Le forze di intelligence egiziane forniscono protezione a Khalil al-Hayya: chi sono le unità GIS

Di Chiara Cavalieri*

IL CAIRO. Le immagini provenienti da Sharm el-Sheikh hanno catturato un dettaglio non trascurabile: un ufficiale del General Intelligence Service egiziano, noto come GIS, è stato visto accanto a Khalil al-Hayya, capo della delegazione di Hamas, durante i negoziati per il cessate il fuoco con Israele. Una presenza che non è passata inosservata, e che solleva domande sul ruolo e la natura di queste forze d’élite egiziane.

https://youtu.be/mOo6KENIXiw?si=aW6v0eoj2DpQgcFN

Il GIS – acronimo di General Intelligence Security – rappresenta il cuore dell’intelligence del Cairo. Nato con funzioni di sicurezza nazionale e contrasto al terrorismo, il servizio è considerato uno dei più potenti dell’intero mondo arabo. Le sue unità speciali intervengono in operazioni altamente sensibili: proteggono personalità di primo piano, scortano delegazioni ufficiali, ma soprattutto conducono operazioni contro i gruppi terroristici attivi nella regione, in particolare nel Sinai.

UfficialI del General Intelligence Service egiziano (GIS)

Le forze GIS sono responsabili della sicurezza di figure politiche o negoziali di rilievo, comprese quelle provenienti da movimenti come Hamas, quando queste si trovano su suolo egiziano. La loro presenza a Sharm el-Sheikh dimostra non solo la centralità dell’Egitto nei negoziati in corso, ma anche la delicatezza della situazione sul piano della sicurezza.

Il Times of Israel ha riportato che Khalil al-Hayya, in una rara intervista concessa al canale Cairo News dall’Egitto, ha dichiarato che Hamas cerca “garanzie reali” per porre fine alla guerra a Gaza. La dichiarazione, rilasciata sul territorio egiziano, ha richiesto un livello massimo di protezione.

Le unità GIS sono state viste per la prima volta in azione nel 2019, durante l’arresto del terrorista Hisham Ashmawy da parte dell’Esercito nazionale libico (LNA). Ashmawy, ex ufficiale delle forze armate egiziane, era stato radiato nel 2012 dopo essersi unito a gruppi jihadisti responsabili di decine di attentati in Egitto e Libia. Quell’operazione segnò l’emergere pubblico di un corpo d’élite specializzato nella caccia ai terroristi e nel contrasto all’estremismo transfrontaliero.

Oggi, con la ripresa dei colloqui tra Israele e Hamas, il GIS si conferma come uno degli strumenti più riservati ma anche più decisivi dell’apparato di sicurezza egiziano.

La sua  presenza  sul terreno confermano un messaggio politico chiaro:

l’Egitto controlla, sorveglia e guida ogni fase dei colloqui. Nessuna trattativa passa senza la sua supervisione, e ogni passo viene protetto da un apparato che combina potenza, tecnologia e disciplina.

In un’epoca segnata da conflitti e incertezze, il GIS incarna l’Egitto della continuità e dell’autorità, fedele alla visione del presidente Abdel Fattah al-Sisi: un Paese stabile, sovrano, capace di difendere i propri confini e di mediare tra potenze rivali.

*L’autrice è presidente della associazione Italo-Egiziana Eridanus e vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM. 

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