Immigrazione e terrorismo: in Francia ritorna la paura. Le banlieu vero problema sociale che non trova soluzioni

Di Valeria Fraquelli

Parigi. Pochi giorni fa la Francia è stata nuovamente messa nel mirino degli islamisti radicali

Una poliziotta è rimasta colpita dall’attacco, mentre stava andando al lavoro.

La tensione con la comunità musulmana sta diventando ogni giorno più palpabile e sono molti i cattolici che hanno paura di andare in chiesa.

Già tanti sono i religiosi francesi che hanno pagato con la vita il loro impegno e questo ultimo attacco non fa che esacerbare gli animi.

Padre Jacques Hamel ucciso il 26 luglio 2016 nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino Rouen

È evidente che il modello francese di accoglienza e integrazione degli immigrati nel tessuto sociale ha dei grossi limiti, qualcosa è andato storto e ci sono moltissimi giovani di religione islamica che si sentono esclusi, che non riescono a trovare il loro spazio nel mondo.

Ed è qui che si inseriscono i predicatori d’odio che inculcano nelle menti delle nuove generazioni un desiderio di rivincita e di vendetta secondo una interpretazione distorta del Corano.

Ma è il rispetto per le Forze dell’Ordine che sta venendo meno, la fiducia nelle forze di sicurezza è calata e soprattutto i più giovani che appartengono alle classi più disagiate vedono poliziotti e gendarmi come nemici.

Si sentono oppressi dalla legge e non vedono nessuna via d’uscita alla loro condizione se non affidarsi ad una religione che viene distorta per inculcare solo odio e violenza.

E la polizia e i gendarmi spesso sono senza difese di fronte ad esplosioni di violenza che li vedono soccombere.

In Francia sono tanti gli uomini e le donne delle forze di sicurezza che hanno perso la vita cercando di riportare ordine e legalità, mentre stavano semplicemente facendo il loro lavoro come tutti i giorni.

In Francia è allo studio un progetto di legge per proteggere di più uomini e donne in divisa ma la strada per l’approvazione definitiva è ancora lunga.

Le forze antiterrorismo francesi in azione.

L’immigrazione incontrollata e i quartieri ghetto costituiscono una situazione esplosiva, quartieri in cui la radicalizzazione dilaga e i predicatori d’odio possono fare circolare le loro folli idee quasi senza ostacoli.

È difficile per le Forze dell’Ordine entrare in questi quartieri, l’anarchia è all’ordine del giorno e già nel passato le banlieu sono state in primo piano a causa di disordini e scontri che hanno provocato danni e vittime.

Le zone periferiche francesi sono diventate una grande polveriera dove la radicalizzazione è ormai fuori controllo e regna l’omertà.

In occasione degli attentati di Parigi del 2015 si è visto come molti abitanti di questi quartieri ghetto nascondessero e giustificassero i terroristi.

Il Batalaclan dopo l’attentato

Si è visto che si è formato un substrato di illegalità e violenza difficile da estirpare, con il tempo le banlieu sono diventate una sorta di “terra di nessuno” in cui l’unica legge valida è quella del più forte.

Il grande abbandono scolastico consegna giovani nelle mani di cattivi maestri che li portano sulla strada dell’odio e del terrorismo con una realtà totalmente travisata dove non c’è spazio per il buon senso e i ragionamenti, solo per la vendetta.

Senza contare che negli ultimi tempi anche il terrorismo è diventato low cost, basta un semplice coltello da cucina per colpire senza pietà quelli che si credono nemici.

Basta seguire cattivi maestri sui social o su YouTube per sapere come fabbricare micidiali ordigni artigianali con materiali di recupero.

La gestione delle banlieu è il vero male della Francia, perché in questi quartieri ghetto non ci può essere una vera integrazione e senza integrazione si lascia spazio alla radicalizzazione e al terrorismo.

 

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