ROMA (nostro servizio particolare) Era il 23 ottobre 1922 quando il Regio decreto n. 1354 dichiarò il 4 Novembre Festa nazionale.
Si usciva dagli anni sanguinosi della I Guerra Mondiale con i suoi 650 mila Caduti e c’era un enorme bisogno di riconoscere il sacrificio di questi militari e allo stesso tempo ricordare le grandi sofferenze patite dalla popolazione.
Ma poi, con la riforma del calendario delle festività nazionali introdotta con legge n. 54 del 5 marzo 1977, la ricorrenza è stata resa “festa mobile”, con le celebrazioni che hanno luogo alla prima domenica di novembre.
Diciamo che scelte politiche hanno messo da parte quelle dei ricordi della Storia.
Una Storia, quella finale della Grande Guerra, che vede Villa Giusti, a Padova, al centro di una nuova mappa nazionale e internazionale del nostro Paese.
Il 3 novembre 1918. alle 18.39, i primi firmatari Generale Victor Weber Edler von Webenau e Tenente Generale Pietro Badoglio sottoscrissero l’armistizio. Un trattato fatto di clausole militari e navali.
E che fissava la fine delle ostilità alle ore 15 del 4 novembre. Un tempo ritenuto congruo per comunicare ai sottoposti la notizia e le disposizioni: uno squillo di tromba segnò la cessazione ufficiale del conflitto.
“Da tale momento – si legge nell’armistizio – le truppe italiane ed associate si arresteranno dall’avanzare oltre la linea a tale ora raggiunta. Le truppe austro-ungariche e le truppe dei Paesi alleati dell’Austria-Ungheria dovranno ritirarsi ad una distanza di almeno 3 chilometri in linea d’aria dalla linea raggiunta dalle truppe italiane o dalle truppe delle Potenze alleate e associate”.
Si arrivò a questo accordo dopo la battaglia di Vittorio Veneto (ottobre-novembre 1918) che vide l’Austria-Ungheria uscire sconfitta, trasformandosi in una rotta non più arginabile.
Il 1° novembre, alle ore 9.30, una Commissione mista (italiana ed austriaca), proprio a Villa Giusti, iniziò i lavori per la stesura del testo dell’armistizio.
Il 2 novembre da Parigi partì, con un corriere, il testo della bozza e l’imperatore Carlo Alberto, nella mattinata stessa, ne conobbe le condizioni che disponevano lo sgombero oltre i vecchi confini fino alle linee disegnate dagli stessi austriaci sulle carte geografiche.
Il 4 novembre, alle ore 12.00, il Generale Armando Vittorio Diaz rilasciava il bollettino di guerra n. 1268.
Il 12 Novembre, dalla Nave Etna, ancorata a Brindisi, principale centro operativo della lotta in Adriatico, l’Ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel. emanava il suo Bollettino della vittoria navale.
Questa è appunto, un po’ di Storia. Scritta, raccontata, filmata in tanti modi.
Ma quello che però resta ancora da fare, ad un secolo dal Regio decreto, è un riconoscimento che vada oltre i libri o i documentari.
Nei giorni scorsi, a Roma, all’Altare della Patria e nelle sue immediate vicinanze si è tenuto il 1° Raduno Nazionale dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (U.N.U.C.I.) insieme al Comitato Nazionale per il ripristino della Festa del 4 Novembre di Pasquale Trabucco e alle tantissime Associazioni Associazioni d’Arma e combattentistiche, provenienti da tutta Italia, per non dimenticare i nostri Caduti di tutte le guerre e nelle missioni di pace ma anche per riconoscere la data, come fondamentale per la memoria del Paese.
Non dimenticando l’arrivo del treno che riportò le spoglie del Milite Ignoto, proprio di questi giorni 101 anni fa.
E’ stato anche celebrato il centenario della consegna della Bandiera alla neonata “Associazione Ufficiali in Congedo” da parte della Regina Margherita, in Campidoglio, alla presenza del Maresciallo Diaz, il 4 novembre 1922: un anno dopo che fu deposta la salma del Milite Ignoto al Vittoriano.
“In questo periodo di conflitti che il mondo vive – si legge in una nota congiunta – l’U.N.U.C.I e il Comitato Nazionale 4 Novembre, impegnato nel ripristino della festività dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, sono impegnati nel ricordo e nella memoria di quei giovani che hanno perso la vita al fronte non avendo la possibilità di vivere la loro giovinezza e progettare un futuro, generazioni spazzate via, una memoria, questa, che non deve essere persa affinché ciò non accada mai più”.
Lo scopo primario delle Associazioni d’Arma e combattentistiche è di accompagnare i giovani ad una maggiore consapevolezza degli orrori della guerra e, contestualmente, a quei valori di libertà, della democrazia e della pace, scaturiti dalla I e dal II conflitto Mondiale, dalla lotta per la Resistenza e per la Liberazione e oggi incarnati nella nostra Costituzione.
Il Comitato “Noistiamoconpasqualetrabucco per il ripristino del IV novembre Festa Nazionale” propone, da tempo, di ottenere il ripristino della Festa Nazionale del 4 Novembre per i grandi valori che essa rappresenta nella Storia della nostra Patria ma anche come forza unificante dei cittadini con le Forze Armate, dei giovani con gli anziani, dell’Italia intera sotto il Tricolore.
“La Festa del 4 Novembre – evidenzia Trabucco – non è solo la Festa della Forze Armate ma è la Festa del popolo italiano”.
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