Di Emanuela Caso
ROMA (nostro servizio particolare). Vi portiamo nei luoghi della memoria di Hiroshima e di Nagasaki attraverso un excursus interattivo e fotografico intitolato “Senzatomica”.
Ricordiamo così gli infausti avvenimenti che sconvolsero il mondo intero.
La mostra resterà aperta fino il 25 Maggio presso l’Ospedale delle Donne in Piazza S. Giovanni in Laterano, 74 a Roma.
L’esposizione promossa e finanziata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, riunisce l’impegno e la pratica di migliaia di italiani che seguono e riportano la tradizione buddista del monaco Nichiren Daishonin (1222-1282).
E’ stata sostenuta da Roma Capitale, patrocinata da Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, RUniPace e ANCI (Associazione Nazionale Comuni italiani).
“Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”, è una battaglia senza tempo, una lotta contro le armi nucleari, ove ognuno di noi ha il compito di trasformare il destino della società, riportando alla luce i drammatici eventi del 6 e 9 agosto del 1945.
UN PO’ DI STORIA
Lo sgancio di due bombe atomiche denominate Little Boy e Fat Man colpì, rispettivamente, Hiroshima e Nagasaki.
Morirono 210 mila persone e 150 mila rimasero ferite a causa delle esplosioni avvenute.
Alla fine del 1945 ulteriori migliaia di persone restarono uccise a causa della malattia acuta causata dalle radiazioni ionizzanti, portando il numero di vittime a circa altri 200 mila.
Si calcola che da quei giorni di agosto 1945 quasi mezzo milione di persone nei decenni successivi perirono per cause legate alle radiazioni.
Nei 200 mila morti sono inclusi tutti coloro che si trovavano nelle città obiettivi al momento dell’esplosione e chi successivamente furono esposti al fallout (ricaduta della pioggia radioattiva).
Subito dopo la fine della guerra, moltissimi intellettuali e scienziati, tra cui anche chi aveva partecipato al “Progetto Manhattan”, si dichiararono contrari all’uso indiscriminato degli ordigni atomici.
Come si sa l’Impero nipponico era già sconfitto in quel periodo e non aveva alcuna speranza di cambiare il corso degli eventi bellici.
Studi condotti da militari USA e da storici, nel dopoguerra stabilirono che il Giappone non avrebbe potuto resistere ancora a lungo e nel breve termine si sarebbe arreso anche senza l’uso delle bombe atomiche.
Anche la scelta di utilizzare bersagli civili anziché militari è stata spesso criticata.
Da una parte i vertici statunitensi erano ansiosi di utilizzare le bombe atomiche sulle città per poter verificare al meglio le potenzialità di un ordigno nucleare sul campo di battaglia, dall’altra c’è da rimarcare che gli Stati Uniti stavano già portando avanti una politica di massicci attacchi incendiari su obiettivi civili in Giappone.
Durante questi attacchi il 20% degli esplosivi aveva lo scopo di distruggere le strutture di legno degli edifici in modo che il restante 80%, composto da piccole bombe incendiarie, utilizzasse questo materiale infiammabile per incendiare le città.
Tali raid distrussero completamente molte città giapponesi (compresa Tokyo) ancor prima dell’utilizzo di armi atomiche.
LA MOSTRA
Nell’odierno contesto, il visitatore è portato alla riflessione passata e attuale, non solo per ricordare frammenti del contesto storico, ma nel comprendere come l’impatto del pensiero possa divenire “azione” e trasformare il destino di milioni di persone.
L’esposizione evidenzia i concetti fondamentali del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW – https://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Il-Trattato-delle-Nazioni-Unite-per-la-Proibizione-delle-Armi-Nucleari-entrera-in-vigore-a-gennaio-2021/5403) primo trattato legale che evidenzia l’eliminazione delle armi nucleari.
Ad oggi sono 195 dei potenziali Paesi partecipanti, 122 hanno adottato l’accordo impegnandosi a distruggere i propri arsenali nelle direttive legali vincolanti.
Presso la sede dell’ONU di New York dove è stato negoziato il trattato, durato quattro settimane circa, si ribadisce il concetto della democrazia e cooperazione tra gli Stati poveri e quelli militarmente più potenti, sino a giungere al completo disarmo nucleare.
La campagna “Italia ripensaci” ha l’obiettivo e la determinazione di poter indirizzare anche nel nostro Paese la giusta strada insieme ad altri membri dell’ONU.
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