INTERPOL: le mani della criminalità organizzata sul traffico di opere d’arte

Di Assunta Romano

Lione. La criminalità organizzata dalla crisi sanitaria dovuta al COVID-19 ha ricavato cospicui vantaggi economici.

Operazione dell’INTERPOL per il recupero di opere d’arte rubate

I report di DIA, EUROPOL, INTERPOL relativi al 2020 evidenziano in tutta chiarezza  la resilienza e la capacità di adattamento dei network criminali internazionali alla crisi economica, sociale e produttiva generata dal virus.

I reati  contro il patrimonio culturale internazionale registrati nel 2020 ne sono un esempio, con un sensibile aumento  dei casi rispetto al 2019.

E’ quanto emerge dal Rapporto 2020 dell’INTERPOL ”Assessing crimes against Cultural Property”.

Qui sono state raccolte tutte le informazioni provenienti dalle Forze di Polizia di 72 Paesi.

Gli oggetti sequestrati sono in totale 854.752 ,tra cui monete, medaglie, dipinti, sculture, reperti archeologici e libri rari.

Più della metà sono stati recuperati in Europa, grazie alle Unità di Polizia specializzate nel contrasto ai reati contro il patrimonio.

Particolarmente significativo  rispetto al 2019 l’aumento  in aree desolate e prive di sorveglianza di scavi illegali nei siti archeologici e palentologici presenti in Africa, Asia.

L’instabilità politica e i conflitti armati in alcune aree  del mondo creano un terreno favorevole sia per i singoli criminali che per i gruppi organizzati.

Inoltre, il  traffico illecito di opere d’arte provenienti da aree di guerra, soprattutto del Medio Oriente, è stato spesso collegato al finanziamento di attività terroristiche.

Oggetti d’arte trafugati e restituiti

Se le limitazioni imposte dalla pandemia  hanno ridotto le possibilità di trafugare opere d’arte dai musei, non sono mancati  furti di oggetti di particolare valore.

Tra questi un dipinto di Van Gogh rubato dal Museo Singer Laren di Amsterdam e il furto di tre capolavori provenienti dal Christ Church College a Oxford.

“La pandemia  ha avuto un impatto significativo sulla rete del traffici illeciti dei beni del patrimonio culturale, che non ha causato al contrario  una diminuzione della domanda di acquisto di opere d’arte – ha spiegato Corrado Catesi, coordinatore dell’Unità Opere d’Arte dell’INTERPOL – A seguito delle limitazioni agli spostamenti imposte dai Paesi, la criminalità organizzata  ha dovuto trovare altre modalità e strategie per rubare e contrabbandare oggetti di particolare valore artistico”.

Le informazioni raccolte nel corso degli anni, grazie ad un proficuo lavoro di intelligence, confermano inoltre che nessun Paese può ritenersi escluso da questo tipo di reato.

Solo 72 Stati sui 194 contattati dall’INTERPOL sono stati però in grado di fornire i dati richiesti.

Polizia di Stato e Interpol in attività

Uno dei motivi è l’assenza  in alcuni sia di unità di Polizia specializzate sia di un database collegato alla banca dati dell’INTERPOL: INTERPOL STOLEN WORKS OF ART DATABASE.

Esso raccoglie i dati di oltre 52 mila oggetti provenienti da 134 Paesi e costituisce lo strumento  di contrasto più efficace attualmente a disposizione sia delle Forze dell’Ordine  che dei singoli utenti.

Grazie all’app ID- ART MOBILE  lanciata dall’INTERPOL, nel maggio scorso, la Polizia spagnola è riuscita a recuperare tre medaglie d’oro d’epoca romana  rubate in Svizzera nel 2012 e presenti nel database.

Un APP dell’INTERPOL per scoprire opere d’arte trafugate

 

Gli investigatori hanno individuato e arrestato due soggetti mentre cercavano di vendere la refurtiva al mercato nero per un valore di circa  200 mila euro.

 

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