Di Bruno Di Gioacchino
HERZLIYA (ISRAELE). In un contesto già teso per l’escalation della guerra tra Israele e Iran, una granata è stata lanciata nel giardino della residenza dell’Ambasciatore norvegese Per Egil Selvaag a Herzliya, città alle porte di Tel Aviv.
L’attacco, avvenuto ieri sera, non ha causato vittime, ma ha provocato danni materiali.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha definito l’atto “grave e pericoloso” e ha assicurato che le autorità stanno conducendo un’indagine approfondita.

Tra il 13 e il 16 giugno, Israele ha colpito siti nucleari iraniani, generando una risposta iraniana con missili e droni su infrastrutture civili.

È in questo quadro di scontro crescente che si inserisce l’attacco alla residenza diplomatica norvegese. Pur in assenza di prove certe che colleghino l’episodio a Teheran, il gesto solleva interrogativi strategici e politici rilevanti.
- L’uso di una granata richiama modalità operative riconducibili a milizie leggere o a cellule terroristiche
- Colpire una sede diplomatica europea ha un forte valore simbolico e politico, anche in assenza di vittime
- L’effetto appare destabilizzante: si mina la percezione di sicurezza interna in Israele e si invia un segnale alla comunità internazionale.
L’attacco coinvolge indirettamente anche Paesi europei che finora hanno mantenuto un atteggiamento critico ma equilibrato.
- Il rischio è che i Governi come quello norvegese siano spinti a irrigidire la propria posizione verso Teheran
- Eventi simili possono accelerare dinamiche sanzionatorie o iniziative diplomatiche più decise in sede di Unione Europea
- Anche un singolo gesto può compromettere l’equilibrio delle relazioni multilaterali e alterare gli schieramenti.
Il conflitto Israele-Iran si configura sempre più come una guerra ibrida, fatta di attacchi diretti, intimidazioni simboliche e operazioni asimmetriche.
- Gli episodi violenti si intrecciano con pressioni psicologiche e diplomatiche, estendendo il campo di battaglia
- Attori neutrali o non coinvolti direttamente diventano bersagli funzionali a strategie di destabilizzazione
- La spirale di tensione rischia di sfuggire di mano anche agli attori principali del conflitto.
Senza elementi certi sull’identità dei responsabili, l’attacco appare come un’azione dimostrativa carica di implicazioni.
Anche se limitato nei danni, può avere un effetto strategico importante nel complicare una crisi regionale già incandescente.
Resta fondamentale chiarire la matrice dell’atto: solo un’indagine completa potrà stabilire se si tratta di una provocazione isolata o dell’inizio di una nuova fase del conflitto.
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