano da Gaza, una di quelle che salta più agli occhi  è quella della massiccia preparazione al combattimento dell’Israele Defence Forces (IDF) contro i terroristi di Hamas.

L’armamento di un carro

Terroristi che, sabato scorso, hanno attaccato lo Stato ebraico uccidendo e rapendo civili (donne e bambini per lo più) e continuando a lanciare razzi sulle città vicine alla Striscia di Gaza ma anche su Tel Aviv.

La mappa delle città colpite

Il sistema Iron Dome, anche se la scorsa settimana c’è stata una massiccia saturazione di lanci di razzi, è riuscito a rispondere in maniera adeguata.

Intanto, mentre l’IDF aveva invitato i residenti nellla Stiscia di Gaza ad evacuare verso Sud per la loro protezione e la popolazione aveva iniziato a farlo a meridione del fiume Gaza. i terroristi di Hamas hanno reso difficile questo spostamento.

Tutto questo, come detto, non ferma la volontà di Israele di sconfiggere Hamas, una volta e forse per tutte.

Un’immagine propagandistica di Hamas

A vedere le immagini, ogni momento puà essere quello utile per sferrare l’attacco. Ma per fare questo Israele non può violare le leggi di guerra coinvolgendo, più del minimo necessario per lo svolgimento dell’operazione, i civili palestinesi.

Questo atto le farebbe perdere la faccia nel consenso internazionale di cui lo Stato ebraico non può fare a meno.

Non dimenticando l’altro aspetto: quello del tempo.

Fattore che è in stretto collegamento con l’aspetto economico di cui avevamo già parlato (https://www.reportdifesa.it/guerra-israele-hamas-il-fattore-economico-potrebbe-frenare-la-presa-di-gaza-quanto-lo-stato-ebraico-puo-sostenere-la-mobilitazione-unanalisi-sul-terreno-della-situazione-militare/)

Il 10% del popolo israeliano è mobilitato per rispondere agli assassini di Hamas.

Intanto, l’Iran ha trasmesso un messaggio a Israele attraverso l’ONU: saremo costretti a intervenire se gli attacchi a Gaza continueranno.

COME POTREBBE SVOLGERSI L’ATTACCO SU GAZA

L’attacco di Israele su Gaza si potrebbe basare su una brevità delle operazioni terrestri ad alta intensità e la salvaguardia della popolazione palestinese.

Le IDF potranno sfruttare la rigidità dell’organizzazione difensiva di Hamas che è ancorata profondamente sul terreno.

In particolare, è orientata verso Est ed è concentrata nella parte Nord della Striscia.

E’ un’area particolarmente edificata ed è più facilmente difendibile dai terroristi.

Il bagno in uno dei kibbutz attaccato da Hamas

Quindi possiano pensare che l’attacco di Thashal (IDF in inglese) sarà diretto verso Nord-Sud per riuscire a colpire sul fianco le postazioni di Hamas orientate per lo più ad Est.

E qui torna alla ribalta la richiesta di Israele di far evacuare i civili verso Sud. Una zona molto meno edificata e dove questa massa di rifugiati potrà essere meglio controllata, soccorsa e tenuta lontano dalla zona dei combattimenti più intensi.

L’azione terrestre –  nonostante l’ultimatum israeliano di 24 ore che è scaduto stasera, dato alla popolazione per lasciare il Nord della Striscia – potrebbe non avvenire prima delle prossime 48/72 ore dalla scadenza dell’ultimatum stesso.

Ovvero l’IDF dovrà spingere al massimo per favorire il deflusso dei civili verso Sud in modo che i soldati con la Stella di David non siano accusati di crimini di guerra.

Un tempo diciamo congruo per consentire a molti altri civili di spostarsi verso Meridione. Nel frattempo l’IDF dovrà continuare a fiaccare la resistenza psico-fisica di Hamas e nel contempo predisporre ogni aspetto tattico e logistico pronto alla battaglia.

E perciò, in questo lasso di tempo, le Forze Armate continueranno la campagna aerea e di bombardamenti con l’artiglieria.

Acquisiranno ulteriori informazioni tramite la raccolta di immagini con droni, condurranno colpi di mano con le Forze Speciali per attaccare obiettivi considerati altamente appaganti o per liberare qualche ostaggio ove dovessero individuare i luoghi di detenzione.

L’IMPIEGO DELLE FORZE E ANALISI DELLA MANOVRA

L’IDF dovrà impiegare le forze equivalenti ad una Divisione per tenere la linea di Gaza con andamento Nord-Sud.

Questa funzionerà da forza di copertura ed avrà lo scopo di tenere impegnate i miliziani di Hamas e impedire attacchi terrestri verso Israele.

L’attacco dovrebbe iniziare con una manovra concorrente ma fondamentale per la riuscita dell’intero piano.

Un grosso raggruppamento corazzato (e nelle foto sopra si vedono carri pronti alla battaglia) dovrà essere impiegato a tagliare in due la Striscia di Gaza all’altezza dell’omonimo fiume.

L’aerea non essendo molto edificata è ad ritenersi indifendibile per Hamas che non può affrontare in campo aperto una forza corazzata.

Questa manovra avrà lo scopo di separare la massa dei civili non combattenti da quella parte di popolazione che sceglierà di restare al Nord.

Per le leggi di guerra diventa un obiettivo legittimo delle forze attaccanti chi sceglie volontariamente di restare su obiettivi dichiarati militari.

Sicuramente Hamas tratterrà con la forza una parte dei civili nelle aree di combattimento per farsene scudo, ma in questo caso il crimine di guerra deve essere attribuito ai terroristi e non di certo ad Israele che avrà lasciato alla popolazione, come detto un congruo periodo di tempo per abbandonare l’area dei combattimenti.

Se poi, come potrebbe essere probabile, i soldati israeliani organizzeranno un massiccio piano di soccorso della popolazione palestinese ammassata nel Sud della Striscia consentendo l’afflusso anche di aiuti e soccorsi dal confine egiziano, riusciranno a porre le basi per riaprire un dialogo sia con i palestinesi, ma soprattuto con il mondo arabo ostile all’Iran.

La forza d’attacco incaricata di questa azione di “taglio della Striscia“ dovrebbe essere basata su una Brigata Meccanizzata che, disarticolato il dispositivo di Hamas lungo la direttrice d’attacco, sia pronta a convergere a Nord, sigillando così da Sud l’area del combattimento principale.

Carri pronti al combattimento

Una seconda Brigata di Fanteria, inserita al seguito del cuneo corazzato, facendo fronte a Sud avrebbe il compito di filtrare i profughi palestinesi ed essere l’Hub  finale degli aiuti israeliani ed internazionali in afflusso.

L’Egitto potrebbe fare altrettanto per i profughi organizzando gli aiuti dal Passo di Rafah.

L’ATTACCO

L’attacco principale, come detto in precedenza, dovrebbe avere direttrice Nord – Sud ed avere lo scopo di disarticolare il dispositivo militare e logistico di Hamas.

Dovrebbero essere impiegate almeno due Brigate Meccanizzate pesantemente appoggiate da Genio corazzato e artiglieria dotata anche di mortai pesanti (come anche i vecchi 160 millimetri perfetti per il supporto di fuoco).

La Brigata di destra avanzerebbe nel tratto fra la strada costiera e El Nasser Street.

Quella a sinistra muoverebbe fra al Jalaa Street e Salah Eddin Street.

La mappa della Striscia di Gaza

Queste due Brigate dovrebbero  eliminare tutte le forze di superficie di Hamas ed andarsi ad attestare a Sud di Gaza City all’altezza della Road numero 10.

Durante l’azione del cuneo corazzato che muove da Nord, i soldati dell’IDF schierati lungo il confine, oltre a tenere impegnate frontalmente le forze di Hamas potrebbero colpire di filata quelle unità dei terroristi che faranno fronte Nord per contrastare l’avanzata del cuneo corazzato.

Le Brigate corazzate in prima schiera dovrebbero essere seguite da almeno tre Brigate di Fanteria incaricate di condurre la più grande operazione “underground  “della storia militare, allo scopo di smantellare definitivamente le strutture sotterranee di Hamas e impedire attacchi alle spalle al cuneo corazzato destinato a distruggere il dispositivo di superficie di Hamas.

Una terza operazione concorrente, potrebbe essere condotta dalle truppe paracadutiste israeliane, le quali con sbarchi dal mare ed elitrasportati potrebbero realizzare una testa di ponte nell’area di Al Mughraqa per isolare gli altri abitati importanti della Striscia: Nusayrat e Al Zawayda.

Le quali potrebbero essere ripulite successivamente con lo stesso metodo seguito a Gaza City.

La Marina potrebbe essere chiamata ad interdire a chiunque l’accesso dal mare e fornire supporto di fuoco con le sue Corvette e moto missilistiche, i cui pezzi da 76 millimetri potranno essere utilizzati per battere bersagli puntiformi.

Una corvetta israeliana nelle acque antistanti Gaza

L’Aeronautica, invece, dovrà essere pronta ad appoggiare tutte le fasi dell’operazione e particolarmente importanti saranno le  Small Diameter Bombs, in afflusso dagli Stati Uniti per limitare i danni fra ì civile.

Un F-15 I Ra’ams dell’Aeronautica israeliana

I combattimenti underground, visti i numerosi cunicoli scavati dai miliziani di Hamas, saranno senza dubbo la novità e la sorpresa della battaglia di Gaza.

Infatti, gli israeliani dovranno individuare il maggior numero possibile di ingressi alla “metropolitana di Gaza”  per condurvi scontri armati sotto il suolo  che vedrà l’impiego massiccio di droni terrestri ad elevata tecnologia sviluppati in Israele ed in Occidente più in generale, affiancati all’impiego di tecniche di combattimento antiche che ci ricorderanno la Prima Guerra mondiale con l’impiego di mine e contro mine.

Potrebbero essere usati gas per ordine publico, quali i lacrimogeni per saturare i condotti.

Ma i risultati potrebbero essere incerti. Se, infatti, le gallerie sono su più livelli i gas tenderanno a saturare le gallerie più elevate.

Non è da escludere l’impiego dell’acqua di mare per allagare le gallerie più in basso ottenendo buoni risultati in combinazione ai gas lacrimogeni.

I droni terrestri (UGV) saranno fondamentali nella condotta delle operazioni sotto il suolo sia per la ricognizione sia per il combattimento vero e proprio.

Il problema principale però per gli UGV underground sarà la capacità di controllo.

Probabilmente la tecnica del filo guidato sarà la più utilizzata per non perdere il controllo dei mezzi.

Altri strumenti fondamentali per i combattimenti “sotto il suolo “ saranno i georadar ed i sensori di movimento per l’individuazione dei terroristi di Hamas annidati nei cunicoli.

La battaglia, dunque, si dovrebbe basare su 4 domini fisici: terrestre, underground, mare e cielo, oltre a quelli dello Spazio e del Cybernetico.

Comunque, come sempre sarà dato alla Fanteria il compito più duro, anche se sarà appoggiata dalle più innovative tecnologie.

Ma essa dovrà occupare materialmente il territorio!

Cosa potrebbe succedere ai civili ostaggio dei terroristi? Il rischio che non siano salvati tutti  è altissimo, visto il dedalo dei cunicoli di Gaza dove è ipotizzabile che siano detenuti.

Il terreno impone le due direttrici indicate.

Se l’effettivo deflusso della popolazione da Nord ci sarà, esso determinerebbe quale sarebbe lo sforzo principale e quale l’azione concorrente (uno schema di manovra basato di fatto sulle condizioni che si realizzeranno nelle prossime ore o giorni).

Se ci sarà un massiccio deflusso della popolazione, dunque, allora la sequenza delle azioni rispecchierá grosso modo quelle indicate.

Se invece non ci sarà deflusso, è presumibile che lo sforzo principale sarà volto a tagliare in due la Striscia isolando del tutto la parte Nord.

Una volta isolato il Nord sarà adottata una strategia attendista, con azioni CIMIC e PSYOPS volte ad aiutare la popolazione con punti di resupply esterni alle zone abitate (ovvero vi do acqua, cibo e medicinali, ma dovete venirveli a prendere o dovere abbandonare l’area) e a mantenere il consenso internazionale.

L’operazione sarebbe sostenibile nel tempo. Eviterebbe un’azione dall’esito incerto con significative perdite e assicurerebbe una narrativa per mantenere l’immagine internazionale.

CHE NE SARA’ DI HAMAS?

Dopo la battaglia di Gaza, Hamas sicuramente sarà finita come organizzazione militare anche se imporrà alle Forze israeliane un alto tasso di perdite che dovranno divenire accettabili dall’opinione publica del Paese ebraico, dopo che i terroristi hanno massacrato in modo deliberato migliaia di persone innocenti.

Finita la battaglia, Israele vincerà la guerra solo se riuscirà a lasciare rapidamente la Striscia di Gaza passandola in consegna magari all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). L’ANP fu espulsa con la forza da Hamas nel 2005.

Questo passaggio potrebbe lanciare le basi di un vero processo di pace in cui si realizzi nei fatti l’assioma “due Popoli, due Stati”.

L’Occidente  il modo arabo sunnita e lo stesso Israele dovranno impegnarsi per massicci aiuti al popolo di Gaza in modo che sia chiaro che l’obiettivo della guerra è la pace e la sicurezza di Israele e di tutto il Medio Oriente.

Se l’operazione avrà successo potrebbe, se necessario, essere ripetuta in Libano e Siria, espellendo definitivamente l’Iran da questa zona del Medio Oriente, nell’interesse di Israele, degli arabi sunniti e dell’Occidente.
Nelle prossime ore vedremo quanto le operazioni sul campo si discosteranno da quanto ipotizzato.
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