Di Valeria Fraquelli
Bangui. Su quasi 500 chilometri, il fiume Ubangui è il confine naturale della Repubblica democratica del Congo e di quella Centrafricana.
In questa area i problemi non mancano: droga, armi, bracconaggio e molto altro. La presenza di un battaglione è quindi indispensabile.
Per due settimane, una quindicina di soldati delle Forze armate centrafricane (FACA) si sono esercitate sotto l’occhio vigile di un consigliere tecnico francese.
I rapporti tra le Forze Armate francesi e quelle della Repubblica Centrafricana sono sempre più stretti perché se gli africani hanno bisogno dell’aiuto dei francesi per mettere in sicurezza il loro territorio, anche i francesi hanno assoluto bisogno delle risorse naturali che gli Stati africani hanno in abbondanza.
Il “ do ut des” è più che mai importante. I rapporti di collaborazione e cooperazione tra Francia e Repubblica Centrafricana vanno avanti ormai da tempo e stanno ottenendo dei risultati che si possono definire buoni vista la complessità e la delicatezza delle operazioni militari e del territorio.
Sono state fatte esercitazioni congiunte e sono stati fatti importanti arresti. Sul confine tra Repubblica democratica del Congo e Repubblica Centrafricana ci sono traffici di armi, droga, animali in via di estinzione e soprattutto esseri umani.
Terroristi e signori della guerra rendono quel territorio molto pericoloso e per questo le attività di monitoraggio e arresto di pericolosi criminali non si fermano.
Le Forze Armate francesi stanno addestrando i militari della Repubblica Centrafricana per fare sì che ci sia maggiore efficienza e maggiore rapidità nei casi di emergenza.
Spesso ci vogliono minuti se non secondi per fare cambiare la situazione nel bene o nel male, le situazioni che via via si presentano sempre più concitate e basta poco per sbagliare.
Sono soprattutto le unità anfibie quelle più sotto pressione. Le unità anfibie della Repubblica Centrafricana e le Forze Armate francesi stanno facendo importanti operazioni contro il terrorismo e contro ogni genere di traffici ed ogni genere di minaccia.
Il responsabile francese dell’addestramento, chiamato per sicurezza genericamente Capitano Mark, lo dice chiaramente: “Non ci sono luoghi sicuri al confine tra Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica Centrafricana, tutto sta nell’individuare i criminali prima che colpiscano e arrestarli in modo che non possano più nuocere a nessuno”.
Addestramento e tanto lavoro sono gli unici metodi che francesi e africani hanno per prevenire attacchi terroristici. Con mezzi idonei donati dalla Francia si va in avanscoperta e ogni giorno i risultati cominciano ad arrivare anche se non è semplice.
Trovare terroristi e criminali nascosti non è certo un gioco da ragazzi, ma le Forze armate della Repubblica Centrafricana vogliono riprendere in mano il loro Paese a tutti i costi. Vogliono un futuro di libertà senza più la paura del terrorismo.
Con l’aiuto della Francia la Repubblica Centrafricana si organizza per un futuro migliore e speriamo che presto possa risolvere i suoi problemi perché un’Africa più stabile è anche un’Africa più sicura che può attirare nuovi investimenti e ripartire.
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