India: l’Esercito si prepara ad introdurre 1770 nuovi MBT

Di Fabrizio Scarinci

Nuova Delhi. E’ di pochi giorni fa la notizia secondo cui l’Esercito Indiano avrebbe emesso una Richiesta di Informazioni relativa al possibile acquisto di circa 1770 nuovi MBT. Con essi Nuova Delhi mirerebbe a sostituire, nel corso dei prossimi anni, gli oltre 2400 carri T 72 “Ajeya” presenti nel suo arsenale, ormai obsoleti e del tutto inadeguati (inclusi i circa 1000 esemplari aggiornati allo standard Ajeya 2 migliorato) al fine di rispondere alle esigenze poste in essere dai moderni scenari tattici e operativi.

Un T 72 dell’Esercito Indiano

Oltre a questi mezzi, la “componente MBT” delle forze corazzate del Paese dispone anche di quasi 2000 carri T 90 delle varianti S e M (che costituiscono la sua punta di diamante) e di 124 “Arjun” Mk 1, frutto di un lento e poco fortunato programma locale. Nell’ambito dei progetti previsti al fine di ammodernare le proprie forze terrestri, l’Esercito Indiano ha già deciso di acquistare 464 ulteriori T 90 (della variante MS) e 118 nuovi “Arjun” Mk 1A (notevolmente migliorati rispetto alla versione precedente), che si affiancheranno agli altri Arjun e T 90 già in servizio e, ovviamente, agli MBT del progetto in questione.

Secondo i requisiti espressi, questi ultimi dovrebbero avere un equipaggio di tre uomini, un cannone di grosso calibro (forse anche di 130 mm), essere in grado di muoversi su ogni tipo di terreno (e, ovviamente, in ogni condizione climatica) ed essere facili da trasportare; anche per via aerea qualora la situazione lo rendesse necessario.

L’aggiornamento della componente corazzata dell’esercito indiano è solo una delle tante iniziative intraprese da Nuova Delhi nel corso degli ultimi anni al fine di potenziare il proprio strumento militare. Insieme alle altre, essa testimonia la volontà dell’India (gigante demografico finalmente incanalatosi sulla strada del progresso economico) di giocare un ruolo decisivo rispetto alle dinamiche politico-strategiche della cosiddetta regione dell’Indo-pacifico, dove il Paese intende non solo migliorare la propria capacità di dissuasione nei confronti dello storico rivale pakistano (contro cui questi carri sembrerebbero in buona parte essere rivolti), ma anche consolidare il suo ruolo di “alleato indispensabile” di Washington per quanto riguarda il contenimento delle ambizioni di Pechino nell’area in questione.

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