Polizia di Stato: celebrato oggi a Palermo il 40° anniversario dell’omicidio per mano mafiosa del vice Questore Aggiunto Antonino Cassarà e dell’Agente Roberto Antiochia

PALERMO. Oggi, in occasione del 40° Anniversario dell’uccisione del vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Antonino Cassarà e dell’Agente Roberto Antiochia, barbaramente assassinati per mano mafiosa, la Polizia di Stato ha voluto onorare la loro memoria con una serie di eventi e cerimonie che hanno visto la presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi accompagnato dal capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza  Vittorio Pisani.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi con il capo della Polizia, Pisani con altre autorità, oggi a Palermo

 

Nel pomeriggio il ministro, alla presenza del capo della Polizia, ha deposto una corona di alloro presso la lapide commemorativa, nell’atrio della Squadra Mobile di Palermo.

La sede della Squadra Mobile di Palermo

In mattinata il Prefetto Pisani  ha deposto una corona d’alloro alla stele commemorativa in Piazza Giovanni Paolo II e successivamente alla Caserma Lungaro ha partecipato ad una messa in suffraggio, assistendo poi alla proiezione di un documentario dedicato alla figura di Cassarà.

Il Prefetto Pisani rende omaggio a Cassarà e Antiochia

La figura  di Ninni Cassarà, un uomo che non finiva mai di essere poliziotto,  ha impresso un ricordo indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto, per la sua instancabile dedizione professionale unita all’umanità del padre, del marito, dell’amico e del collega ideale,  ricordo che – distanza di tanti anni dalla sua tragica morte – si è tramandato anche alle nuove generazioni.

L’omaggio del ministro Piantedosi a Cassarà e Antiochia

Roberto Antiochia  fin dalla giovane età aveva deciso di dedicare la sua  vita alla lotta alla mafia e si dedicava a questo compito con passione dedizione al servizio.

La storia di Cassarà ed Antiochia è paradigmatica e rappresenta il netto contrasto tra mafia e Stato, evidente  persino in riferimento al tragico epilogo dell’assassinio, avvenuto in viale Croce Rossa il 6 agosto del 1985: fu un commando di numerosi killer, appostati e nascosti vigliaccamente tra i muri di un edificio prospiciente ad uccidere, con una tempesta di proiettili, chi, a volto scoperto e senza particolari precauzioni, “pattugliava” in vespa i quartieri della mafia e guardava in faccia i “padrini” di Cosa Nostra.

Per il loro estremo sacrificio, entrambi sono stati insigniti della Medaglia d’Oro al valor civile.

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