Bologna. Gli italiani, tra i popoli europei, sono quelli che di più sovrastimano il fenomeno immigrazione. Lo evidenzia uno studio dell’Istituto Cattaneo di Bologna. I nostri connazionali pensano che sia più alta la percentuale di immigrati presenti nel Paese, circa il 18% in più rispetto al dato reale.
Con riferimento ad una media europea del 57%, sono invece il 74% gli italiani intervistati dall’Istituto Cattaneo convinti che gli immigrati peggiorino la situazione della criminalità.
Inoltre, si considera più di altri Paesi che una maggiore immigrazione comporti una riduzione dell’occupazione. E’ il 58% sul totale, mentre la media europea è al di sotto del 41%.
Gli italiani evidenziano poi uno scarto maggiore “tra la percentuale di immigrati realmente presenti nel Paese, pari al 7% e quella stimata o percepita, pari al 25%”, si trovano anche “nella posizione più estrema”, nel rapporto tra le due variabili, “caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose”, spiegano i ricercatori del Cattaneo.
Quindi all’aumentare dell’ostilità verso gli immigrati, aumenta anche l’errore nella valutazione sulla loro presenza “nel proprio Paese” e pertanto si rileva che l’Italia si conferma come lo Stato “collocato nella posizione più estrema, caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose”.
L’Istituto Cattaneo rileva anche come da questa correlazione non sia possibile “stabilire nessun nesso di tipo causa-effetto”. Nel senso che l’atteggiamento fortemente negativo verso l’immigrazione potrebbe essere “la causa di una sovrastima degli immigrati presenti nella società così come potrebbe esserne la conseguenza”.
Il quadro che emerge “da questi primi dati segnala innanzitutto un’elevata incertezza dei cittadini sull’ampiezza del fenomeno migratorio in Europa”.
Se poi osserviamo le stime sulla percentuale di immigrati fornite dagli intervistatori, confrontandole con i dati reali forniti dall’Eurostat (2017), “l’incertezza e l’imprecisione nella valutazione sulla presenza di immigrati vengono ulteriormente confermate”, sostengono ancora i ricercatori. Gli italiani sono quelli che “mostrano un maggior distacco (in punti percentuali) tra la percentuale di immigrati non-UE realmente presenti in Italia (7%) e quella stimata, o percepita, pari al 25%”.
Secondo l’elaborazione dell’Istituto Cattaneo su dati Eurobarometro si rileva anche la stima sulla presenza di immigrati in Italia in base alle zone geografiche di appartenenza degli intervistati, evidenziando “una differenza piuttosto netta tra i residenti al Nord e quelli al Centro-Sud!. Sia ad Est che ad Ovest, gli intervistati del Nord Italia stimano un livello di immigrazione di circa il 20%, mentre nelle altre zone la percentuale di immigrati è indicata, in media, attorno al 26%, con uno scarto del 6% tra Nord e Sud.
Il dato è ritenuto “particolarmente significativo perché contrasta completamente con la realtà della diffusione degli immigrati nelle regioni/zone italiane.
La distanza tra il dato reale e quello stimato è maggiore dove la presenza di immigrati è minore (al Sud, – 5% della popolazione).
“Al contrario, lo scarto tra realtà e percezione è più contenuto nelle regioni del Nord – sostengono ancora dall’Istituto Cattaneo – dove la percentuale di immigrati, corrispondente a circa il 10% della popolazione, è tendenzialmente più elevata”.
Emergono, dunque, differenze sostanziali “tra gli atteggiamenti degli italiani e quelli degli europei sulla questione dell’immigrazione e delle loro conseguenze socioeconomiche”.
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