Incontro Turchia ed Egitto: ribadito il rifiuto dello sfollamento dei palestinesi e chiesta la tutela dell’UNRWA

Di Chiara Cavalieri 

ANKARA.Turchia ed Egitto hanno respinto con fermezza qualsiasi tentativo di sfollare o espellere i palestinesi dalla loro patria, esortando Israele a consentire all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) di continuare il suo lavoro umanitario.

Durante un incontro ad Ankara, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il suo omologo egiziano Badr Abdel Aati hanno sottolineato che il trasferimento forzato dei palestinesi rappresenterebbe una grave violazione del diritto internazionale e minaccerebbe la stabilità regionale.

“La mentalità del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta conducendo la regione verso l’abisso”, ha dichiarato Fidan, aggiungendo che la Turchia lavorerà con l’Egitto per impedire lo sfollamento dei palestinesi e per garantire che la loro terra e i loro diritti siano tutelati.

Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan con il suo omologo egiziano Badr Abdel-Ati

Dal canto suo, il ministro egiziano Abdel Aati ha ribadito l’importanza di garantire la permanenza della popolazione palestinese a Gaza e ha annunciato che l’Egitto ospiterà una conferenza internazionale per la ricostruzione della Striscia di Gaza, con l’obiettivo di mobilitare gli sforzi internazionali per sostenere la popolazione locale.

Zona di confine tra Egitto e Striscia di Gaza

>Entrambi i ministri hanno inoltre condannato le restrizioni imposte a UNRWA e hanno esortato Israele a revocare le decisioni che ostacolano il lavoro dell’Agenzia.

La dichiarazione congiunta ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’UNRWA nel fornire assistenza ai rifugiati palestinesi e ha ribadito il sostegno di Turchia ed Egitto a una soluzione giusta e duratura del conflitto, basata sul diritto internazionale e sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale.

L’incontro tra i due ministri si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione internazionale per la crisi umanitaria a Gaza e per il rischio di un’escalation del conflitto. ©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

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