Di Marco Petrelli
ERBIL (nostro servizio particolare). Quando il rotore prende potenza ed il suo rumore copre ogni altro rumore esterno ecco, in quel momento hai la conferma che l’Uomo sulla terra ci sia solo nato. Il cielo è infatti la sua aspirazione più grande ed anche il suo posto…
Squadrone D’Andrea, che certo non è il nome ufficiale ma, in fin dei conti, è il Tenente Colonnello Vinicio d’Andrea a comandare gli assetti di volo della Task Force Griffon, elicotteri NH90A dell’Aviazione Esercito in supporto alla Missione “Prima Parthica”. Dunque, Squadrone d’Andrea.
Vinicio D’Andrea è parigrado di Killgore, il celebre Comandante della Air Cavalry di Apocalypse Now interpretato da Robert Duval.
Ma, se al cinema i piloti sono pittoreschi e smargiassi, nella realtà si mostrano ben più discreti e di poche parole, pur sapendo apprezzare chi si interessa al loro lavoro.
Apprezzamento che, a noi, lo dimostrano subito, lasciandoci realizzare una collezione di foto aeree da togliere il fiato.
Generosità italiana in 40 minuti di volo per coprire i 150 chilometri che separano Erbil da Sulaymaniyya, dove il Comandante di “Prima Parthica”, Colonnello Ciro Forte, avrebbe di lì a poco tagliato il nastro di una importante donazione medica all’ospedale oncologico locale, strumento diagnostico di alto valore (anche economico) rientrato nell’ambito delle attività CIMIC in cui, manco a dirlo, noi italiani siamo maestri.
E ciò detto senza ybris: la cooperazione militare civile ben si coniuga alla nostra millenaria civiltà, altresì inclinazione tutta italiana a conoscere e a capire i mondi con i quali ci interfacciamo.
Non è quindi un caso se comandante, uomini e donne della Missione in Kurdistan siano ovunque accolti con onori e calore da istituzioni e cittadini locali.
“Il macchinario per la TAC è stato interamente finanziato dalla Missione – spiega il Comandante Forti – C’era stato un interesse esterno, da parte di alcune società italiane che, tuttavia, non si è concretizzato. Ma, dato che lo avevamo promesso, eccolo ora a disposizione del nosocomio di Sulaymaniyya”.
Aiuto prezioso cui, probabilmente, ne seguiranno altri tra cui quelli relativi all’informatizzazione e alla digitalizzazione di documenti e di cartelle del polo sanitario.
Door Gunner, volo di andata e di ritorno, stesso equipaggio stessa formazione, capo e gregario.
È il secondo velivolo che diventa special model dell’obiettivo, con lo sfondo delle aride montagne curde d’improvviso interrotto dal blu intenso del grande lago Dukan.
A seguirci e a permetterci di documentare questo emozionante volo sui curdi i due Door gunner le cui mitragliatrici Vulcan sporgono dai portellone laterali, evocando le immagini ormai iconiche delle formazioni di elicotteri in volo sul Delta del Mekong.
Chiariamoci subito, onde evitare equivoci: è solo una procedura di sicurezza attuata in una fase del volo in cui l’aeromobile, riducendo la velocità di crociera, potrebbe essere più esposto a rischi.
Così come anche noi, a bordo, indossiamo il giubbetto antiproiettile.
Nessun pericolo, unicamente prevenzione: il Kurdistan iracheno è pur sempre un Teatro Operativo, certamente più sicuro e pacifico rispetto a venti anni fa ma pur sempre un’ “area di crisi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA