NAPOLI. Gli allievi della Scuola Militare Nunziatella appartenenti al 238° corso, intitolato alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Tenente Colonnello Alberto Bechi Luserna (ex allievo 1919-1921), hanno giurato fedeltà alla Repubblica Italiana.

La cerimonia si è svolta alla presenza del sottosegretario per la Difesa, Isabella Rauti, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, del Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Antonello Vespaziani e di numerose autorità civili, religiose locali e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Al termine dell’allocuzione del Colonnello Alberto Valent, Comandante della Scuola e al cospetto della Bandiera d’Istituto, gli allievi hanno risposto emozionati e all’unisono con un convinto e fragoroso “Lo giuro!” alla consueta formula di rito.

Il sottosegretario di Stato per la Difesa, Isabella Rauti rivolgendosi ai giovani allievi, ha sottolineato: “Oggi è il vostro battesimo militare, e leggiamo sui vostri volti il futuro delle Forze Armate e dell’Italia ed una consapevolezza già matura. Il vostro grido di Giuramento ha scosso questa piazza e le nostre coscienze; abbiamo condiviso questo atto di coraggio e l’assunzione di un impegno con voi stessi, con la Difesa e le Istituzioni. Oggi, nello scenario mondiale segnato da minacce ibride e da instabilità, questo Istituto tra i più antichi al mondo, svolge ulteriori compiti; prepara alle sfide tecnologiche, vi addestra ad affrontare la complessità, armandovi dei valori della tradizione.”

Nel corso del suo intervento il capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha evidenziato: “Credete sempre in voi stessi, ma siate capaci di esaltare anche gli altri, perché la vera forza non è nel primeggiare da soli ma nel far crescere chi vi cammina accanto. Ricordate: chi crede di essere un leader ma non ha nessuno che lo segua, non sta guidando — sta solo passeggiando. Questo vale sia nelle Forze Armate sia nella vita civile. Essere leader significa innanzitutto servire, dare l’esempio, trasmettere fiducia, accendere negli altri la fiamma che arde dentro di voi”.

“Mantenete nel cuore quel filo invisibile che vi lega alle vostre origini, alla vostra terra, alla vostra famiglia – ha aggiunto- come hanno sempre fatto, con orgoglio e amore, coloro che vi hanno preceduto. Portare sempre con voi la voce di una nonna, lo sguardo di vostra madre, il volto di vostro padre, il ricordo di un nonno, perché è da lì, da quegli affetti profondi, che nasce la forza di resistere, di rialzarsi nei momenti difficili, di non arrendersi mai, di discernere il bene dal male e di scegliere il bene, il giusto, quando arriva il momento di farlo. Perché la dignità non è un gesto: è l’eredità più grande che riceviamo da chi ci ha cresciuti e il dono più alto che possiamo lasciare. Cari allievi, benvenuti nella grande famiglia dell’Esercito”
.

Al termine della cerimonia, i Paracadutisti dell’Esercito Italiano sono atterrati in Piazza del Plebiscito, tra la gioia ed emozione di tutti i presenti, sventolando il Tricolore nel cielo di Napoli.
L’Esercito Italiano, con un concorso pubblico a cadenza annuale, offre la possibilità a tutti i ragazzi e le ragazze che abbiano concluso con esito positivo il secondo anno dei licei classico e scientifico di proseguire il triennio di studi presso i licei militari.
CEMMI STORICI SULLA SCUOLA MILITARE NUNZIATELLA
La Scuola militare Nunziatella nasce a Napoli – sulla collina di Pizzofalcone – nel 1787, per iniziativa del Re Ferdinando IV di Borbone.
Essa, nell’esigenza della formazione dei futuri ufficiali, fece tesoro delle precedenti istituzioni volute da Carlo di Borbone, quali la Real Accademia de los Guardias Estendartes de las Galeras (1735), l’Accademia di Artiglieria (1745), l’Accademia del Corpo degli ingegneri militari (1754), e – dalla fusione di queste ultime – la Reale Accademia militare (1769).
Ad esse fu successivamente affiancato uno specifico istituto per l’educazione militare dei cadetti, il Battaglione Real Ferdinando (1771), caratterizzato da uno studio prevalentemente orientato verso le matematiche e l’arte militare.

In seguito, al fine di preparare adeguatamente gli ufficiali sotto il profilo umanistico, scientifico e militare, quest’ultimo assumeva la denominazione di Reale Accademia del Battaglione Real Ferdinando, ospitando ben 810 cadetti, divisi in nove compagnie.
Integravano, infine, il quadro delle istituzioni d’istruzione militare del Regno di Napoli la Reale Paggeria ed il Collegio militare.
Con l’affidamento delle forze armate alla guida di John Acton, la volontà di dare ulteriore sviluppo e perfezionamento all’istruzione degli ufficiali spinse ad utilizzare le esperienze di formazione militare maturatesi in Francia, Germania ed Austria.
Un gruppo di ufficiali napoletani, guidati dall’allora tenente Giuseppe Parisi (1745-1831) ne studiò direttamente i modelli e le caratteristiche.
Al rientro a Napoli, elaborò una relazione che rafforzò la volontà del monarca di creare una nuova Accademia che facesse tesoro delle esperienze maturate attraverso la conoscenza degli istituti d’oltralpe: una istituzione veramente innovativa, con soluzioni originali, capace di curare la formazione culturale, fisica e caratteriale.
Re Ferdinando IV istituì la Real Accademia Militare, abolendo i precedenti istituti di formazione militare; Governatore dell’Accademia fu nominato il Principe Francesco Pignatelli di Strongoli, e comandante della stessa Domenico Leonessa, marchese di Supino.
Ad essa fu destinato l’antico noviziato dei Gesuiti, costituito sulla collina di Pizzofalcone nel 1587 – detto della Nunziatella dalla intitolazione della Chiesa alla Madonna dell’Annunciazione, distinta col diminutivo da altra omonima chiesa napoletana – e successivamente soggetto alle soppressioni decise dal Ministro Tanucci nel 1767.
Terminati i lavori di ristrutturazione dell’edificio, su indicazioni dello stesso Parisi, le lezioni ebbero inizio il 18 novembre 1787.
Gli insegnamenti erano distribuiti in nove classi; le ultime due erano dedicate alle conoscenze speciali relative alle diverse armi alle quali erano destinati gli allievi.
L’Ordinanza per la Reale Accademia militare del 1798 ne delineava i tratti del metodo educativo – che doveva intenzionalmente mirare a formare il corpo, la mente e il cuore – e dell’organizzazione.
Vi si prescrive la necessità di suscitare l’interesse per il sapere, acquisendo gradatamente e piacevolmente la capacità di ragionare e di giudicare.
Vi si raccomandano lo studio consapevole della letteratura, della storia e del latino, congiunto, tra l’altro, alla conoscenza della fisica, della chimica, della topografia e delle fortificazioni, mai disgiunto dalle esercitazioni e dagli aspetti applicativi.
L’educazione religiosa e morale assumeva grande rilievo: conoscendo i doveri verso Dio, gli allievi dovevano assimilare – attraverso gli insegnamenti e l’esempio – la virtù dell’ “ufficiosità” (opposta in quanto tale sia all’avvilimento che all’arroganza), il senso della lealtà e della gerarchia, la costanza nell’adempimento del dovere, e l’amore della patria.
In seguito alla proclamazione della Repubblica napoletana, nel 1799, la Scuola assumeva la denominazione di Nazionale Accademia militare. Con la restaurazione della monarchia, l’Accademia, per la collaborazione di alcuni docenti ed ufficiali alla Repubblica nata dalla invasione francese, venne temporaneamente soppressa, pur consentendo il re che le attività continuassero con un gruppetto di allievi.
Successivamente, prima come Real Convitto militare (1801), poi come Real Accademia militare (1802), la Nunziatella riprese la sua funzione istituzionale. Presidente fu nominato il tenente colonnello Giuseppe Saverio Poli.
Con il decennio di occupazione francese, il Poli passò a Palermo con la corte, ma l’attività scolastica continuò con la nuova denominazione voluta da Giuseppe Bonaparte di Scuole militari provvisorie, sotto la guida dello stesso Parisi.
Divenne poi Scuola Reale politecnica e militare con decreto di Gioacchino Murat, che ne riformava gli studi scanditi nell’arco di un quadriennio e ne affidava il comando al colonnello Francesco Costanzo. Ritornato sul trono Ferdinando IV di Borbone, la Nunziatella continuò a svolgere il suo compito con il precedente assetto organizzativo, solo mutando parzialmente il nome in Reale Istituto politecnico militare.
Una successiva riforma lo trasformò in Reale Accademia militare (1819), col compito di formare gli ufficiali per l’artiglieria, il genio e lo stato maggiore, cui venivano affiancate in distinte sedi la Reale Accademia militare, per gli ufficiali degli altri corpi, e le Scuole militari, destinate ai sottufficiali.
Nel 1823 fu richiamato in vigore l’originario ordinamento, con la scansione degli studi in otto anni ed un’ampia riserva di posti”a piazza franca” destinata a orfani o figli di ufficiali benemeriti.
Dal 1835 al 1844 la Nunziatella ebbe anche, pur in diverse forme, la funzione di formare gli ufficiali di marina.
A seguito dei moti rivoluzionari del 1848, che videro ancora molti docenti sostenere e battersi per gli ideali di libertà, il Re Ferdinando II ritenne opportuno trasferire la Nunziatella a Maddaloni, poco distante dalla Reggia di Caserta, dove intendeva trasferire la corte.
L’esilio a Maddaloni cominciò nel 1855, dopo aver portato a termine impegnativi e generosi lavori di ristrutturazione e ampliamento, iniziati quattro anni prima.
Della scansione dei diversi momenti delle attività degli allievi in questo torno di tempo ha reso testimonianza il diario di Ludovico Quandel (allievo dal 1855 al 1859, e poi ufficiale dell’esercito). La Nunziatella resterà a Maddaloni fino al 1859, anno in cui il Generale Carlo Filangieri ottenne dal giovane re Francesco II l’autorizzazione al rientro a Napoli.
Nelle vicende della fine del Regno delle Due Sicilie ufficiali ex allievi della Nunziatella si trovarono a militare su fronti opposti, alcuni – da Pietro Quandel a Francesco Traversa – nell’esercito regolare fino alla strenua resistenza nella fortezza di Gaeta, altri – come Enrico Cosenz e Giuseppe Ferrarelli – nelle fila garibaldine.
Con l’unificazione politica della penisola, la Scuola assunse la denominazione di Collegio militare in Napoli e fu destinata al ruolo di istituto secondario per preparare gli allievi per le Accademie di Torino e di Modena.

Quindi, dopo un difficile periodo, durante il quale gli anni di corso furono ridotti ad appena due, ed addirittura nel 1873 fu proposta la soppressione della Scuola, la Nunziatella vide ampliato il numero degli allievi (1877), e successivamente riformato il piano degli studi, mentre venivano portati a cinque gli anni di corso.
Tra i suoi allievi nel 1881 figura anche il principe ereditario Vittorio Emanuele.
Con la riforma del 1908 la Nunziatella assumeva sostanzialmente la sua attuale fisionomia.
I corsi di studio divennero due, ciascuno di tre anni, uno classico, l’altro tecnico-scientifico.
Per l’ammissione gli allievi dovevano avere tra i 14 e i 17 anni, mentre i programmi scolastici erano quelli delle scuole superiori, a cui si affiancava una intensa attività sportiva.
Al termine del corso gli allievi potevano accedere senza esame all’Accademia di Modena o – con il superamento del solo esame di matematica – alle Accademie di artiglieria e di Marina.

Così riorganizzata la Scuola conobbe un nuovo rilancio, sancito peraltro dal significativo contributo di ex Allievi (tra i quali nel 1913 anche il Duca Amedeo di Savoia-Aosta) alla Grande Guerra.
Gli ufficiali formati dalla Nunziatella – che nel 1936 assume la nuova denominazione di Scuola militare di Napoli – si distinsero ancora in Eritrea ed in Etiopia. Durante la seconda guerra mondiale (nel corso della quale ben 22 ex allievi furono insigniti dei medaglia d’oro) la Scuola per motivi di sicurezza fu temporaneamente trasferita a Benevento (1943).

Già agli inizi del 1944, però, le lezioni poterono riprendere in alcuni degli antichi locali, pur con la riduzione della Scuola a solo Liceo convitto. Scongiurata la chiusura, la Nunziatella riprese appieno la sua attività prima come Collegio militare di Napoli, ed infine dal 1953 con l’attuale denominazione di Scuola Militare Nunziatella.
Decorazioni:
La Bandiera d’Istituto della Scuola Militare “Nunziatella” è decorata di:
- Medaglia di bronzo al valore dell’esercito – 2008;
- Croce d’oro al merito dell’Arma dei carabinieri – 2012;
Tra i tanti ex allievi di prestigio figurano personaggi che hanno ricoperto i più alti gradi di varie forze armate, tra cui un capo del Comitato militare dell’Unione europea, due Capi di Stato Maggiore Generale, sei dell’Esercito, due della Marina, uno dell’Aeronautica, tre Comandanti Generali della Guardia di Finanza (nonché quattro vicecomandanti), due Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri (nonché quindici vicecomandanti) e cinque Direttori Generali dei Servizi di Informazione (nonché tre vicedirettori), due Direttori del Segretariato Generale della Difesa/Direnzione Nazionali degli Armamenti . Per quanto riguarda gli ex-allievi civili, sono da ricordare quattro presidenti del consiglio, 18 ministri, 1 viceministro, 14 senatori e 15 deputati del Regno delle Due Sicilie, del Regno d’Italia, della Repubblica Italiana e dell’Albania, un presidente della Corte Costituzionale, un membro del Consiglio di Stato, nonché esponenti di assoluto rilievo del mondo culturale, politico e professionale italiano e internazionale, tra cui un vincitore del prestigioso premio Sonning, assegnato ai più grandi intellettuali europei, uno del Premio Oscar, uno del Premio internazionale Simón Bolívar, attribuito dall’UNESCO ed uno del Concorso ippico internazionale “Piazza di Siena”, nonché atleta olimpico.
I suoi ex allievi hanno meritato 108 croci dell’Ordine militare d’Italia ( di cui 1 Cavaliere di Gran Croce, 4 Grandi Ufficiali, 8 Commendatori, 25 Ufficiali e 71 Cavalieri), 38 medaglie d’oro al Valor Militare, 490 medaglie d’argento al Valore Militare al valor militare, due medaglie d’oro al Valor Civile e numerosi altri riconoscimenti al valore, 40 sono stati insigniti dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.
Il Masso del Monte Grappa
Il Masso del Grappa alla Nunziatella per tradizione, quando Allievi ed ex-Allievi passano accanto al Masso, gli rendono il saluto militare.
Il 21 aprile 1920 nel corridoio d’ingresso della Scuola fu posizionata una roccia del “Monte Sacro alla Patria” sormontata da un’aquila e da una bandiera, in memoria di tutti gli ex-allievi caduti durante la I Guerra Mondiale. Essa porta incisa l’epigrafe:
“Questo masso insanguinato del monte Grappa, muto solenne testimonio di magnifiche gesta italiane, perpetui la memoria di quanti già allievi del collegio, insigne per secolare gloriosa tradizione, caddero combattendo da prodi nella guerra liberatrice”.
Tra gli ex-allievi impegnati nel corso del primo conflitto mondiale, otto guadagnarono la medaglia d’oro al valor militare.
A tal proposito si ricordano i Caduti Gabriele Berardi, comandante della Brigata Sassari, Umberto Cerboni e Edoardo Suarez, i cui nomi furono immortalati sul monte Pasubio nella cosiddetta strada degli Eroi; il giovanissimo Nicola Nisco, nonché Maurizio De Vito Piscicelli e Filippo Zuccarello.
Ugualmente decorati della massima onorificenza al valor militare, Ildebrando Goiran e Gaetano Carolei sopravvissero invece al conflitto, raggiungendo alti gradi nella vita militare e civile. Oltre ai già citati caduti medaglia d’oro, sul monumento furono incisi i nomi dei colonnelli Fileno Briganti jr. e Vincenzo Galasso, Comandanti rispettivamente delle Brigate “Pisa” e “Napoli”, cui si aggiunsero quelli di cinque Colonnelli, sei Tenenti Colonnelli, nove Maggiori, due primi Capitani, venti Capitani, tre Tenenti di Vascello, trentadue Tenenti, quarantadue Sottotenenti, un Sergente allievo ufficiale, un allievo ufficiale di Fanteria e un soldato, per un totale di centoventicinque Caduti.
Tra di essi particolarmente significativo fu il caso di Alessandro De Mandato: il Sergente allievo ufficiale: mentre era ancora alla Nunziatella, fu raggiunto dalla notizia della morte del padre al fronte e maturò la decisione di vendicarlo appena possibile.
Nel marzo 1917, appena conseguita la licenza liceale, partì per la guerra cadendo a sua volta in combattimento nella zona di Dosso Faiti solo due mesi dopo.
Durante la cerimonia di consacrazione del monumento vennero chiamati tutti i nomi dei Caduti e per ognuno un congiunto rispondeva “presente”; la madre di De Mandato, oppressa dalla perdita sia del marito che del figlio, non riuscì a rispondere e al suo posto lo fece un giovanissimo allievo.
GLI ALLIEVI GIUSEPPE CANOTTO ED ELISA ARGENTIERO
In occasione del Giuramento, Report Difesa ha intervistato due Allievi: Giuseppe Canotto ed Elisa Argentiero.
Giuseppe Canotto è nato e abita a Gela, in provincia di Caltanissetta, con mio padre, mia madre e mia sorella minore. Ha 15 anni, ho frequentato il liceo Elio Vittorini e adesso frequenta il 3° liceo scientifico della Scuola Militare Nunziatella.

Ha fatto parte degli scout per 5 anni e le sue passioni sono la meccanica, la Formula 1 e il calcio.
Elisa Argentiero, nata a Roma, 15 anni. Vive a Legnago, in provincia di Verona, insieme alla mamma madre, operatore sociosanitario e al padre, un militare.

Prima di entrare alla Scuola Militare Nunziatella frequentava il Liceo scientifico Opzioni scienze applicate “Giovanni Cotta”. Attualmente segue l’indirizzo scientifico. Nel tempo libero ama dipingere; in passato ha praticato karate e cerchio aereo.
Il giuramento rappresenta un passaggio fondamentale nella vita di ogni allievo. Quali emozioni provi nel compiere questo passo e cosa significa per te impegnarti solennemente al servizio della Repubblica?
GIUSEPPE CANOTTO: Le emozioni che provo sono molteplici, su tutte sicuramente la commozione e la fierezza di aver raggiunto questo primo traguardo ed aver varcato il portone della scuola.
Sono consapevole che prestando giuramento di fedeltà alla Repubblica dedicherò tutto me stesso al servizio della Patria.
Per me è un onore entrare a far parte dell’Esercito Italiano, perché molti soldati sono caduti per lasciarci in eredità di un Paese libero ed è compito nostro, dei più giovani, garantirne la sicurezza e mantenere viva la loro memoria.
ELISA ARGENTIERO: Il giuramento per me è un passo fondamentale ed estremamente emozionante.
Rappresenta la mia promessa di fedeltà, e la volontà di affrontare con coraggio e sacrificio tutte le sfide che saranno presenti nel mio cammino.
Lo considero uno dei momenti più importanti in quanto mi legherà formalmente all’Esercito Italiano e ciò suscita in me estremo orgoglio.
In che modo senti di essere cambiato rispetto al momento in cui hai varcato per la prima volta il portone dell’Istituto?
GIUSEPPE CANOTTO: In questo breve periodo sono cambiato molto, ho imparato ad affrontare le difficoltà, anche quelle che sembrano impossibili, perché se non si riesce a superarle da soli si può contare sull’aiuto dei colleghi.
Ho imparato a non lasciare mai indietro nessuno, il supporto reciproco è essenziale per la vita quotidiana all’interno della scuola.
ELISA ARGENTIERO: Entrando alla Nunziatella ho vissuto un grande cambiamento.
All’inizio ero molto chiusa e parlavo poco con gli altri, ma giorno dopo giorno ho imparato ad aprirmi di più e a fidarmi dei miei compagni.
Sto anche imparando a dare le giuste priorità e a riconoscere ciò che davvero conta per crescere, come persona e come allievo.
I valori di lealtà, spirito di corpo e senso del dovere sono alla base della tradizione della Scuola. Come riesci a viverli nella quotidianità tra studio, attività fisica e vita di gruppo?
GIUSEPPE CANOTTO: All’interno della scuola si impara a organizzare il tempo, per studiare e svolgere altre attività con il resto del gruppo. Grazie allo spirito di corpo, al senso del dovere e alla fiducia che abbiamo l’uno nell’altro, riusciamo a portare a termine gli impegni quotidiani.
ELISA ARGENTIERO: Questi valori fanno parte della nostra vita quotidiana.
La lealtà si vive nell’essere onesti, anche quando si commettono errori. Lo spirito di corpo emerge nel prendersi cura degli altri e nel lavorare insieme.
Il senso del dovere, invece, lo sento ogni volta che porto a termine un compito, anche quando è difficile o impegnativo seguendo gli insegnamenti di mio padre, anche lui militare.
Entrare alla Nunziatella significa anche entrare a far parte di una comunità unita e coesa, i cui legami durano per tutta la vita. Cosa rappresenta per te questo senso di appartenenza?
GIUSEPPE CANOTTO: Far parte di una realtà così grande e importante è gratificante, mi sento responsabilizzato e stimolato a fare sempre meglio.
Ho la fortuna di vivere con tanti giovani che condividono la passione per lo studio e per la vita militare.
All’interno della Scuola si creano legami importanti, che dureranno nel tempo.
ELISA ARGENTIERO: Il senso di appartenenza che si crea all’interno della Nunziatella secondo me significa molto: i ragazzi e le ragazze con cui sto costruendo un gruppo sono sempre al mio fianco e sono i primi che accorrono se sono in difficoltà.
Se ho un problema o qualche preoccupazione che mi fa stare male sono i primi che se ne rendono conto e che mi consolano.
Loro non sono solo dei semplici colleghi con cui sto affrontando questo iter scolastico, loro sono la mia seconda famiglia, i primi a cui mi rivolgo se c’è qualcosa che non va.
Molti di voi provengono da diverse regioni d’Italia. Quanto conta per te portare con orgoglio le radici della tua terra d’origine all’interno di un contesto così variegato come la Scuola Militare?
GIUSEPPE CANOTTO: Per me ricordare e portare le radici della mia terra in un contesto cosi variegato è molto importante per far conoscere la cultura siciliana, nel mio caso, ad altri allievi provenienti da tutta Italia. È un’occasione importante di condivisione e confronto con i colleghi di corso.
ELISA ARGENTIERO: Personalmente, per me portare le mie radici in questo contesto è particolarmente onorevole. Raccontare della mia città, della mia scuola e ricordare i momenti passati in quei luoghi mi permette di sentirmi un po’ meno distante da casa.
Che consiglio daresti ad un giovane che, come te, sta pensando di intraprendere questo percorso?
GIUSEPPE CANOTTO: A chi vuole accedere a questa scuola consiglierei di impegnarsi e di non arrendersi di fronte alle prime difficoltà, ma affrontarle con determinazione pensando sempre ai propri obiettivi.
ELISA ARGENTIERO: Il miglior consiglio che potrei dare è quello di non smettere mai di credere in sé stessi. Sebbene sembri molto scontato come suggerimento a me ha aiutato tantissimo e sta continuando ad aiutare.
Provenendo da un altro indirizzo di studi ed essendo molto lontana da casa, all’inizio non è stato per niente facile e avevo paura di non reggere l’enorme cambiamento.
Probabilmente, se non avessi cambiato mentalità e se non avessi iniziato a credere maggiormente in me stessa in questo momento non sarei qui.
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