Guerra russo-ucraina: breve analisi sulla propaganda di Mosca. Un libro di Gabriele Adinolfi esamina i dati poltiici, economici, sociali e militari

Di Andrea Lombardi*

GENOVA. In questi mesi abbiamo letto con curiosità le cifre e le considerazioni su Russia e Ucraina vergate da molti commentatori – spesso consciamente o inconsciamente filorussi e/o antiamericani, e quasi sempre acritici verso la propaganda del Cremlino, fattasi sempre più pervasiva nell’ultimo decennio, come documentato dall’Istituto Germani in un suo importante studio che meriterebbe un’ampia diffusione.

E, per spirito di completezza di informazione vorremo rendere noti ai lettori di Report Difesa i seguenti dati sulla pretesa “Russia ultimo baluardo della Tradizione e argine alla decadenza dell’Occidente”, tratti dalle note del libro da noi edito “Destra Terminale Addio” di Gabriele Adinolfi (Genova, 2022), premettendo ovviamente che il mondo occidentale possa e debba essere criticato, ma sulla base di linee politiche e di pensiero libere e non condizionate dall’una o dall’altra propaganda.

Tra i 15 mila morti del Donbass” che la propaganda moscovita e i suoi minion nostrani sbandiera come gente propria ci sono tra questi anche circa 4.500 soldati e paramilitari ucraini ed è difficile attribuire con certezza le appartenenze dei civili.

Sepatisti del Donbass

Nel dettaglio, secondo fonti ONU, USA e separatiste della DNR e LNR, dal 6 aprile 2014 al 31 dicembre 2021 le perdite complessive militari e civili nel Donbass sono state 14.200-14.400, tra cui 3.404 civili (compresi i civili ucraini e 306 stranieri), 4.400-4.641 militari e paramilitari ucraini, 6.517 guerriglieri separatisti filorussi e 400-500 militari regolari russi.

In quanto al tanto decantato “genocidio”, nel biennio prima dell’aggressione russa dell’anno scorso, quel conflitto ha prodotto 114 morti.

Premesso che l’opposizione all’Occidente satanico e decadente espressa dalla classe dirigente russa è quasi esclusivamente un escamotage propagandistico e che non ha di certo invaso l’Ucraina per attaccare il Gay Pride, se la Russia non viene intesa come un interlocutore potenziale a cui guardare spassionatamente, ma la si prende come Modello in uno scontro di civiltà, bisogna andare a vedere le carte prima di prostrarsi inebetiti al suo cospetto.

Il Presidente russo Putin assiste a manovre navali

Si scoprirebbero i primati mondiali di suicidi, l’elevato numero di aborti, il dilagare della criminalità e della droga letale a basso prezzo che falcidia la gioventù, e una popolazione da anni in pieno declino demografico, e con abissali disparità sociali.

Ecco i dati:

Nel 2019 in Russia il rateo dei suicidi era pari a 21,6 ogni 100 mila abitanti (Italia 4,3; Germania 8,3; Finlandia 13,4, dati OMS) mentre nel 2020 il rateo dei divorzi era 3,9 ogni 1.000 abitanti/anno (Italia 1,5; Germania 1,9; USA  2,3) e il rateo di aborti, seppur in costante diminuzione dagli anni 1990-2000, è secondo alcune statistiche circa il doppio di quello degli USA e dell’Europa (480 aborti ogni 1.000 nascite, comparati a 200 negli Stati Uniti e 135 in Germania, dati 2017 e 2015) mentre altre fonti danno un rapporto più vicino a quello USA.

Infine, la mortalità per droga in Russia è pari a 10,2 per 100 mila abitanti (Norvegia 5,7; Germania 1,7; Italia 1, dati 2016) e l’abuso di alcol, in diminuzione rispetto ai livelli drammaticamente elevati dei decenni precedenti, rimane comunque tra i principali responsabili della minore aspettativa di vita degli uomini russi rispetto a quelli delle nazioni occidentali (66-71 contro 76-78 anni).

Scene di guerra nel Donbass

Nel 2021 il rateo delle nascite in Russia è stato di 9,8 ogni 1.000 abitanti a fronte di 16,7 morti ogni 1.000 abitanti.

Nel 2021, nonostante i suoi 143,4 milioni di abitanti, la sua estensione e le sue risorse in materie prime, il PIL della Russia è stato di 1.439 miliardi di euro, a fronte di 1.781 miliardi dell’Italia e 3.564 della Germania.

Questo dato colloca la Russia al 12° posto della classifica mondiale del FMI (Fondo Monetario Internazionale) mentre il PIL pro capite la colloca al 72° posto al mondo.

*Editore e saggista

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