Di Giuseppe Gagliano*
NUOVA DEHLI. Le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e India si trovano a un punto di frizione mai visto prima.

Il cuore del conflitto è il petrolio russo: i funzionari dell’Amministrazione Trump hanno duramente criticato New Delhi per il suo continuo acquisto di greggio dalla Russia, accusando l’India di “finanziare” indirettamente la guerra in Ucraina.
Una linea di attacco che ha visto protagonisti Stephen Miller, vice capo di Gabinetto della Casa Bianca e il segretario di Stato Marco Rubio, che hanno sollevato un caso diplomatico per l’acquisto di petrolio russo a prezzi scontati, accusando Nuova Delhi di rafforzare l’industria bellica russa.
La risposta di Washington e le minacce commerciali
Miller ha esplicitamente affermato che è “inaccettabile” che l’India continui ad acquistare petrolio dalla Russia, nonostante la posizione di Washington sulla guerra in Ucraina.
“L’India è praticamente alla pari con la Cina nel suo acquisto di petrolio russo”, ha dichiarato Miller, sottolineando il fatto che le importazioni indiane di greggio russo sono aumentate enormemente dal 2021.
Gli Stati Uniti, di conseguenza, hanno minacciato sanzioni, aumentando i dazi sulle importazioni provenienti dall’India e mettendo in campo una strategia economica per cercare di porre fine a questo flusso energetico.

Il Presidente Donald Trump ha fatto un ulteriore passo, dichiarando su Truth Social che avrebbe aumentato “sostanzialmente” i dazi sulle importazioni di beni indiani.
Trump ha accusato l’India non solo di acquistare quantità massive di petrolio russo, ma anche di rivendere il greggio russo sul mercato internazionale, generando profitti notevoli.
La politica degli Stati Uniti sembra indicare una linea dura nei confronti di uno degli alleati più stretti in Asia.
India: una politica energetica indipendente
La risposta dell’India è stata altrettanto decisa:.
Il Governo ha respinto fermamente le accuse americane, ribadendo che la relazione con la Russia è “solida e collaudata nel tempo” e che gli acquisti di petrolio russo sono dettati esclusivamente da esigenze energetiche e da circostanze globali prevalenti. Il Ministero degli Esteri indiano ha infatti dichiarato che l’India non dovrebbe essere vista attraverso il prisma di un Paese terzo, ritenendo la propria politica energetica una questione di sovranità nazionale.
Il ministro indiano del Petrolio, Hardeep Singh Puri, ha anche lasciato intendere che l’India sarebbe in grado di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento petrolifero, anche se le sanzioni americane dovessero interrompere i flussi russi.

A tal proposito, l’India ha già iniziato a guardare a Stati Uniti, Canada e Medio Oriente per soddisfare le proprie necessità energetiche, sebbene l’uso continuativo del petrolio russo rappresenti una parte fondamentale della sua strategia a breve termine.
L’influenza delle sanzioni americane sul mercato indiano
Le pressioni degli Stati Uniti sembrano aver iniziato a dare frutti, seppure lentamente.
Secondo quanto riportato da Reuters, le principali raffinerie statali indiane, come Hindustan Petroleum e Bharat Petroleum, hanno ridotto gli acquisti di petrolio russo, anche a causa dei minori sconti offerti dalla Russia.
Alcuni report finanziari confermano un calo significativo nelle importazioni indiane di petrolio dalla Russia nel mese di luglio scorso.
Tuttavia, le nuove politiche non sono destinate a compromettere in modo irreversibile gli approvvigionamenti energetici dell’India.
Indian Oil Corp, la più grande raffineria del Paese, ha infatti acquistato 7 milioni di barili di greggio da Stati Uniti, Canada e Medio Oriente per le consegne previste per settembre prossimo.
Si tratta di una mossa strategica per garantire una certa diversificazione delle fonti, pur mantenendo l’acquisto di petrolio russo come opzione favorevole sul piano economico.
Russia risponde con sarcasmo alle minacce americane
Nel frattempo, la Russia ha reagito alle critiche di Washington con toni sarcastici e provocatori.
Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, ha risposto alle dichiarazioni di Trump paragonando le sue minacce a una serie televisiva di zombie, facendo riferimento al sistema sovietico “Dead Hand”, che avrebbe dovuto lanciare automaticamente un attacco nucleare in caso di un attacco a sorpresa.
Una risposta che ha accentuato ulteriormente la tensione e la retorica da parte di Mosca.
Una crisi che va oltre il petrolio: gli equilibri geopolitici
Questa crisi commerciale tra India e Stati Uniti non riguarda solo il petrolio, ma riflette anche le profonde divergenze geopolitiche tra i due Paesi.
Mentre l’India sta cercando di mantenere una linea pragmatica e di difendere la propria autonomia energetica, gli Stati Uniti sono determinati a isolare la Russia sul piano internazionale.
La guerra in Ucraina ha ridefinito gli equilibri e messo in luce le contraddizioni di un mondo multipolare dove le alleanze si costruiscono e si distruggono con rapidità.
L’India, alleata strategica degli Stati Uniti nella regione dell’Indo-Pacifico, si trova ora a fare i conti con una politica estera che sta cercando di bilanciare più interessi contrapposti: le necessità energetiche, la rivalità con la Cina, e il desiderio di non compromettere la propria relazione con Mosca.
Un equilibrio difficile da mantenere, ma che New Delhi sembra voler perseguire con fermezza.
*Presidente Centro Studi Cestudec
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