Austria, una nuova destra avanza in Europa. Come risponderà l’Unione Europea?

Di Valeria Fraquelli

Vienna, E’ nato il nuovo Governo austriaco, considerato il più a destra d’Europa, guidato dal giovanissimo Sebastian Kurz e dal leader della destra estrema Heinz Christian Strache che ha preso il posto del defunto Jorg Haider.

Mai in Austria era sorto un Governo con idee così a destra, tanto che più volte Strache è stato accusato di razzismo ed islamofobia, ma questo è il segno che qualcosa sta cambiando in tutta Europa.

L’immigrazione incontrollata è stata, nel caso dell’Austria, la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed ha portato i cittadini a scegliere l’inedito duo formato da Kurz e Strache e ad abbandonare i partiti tradizionali che hanno governato il Paese ininterrottamente sin dal secondo dopoguerra.

Sebastian Kurz ed Heinz Christian Strache giurano a Vienna.

 

La paura di perdere la propria identità culturale e sopratutto la voglia di riprendersi la propria sovranità dopo i tanti trasferimenti di potere a favore dell’Unione Europea hanno spinto i cittadini austriaci a votare per Kurz e ad approvare la scelta del giovanissimo Cancelliere di allearsi con Strache.

Al neo capo del Governo va il merito di avere svecchiato il partito e di averlo trasformato in una formazione politica al passo con i tempi che sa parlare con la gente comune, che può rivolgersi sia ai giovani sia agli elettori più avanti con l’età. Ha preso un partito di nicchia molto chiuso al suo interno e l’ha trasformato in un movimento capace di vincere e di mettere d’accordo la maggioranza degli elettori di fronte all’idea di un’ Austria più forte e sovrana, padrona di decidere del proprio destino.

Anche Strache dal canto suo ha migliorato il partito di estrema destra e l’ha reso molto più appetibile al grande pubblico che fino a poco tempo fa lo considerava come un gruppo di nostalgici del nazismo senza nessuna idea innovativa.

Un altro momento del giuramento del nuovo Governo austriaco.

Che questo sia il segnale che è giunta l’ora di innovare l’Unione Europea e concedere più potere di scelta agli Stati membri? Kurz e Strache si dichiarano europeisti ma hanno posto dei paletti invalicabili su alcune competenze che devono essere lasciate nelle mani dei singoli Stati ed il controllo delle frontiere è al primo posto della lista.

Se Bruxelles non si è dimostrata capace di regolare gli arrivi ed anche il sistema delle quote obbligatorie è miseramente fallito, ecco che ogni Stato deve decidere in piena autonomia chi può entrare sul suo territorio.

Di sicuro dall’Austria arriva un messaggio molto forte ai vertici dell’Unione Europea ed anche ai Governi dei singoli Stati membri: è ora di recuperare almeno in parte quella sovranità persa a favore delle autorità comunitarie ed è ora di ripensare a fondo lo stesso concetto di Europa unita per adeguarlo ai tempi che stiamo vivendo e fare fronte alla nuove minacce del ventunesimo secolo, prima tra tutte il terrorismo internazionale.

La Cancelliera tedesca Angela Merkel, che fino ad oggi aveva sempre potuto contare sull’appoggio dell’Austria in sede europea, ha perso il suo alleato più fidato. La politica delle porte aperte non ha mai funzionato ed ha aperto ai politici ed ai movimenti anti immigrazione prima nei Paesi dell’Est Europa, sopratutto nel gruppo di Visegrad, e poi in Austria.

In ogni caso a Bruxelles in molti stanno cominciando a pensare che l’Austria sia solamente il primo dei grandi Paesi occidentali che vira a destra lanciando un occhio anche agli estremi e il progetto comunitario scricchiola sempre di più.

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