Israele: la storia del volo Sabena 571 e il dirottamento di Settembre Nero. Con l’astuzia di Moshe Dayan e l’azione dell’IDF furono salvate vite umane l’8 maggio 1972

Di Paola Ducci*

BRUXELLES (nostro servizio particolare). Era l’8 maggio 1972 e i passeggeri del volo Sabena 571 da Bruxelles a  Tel Aviv ebbero solo 10 minuti di tempo per rilassarsi dopo il decollo da Vienna prima che cominciasse il loro peggior incubo.

L’aereo del volo Sabena 571

Venti minuti dopo la partenza, infatti,  alcuni terroristi armi in pugno occuparono la  cabina di pilotaggio e presero il controllo dell’aereo.

Il pilota, il Capitano britannico Reginald Levy, fece del suo meglio per mantenere la calma ed evitare il panico, ma la situazione era davvero pericolosa e, come sempre in questi casi, dall’esito incerto.

il Capitano britannico Reginald Levy intervistato dopo l’azione militare

L’attacco era stato organizzato da Ali Hassan Salameh, una delle personalità di spicco di Settembre Nero, un gruppo terroristico socialista palestinese, e il dirottamento era stato condotto da 4 terroristi tra cui due donne, armati di pistole, bombe a mano e cinture esplosive, che chiedevano il rilascio di 315 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Ali Hassan Salameh

Il Capitano Levy si rese subito conto che l’intenzione dei terroristi era quella di far esplodere l’aereo se le loro richieste non fossero state soddisfatte.

Inviò quindi  segnali di soccorso in codice, i quali furono ricevuti da Israele e dal ministro della Difesa Moshe Dayan mentre l’aereo effettuava un atterraggio di emergenza all’aeroporto  internazionale di Lod (oggi Tel Aviv-Ben Gurion) dietro richiesta dei terroristi.

Il ministro della Difesa Moshe Dayan (Di Karl H. Schumacher; White House photo – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6249983)

Dayan iniziò immediatamente le trattative con gli attentatori del gruppo Settembre Nero e contemporaneamente pianificò un’operazione di salvataggio segreta, soprannominata “Isotope”, attivando gli agenti israeliani allo scopo di sabotare l’aereo e impedirne  la partenza.

L’ azione ebbe successo e i terroristi si convinsero che si trattasse effettivamente di un guasto tecnico dell’aereo.

Il mattino seguente questi decisero di inviare in aeroporto il Capitano Levy a parlare con gli israeliani con un campione dell’esplosivo che avevano portato a bordo.

Egli colse l’occasione per spiegare dettagliatamente al Governo israeliano la situazione.

Descrisse i terroristi e fornì informazioni essenziali sulle loro posizioni e su quella degli esplosivi e, particolare  preziosissimo, rivelò che i terroristi avevano dimenticato di bloccare le uscite di emergenza.

Con queste nuove e fondamentali  informazioni, Moshe Dayan promise agli attentatori che avrebbero riparato l’aereo e accettato di rilasciare i prigionieri come da richiesta del commando.

Ma in aeroporto furono portati dei falsi prigionieri e, 21 ore dopo il sequestro degli ostaggi, un gruppo di uomini travestiti da tecnici ma in realtà appartenenti all’unità d’élite Matkal, – un commando composto da soldati d’élite dell’IDF (Israel Defence Forces) fra cui Benjamin Netanyahu e sotto il comando di Ehud Barak –  si diressero verso l’aereo  apparentemente per effettuare delle riparazioni. In realtà penetrarono di sorpresa attraverso le uscite di emergenza all’interno del velivolo e aprirono il fuoco in cabina.

 

Il salvataggio dei passeggeri

In pochi minuti l’unità eliminò due terroristi  e arrestò le due terroriste, riuscendo a  salvare tutti i passeggeri ad eccezione di una donna colpita dagli spari e che morì in seguito alle ferite, poche ore dopo.

Le due terroriste furono condannate all’ergastolo in Israele e in seguito, precisamente  nel 1979 e nel 1983, furono rilasciate nell’ambito di uno scambio di prigionieri.

Il Capitano Levy è considerato un eroe in Israele per la sua freddezza e la qualità delle informazioni fornite durante l’attentato. È stato ringraziato da Golda Meir in persona che era il primo ministro dell’epoca.

Golda Meir (Di Marion S. Trikosko – Questa image è disponibile presso la Divisione Stampe e Fotografie (Prints and Photographs Division) della Biblioteca del Congresso. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1820659)

 

E’ morto all’età di 88 anni, nell’agosto 2010.

Ehud Barak, il Comandante di Sayeret Matkal durante l’Operazione, divenne in seguito capo di Stato Maggiore dell’IDF, poi primo ministro e ministro della Difesa come Benjamin Netanyahu, attuale capo del Governo israeliano.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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