Chelmno sul Ner (nostro servizio particolare). Chelmno sul Ner fu la prima “fabbrica della morte” nella Polonia occupata dai nazisti,
Il campo di sterminio di Chelmo
L’Olocausto e altri crimini di genocidio nazisti durante la Seconda Guerra mondiale sono già stati ampiamente trattati nella letteratura e nella storia mondiale.
Particolarmente ricchi sono gli studi sul funzionamento del campo tedesco di Auschwitz-Birkenau.
È nota anche la storia dei campi di sterminio di Bełżec, Sobibór e Treblinka.
La meno conosciuta sembra essere quella orribile del primo centro di sterminio nazista, a Chełmno sul Ner (Kulmhof in tedesco) nella Polonia occidentale.
Quando Adolf Hitler assunse la carica di Cancelliere della Repubblica di Weimar il 30 gennaio 1933, questo giorno passò alla storia come l’inizio di una nuova era per la vita dei tedeschi e non solo.
Era un governo in cui i nazisti erano in minoranza, ma presto tutto cambiò e ed essi presero il controllo assoluto dello Stato tedesco.
Hitler ottenne il potere non attraverso la rivoluzione, come aveva promesso dal 1923, ma con libere elezioni.
In pochi mesi, la Germania, da Stato governato democraticamente, si trasformò in uno Stato totalitario, andando verso la guerra e il genocidio, parte del quale colpì gli ebrei.
A CHELMO SUL NER IL PRIMO CENTRO DI STERMINIO
Il primo centro di sterminio pianificato stabilito nella Polonia occidentale occupata fu Kulmhof (SS-Sonderkommando Kulmhof), attualmente Chełmno sul Ner.
La mappa del campo
Questo campo ha funzionato dall’autunno 1941 all’aprile 1943 e brevemente nel 1944.
Fu il principale luogo di sterminio di massa della popolazione ebraica della regione di Warta, come i tedeschi chiamavano la parte della Grande Polonia incorporata nel Terzo Reich.
Gli ebrei del ghetto di Łódź (Ghetto Litzmannstadt) costituivano una parte significativa delle persone assassinate.
Fu il primo ghetto completamente isolato dal resto della città nella Polonia occupata, il più grande dopo Varsavia e l’unico ghetto sopravvissuto quasi fino alla fine dell’occupazione tedesca in Polonia (liquidata nell’agosto 1944).
I primi prigionieri qui erano ebrei che vivevano a Łódź.
Nell’autunno del 1941 arrivarono nel ghetto i trasporti di ebrei provenienti dall’Austria, dalla Repubblica Ceca, dal Lussemburgo e dalla Germania.
I successivi reinsediamenti ebbero luogo dal dicembre 1941 all’agosto 1942, anche da altri ghetti liquidati nella regione di Warta (Grande Polonia).
Alla fine del 1941 furono portati qui circa 5 mila Sinti (etnia Rom) e Rom del Burgenland, al confine tra Austria e Ungheria.
Nella seconda metà del 1942, quasi 20 mila ebrei dell’Europa occidentale, inclusi Germania e Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo ed ebrei di Praga.
In totale, circa 200 mila persone sono passate attraverso il ghetto di Lodz.
Il centro di sterminio di Chlemno iniziò a funzionare ancor prima che i tedeschi iniziassero ufficialmente ad attuare il piano Endloesung.
Fu in questo campo che iniziò il processo di uccisione con l’uso di gas velenosi, che fu poi utilizzato a Bełżec, Sobibór, Treblinka e Brzezinka (Auschwitz-Birkenau).
UNA STRUTTURA NASCOSTA
La scelta dell’ubicazione del campo in un luogo appartato a Chełmno sul Ner è stata principalmente dovuta a considerazioni logistiche.
Il luogo aveva buoni collegamenti stradali e ferroviari con la vasta regione, in particolare con il ghetto di Łódź.
Dopo il trasferimento della popolazione locale al governo generale, un campo venne eparato su parte della proprietà terriera e sugli edifici del villaggio.
Le SS-Sonderkommando Kulmhof erano ospitate negli edifici adattati.
La chiesa cattolica era stata trasformata in un magazzino per gli effetti personali degli ebrei assassinati, e nella canonica c’era l’ufficio del comandante delle SS.
Il fondatore e primo comandante del campo fu l’ SS-Sturmbannführer (Maggiore) Herbert Lange (1940 – marzo 1942).
Il campo non aveva un indirizzo ufficiale ed era chiamato anche “SS-Sonderkommando Lange” dal cognome del comandante.
L’isolamento della scena del crimine è stato facilitato dai fiumi vicini: Ner e Warta.
Lange è stato precedentemente coinvolto in crimini negli ospedali psichiatrici nell’ambito di azioni di eutanasia (T4 – Aktion 4) nella Grande Polonia.
Il secondo comandante fu l’ SS-Hauptsturmführer (Capitano) Hans Johann Bothmann (marzo 1942 – marzo 1943).
Circa 120-130 uomini delle SS lavoravano costantemente nel campo.
IL PRIMO TRASPORTO DI EBREI
Il primo trasporto di ebrei a Kulmhof arrivò la notte del 7 dicembre 1941 dalla città di Koło, situata a diversi chilometri da Chełmno.
Il giorno dopo, l’8 dicembre, queste persone furono uccise.
Sono state le prime vittime. L’intera operazione di sterminio fu gestita da ufficiali della Sicherheitspolizei (SIPO).
Mentre i poliziotti della Schutzpolizei (SCHUPO) sorvegliavano il campo e scortavano le vittime.
Tre erano i Comandi nel campo: quello principale (Schlosskommando), quello della foresta (Waldkommando) e quello dei trasporti (Transportkommando).
Una pratica comune nei campi di sterminio e di concentramento tedeschi era quella di utilizzare altri prigionieri per assistere nell’intero processo di gestione e sterminio.
Fu così anche a Kulmhof, dove oltre a gruppi organizzati di aiutanti ebrei, esisteva un commando permanente composto da polacchi.
Erano prigionieri inviati qui dal Forte VII di Poznań, il primo campo di concentramento nel territorio polacco occupato.
L’intera macchina criminale nazista era così organizzata che le persone destinate a sterminare fino alla fine non si rendevano conto di ciò che li aspettava.
Questo è stato anche il caso del Kulmhof.
Ai nuovi arrivati veniva detto che da qui poi sarebbero stati destinati ai lavori forzati in qualche alttro luogo del Reich.
Fu allestita una sala d’attesa, dove le vittime venivano spogliate. Ebrei nudi (bambini, adulti, donne, vecchi) venivano condotti nel seminterrato.
Lì la finta cortesia finiva e i tedeschi, usando i manganelli, portavano le vittime verso un lungo e da qui su per le scale, verso la rampa.
Poi radunavano tutti ai camion disponibili che erano stati trasformati in finte docce. Erano infatti camere a gas mobili.
I tedeschi li chiamavano “Sonderwagen”, “Spezialwagen” o “S-Wagen”.
Gli omicidi venivano compiuti utilizzando i gas di scarico. Nella cabina del conducente era presente un dispositivo che commutava la trasmissione dei veleni volatili all’abitacolo.
Nei primi mesi a Kulmhof venne utilizzato per lo sterminio il monossido di carbonio, fornito in bombole da Berlino.
Successivamente gli ebrei furono uccisi direttamente con i gas di scarico.
Un’immagine dello sterminio di ebrei a Chelmo
All’inizio erano veicoli che trasportavano tra le 80 e le 100 vittime alla volta.
Successivamente, fu utilizzato un camion appositamente convertito che poteva trasportare fino a 175 vittime.
I corpi venivano trasportati nella foresta chiamata Rzuchowski, situata a 4 chilometri da Chełmno.
Un gruppo di diverse dozzine di necrofori ebrei che erano obbligati a questo costituivano il “Waldkommando”.
I loro compito era di scavare a mano tombe, lunghe da 60 a 230 metri circa, dove seppellivano i corpi, fino a riempire le fosse.
Furono fucilati anche gruppi più piccoli di prigionieri.
I TRASPORTI DI ZINGARI
A metà dicembre 1941, anche la popolazione zingara, raggruppata e precedentemente trasportata nel cosiddetto “campo zingaro” vicino al ghetto di Łódź (Zigeunerlager a Litzmannstadt) fu portata in treno in questo campo di sterminio.
I successivi trasporti di zingari avvennero il 29-30 dicembre 1941 e 5-9 gennaio e 16 gennaio 1942.
In totale, qui furono assassinati circa 4.300 Rom e Sinti del Burgenland austriaco.
La causa immediata della decisione di liquidare il campo zingaro (Zigeunerlager) fu lo scoppio di un’epidemia e la morte di diversi medici e del comandante tedesco della Gestapo a Łódź.
Le condizioni di vita nell’intero ghetto di Lodz erano pessime e risultavano da grande sovrappopolazione, fame e malattie, ma erano ncomparabilmente peggiori dove vivevano gli zingari.
Furono uccise circa 700 persone in questo settore. E furono sepolti con noncuranza nel cimitero ebraico, all’interno del ghetto.
Questo portò allo scoppio di un focolaio di tifo.
Le condizioni ed il lavoro sanitario nel campo furono descritte dal medico ebreo Arnold Mostowicz.
Durante la Seconda Fuerra mondiale, prigioniero, lavorò come medico in un ospedale per malattie infettive e nel pronto soccorso del ghetto.
E grazie alla sua professione sopravvisse alla liquidazione del ghetto di Łódź,.
Fu poi fu imprigionato nei campi di concentramento tedeschi di Auschwitz, un ramo del campo di Gross-Rosen (Rogoźnica), a Bad Warmbrunn e Dörnhau .
L’intera azione di un omicidio metodico a Chełmno sul Nerem, nonostante sia stata eseguita nella massima segretezza, non poteva sfuggire all’attenzione degli abitanti polacchi locali.
Si ricorda lo sterminio nel campo di Chelmno
Le notizie si sparsero rapidamente sugli orrori di questo luogo.
Alla fine del 1941, il segretario prebellico del comune di Chełmno sul Ner, Stanisław Kaszyński, scrisse una lettera al console svizzero a Łódź in cui descriveva lo sterminio della popolazione ebraica da parte dei tedeschi.
Per questo tentativo di informare il pubblico internazionale sui crimini tedeschi, lui e sua moglie furono condannati a morte dai tedeschi.
Nella prima fase dell’operazione Kulmhof si verificarono diverse fughe di prigionieri dal “Waldkommando”.
Il destino di Szlama Winer (alias Jakub Grojnowski) merita un’attenzione speciale.
Raggiunse il ghetto di Varsavia e morì nel campo di sterminio di Bełżec.
L’Archivio Ringelblum ha fornito un resoconto scioccante e dettagliato del campo di sterminio di Kulmhof.
Qui sono stati documentati casi di omicidio di malati di mente nell’ambito dell’operazione T4, nonché gruppi di bambini della regione di Zamość e del villaggio ceco di Lidice.
Dopo i crimini commessi in questo centro di sterminio, non è restato nessun registro delle vittime.
La ricerca archeologica indica anche l’omicidio di non ebrei, cioè polacchi, compresi preti e suore, nonché di prigionieri di guerra polacchi e sovietici.
Per molte ragioni, è attualmente difficile stabilire il numero delle vittime del campo.
La maggior parte dei ricercatori parla di circa 150 mila – 250 mila vittime, per lo più ebrei della regione di Warta.
Alla luce di ricerche più recenti, alcuni storici sono stati inclini a parlare di tra circa 173 mila e circa 200 mila morti.
*Collaboratrice Report Difesa
**Autore di oltre 30 libri di carattere storico e regionale, Membro della Società Storica di Międzyrzecki Land