Di Fabrizio Scarinci
ROMA. Quando si fa riferimento a concetti quali indipendenza tecnologica, competitività e rafforzamento delle capacità realizzative di un determinato “sistema-Paese”, non si può non tenere conto della cruciale importanza giocata dal possesso delle cosiddette “Key enabling technologies”, note anche con l’acronimo di “Ket”.
Tali tecnologie consentono, infatti, soprattutto nei settori industriali più avanzati, di alimentare il valore delle catene produttive e di innovare i processi di sviluppo e di realizzazione dei prodotti, garantendo enormi vantaggi sia sui mercati che in ambito strategico.

Il possesso di Key enabling technology risulta fondamentale al fine di favorire lo sviluppo del tessuto industriale di un sistema-Paese
Facendo qualche esempio concreto, tra esse si possono annoverare le cosiddette nanotecnologie, alcune tipologie di biocarburanti, le tecnologie necessarie al processo di digitalizzazione e la capacità di sviluppare materiali compositi avanzati (come quelli tesi ad alleggerire il peso dei prodotti) per applicazioni di tipo aerospaziale, navale e terrestre.
Del loro importantissimo ruolo si è discusso, qualche giorno fa a Roma nel corso di un forum organizzato da Elesia, importante realtà aziendale del nostro comparto Difesa impegnata da decenni nella progettazione e nella realizzazione di apparati e di sistemi elettronici innovativi.

Logo di Elesia
Tra i partecipanti al dibattito diversi esponenti del mondo militare e di quello industriale, tra cui anche alcuni rappresentanti di Leonardo e Fincantieri.
In tale contesto, particolare enfasi è stata posta sul concetto di sovranità digitale, soprattutto con riferimento all’autonomia delle infrastrutture di trasferimento dati. A tal proposito, il contrammiraglio Pietro Alighieri, senior advisor del Segretariato generale della Difesa, ha, infatti, sottolineato come possedere talune tipologie di Ket risulti non solo necessario ma addirittura indispensabile per operare nel “multidominio”, specificando come nessun processo di digitalizzazione possa essere portato avanti senza tener conto di fattori quali sovranità dei dati, sovranità del flusso e indipendenza tecnologica.
Sempre durante il forum si è, poi, posto l’accento anche sulla necessità che il nostro Paese investa e cooperi maggiormente con i propri partner europei e della NATO al fine di sviluppare le capacità e le tecnologie di maggior rilievo strategico; cosa quantomai necessaria soprattutto alla luce del sempre più imprevedibile e pericoloso contesto geopolitico emerso negli ultimi anni.

Un Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare. Lo sviluppo di tali velivoli ha rappresentato uno dei maggiori esempi di cooperazione tecnologica tra Paesi europei. Questo tipo di collaborazioni presenta un potenziale enorme anche per ciò che concerne lo sviluppo delle Ket
Con riferimento al settore civile si è, invece, sottolineato il ruolo delle Ket nei futuri sviluppi del settore mercantile, con Dario Bocchetti di Confitarma che, tra le altre cose, ha voluto ricordare la sfida posta dall’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 a zero nel 2050.
Sull’importanza delle Ket in ambito civile si, poi, soffermato anche il direttore commerciale di Elesia, Fabio Saba, che, concentrandosi sulle tecnologie abilitanti finalizzate a ridurre il peso dei prodotti, ha evidenziato come tale requisito stia iniziando a rivestire un ruolo sempre più importante non solo nel campo della Difesa, ma anche in settori come quello ferroviario e quello medicale; cosa che costituisce, senz’altro, un’ulteriore conferma della loro cruciale rilevanza sistemica.
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