Le due Coree, la guerra al 38° parallelo degli anni ’50. Il ruolo dell’Italia

Seul. Millenovecentoquarantanove. Per la Corea questo fu un anno vissuto in continue tensioni tra il Nord filo comunista ed il Sud filo occidentale. Fino a che arrivò l’alba del 25 giugno 1950. Quel giorno le truppe di Pyongyang invasero il Sud del Paese. Fu un’azione militare figlia della Guerra Fredda, dove le due grandi potenze, Stati Uniti d’America ed Unione sovietica iniziarono, dopo la fine della II Guerra Mondiale, quando erano stati alleati, a scontrarsi sullo scacchiere mondiale.

La guerra di Corea scoppiò il 25 giugno 1950

Gli Usa imposero quella che è passata alla storia come Dottrina Truman, una strategia di politica estera ideata dal presidente Harry S. Truman il 12 marzo 1947 (1). Per il Paese asiatico, prima dell’invasione, c’erano stati due avvenimenti che a Pyongyang avevano ritenuto importanti.

I COMPORTAMENTI DEGLI STATI UNITI

Il primo: il segretario di Stato, Dean Acheson, pronunciò il 12 gennaio 1950 al Circolo della Stampa di Washington un celebre discorso nel quale sostenne che, per l’amministrazione Truman, la Corea non rientrava tra gli interessi americani. Nei piani di Washington c’era un perimetro difensivo nel Pacifico che partiva dalle isole Aleutine (gli americani le ripresero, dopo una lunga battaglia, ai giapponesi che le avevano occupate il 3 giugno 1942) e giungeva fino alle Filippine, passando per il Giappone fino all’arcipelago di Ryukyu che separa l’Oceano Pacifico dal Mar Cinese Orientale (le isole furono occupate nel 1945 dagli Usa e restituite al Giappone nel 1972).

La Corea del Sud era fuori dal perimetro. Il 19 gennaio 1950 la Camera dei Rappresentanti disse no al programma di aiuti pro Seul presentato dal Governo. Il mese successivo venne cambiata marcia e gli aiuti partirono. Intanto, tra i generali nord coreani si fece strada l’idea che l’attacco potesse essere fatto.

Dal punto di vista diplomatico gli Usa si mossero in continue azioni anti URSS. Il 14 aprile 1950 componenti del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento di Stato stilarono un rapporto (il numero 68 del Consiglio di Sicurezza nazionale). Era la risposta americana a Stalin.

LO SCOPPIO DELLA GUERRA

Il 25 giugno 1950, alle ore 4.50 del mattino, in un attacco lampo, i soldati della Corea del Nord attaccarono quelli del Sud. Al loro fianco marciarono i consiglieri militari sovietici.

L’attacco avvenne prima con l’utilizzo dell’artiglieria pesante, poi entrò in azione la fanteria ed i carri armati di fabbricazione sovietica (i T34 con un cannone da 85 mm). In breve le difese sud coreane vennero annientate. Fu poi il momento delle unità motorizzate nord coreane che si misero alla caccia dei nemici per tagliare le loro linee di rifornimento e fermarli.

Sul terreno la 1^ Divisione della Repubblica di Corea, comandata dal ventinovenne colonnello Paik Sun Yup e la più esperta 6^ Divisione nord coreana. Erano tutti veterani della Guerra Civile cinese.

La 6^ Divisione, in solo quattro ore, ebbe ragione degli uomini di Paik che scapparono davanti ai carri armati sovietici e conquistò Kaesong, l’antica capitale della Corea. Il 28 giugno l’esercito della Repubblica di Corea era in rotta e Seul venne conquistata.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna andarono subito in soccorso dei sud coreani. Da Taiwan arrivarono navi della VII flotta con la portaerei USS Valley Forge, un incrociatore pesante ed 8 cacciatorpediniere che componevano  la Task Force 7.

Anche da Londra arrivò il via libera all’operazione. La Royal Navy impiegò una portaerei leggera HMS Triumph, comandata dal vice ammiraglio C. Turner Joy che guidava le forze navali britanniche in Estremo Oriente. Venne  formato un blocco intorno alla Corea del Nord, mentre gli aerei colpirono i bersagli avversari, tanto da sconfiggere i Mig 15 di Pyongyang.

Il 7 luglio 1950 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite creò un comando ad hoc guidato dal generale americano Douglas MacArthur, veterano della II Guerra Mondiale. Gli americani volevano così aiutare l’alleato Yi Sungman (Synghman Rhee). Circa 98 mila uomini combatterono sotto le bandiere della Corea del Nord contro i 180 mila del Comando delle Nazioni Unite (2).

LA CINA DI MAO ENTRA NEL CONFLITTO

La svolta alla Guerra di Corea si ebbe con l’entrata nel conflitto della Cina di Mao. Il 13 luglio 1950 quattro armate vennero spedite al confine con la Corea per formare un Esercito di difesa impegnato a proteggere il confine Nord-Est.

Mao voleva con il suo Esercito opporsi “all’arroganza degli imperialisti americani”. Ma l’Esercito Popolare di Liberazione cinese non era proprio il massimo dell’efficienza militare. Iniziarono così le trattative con Mosca per la fornitura di armi – artiglieria, mezzi corazzati, aerei e attrezzature varie – e di aiuti.

Mosca battè cassa, facendo pagare a Pechino tutto. Il 3 ottobre 1950 Mao affidò a Peng Dehuai il comando dei Volontari Popolari Cinesi. L’8 ottobre il generale entrò in Corea.

Truppe cinesi

L’Ottava Armata si avvicinava intanto al 38° parallelo. MacArthur decise di far compiere uno sbarco ai suoi Marines (15 settembre 1950) ad Incheon, il porto di Seul. Uno sbarco che passò alla storia per le difficoltà che la fanteria di marina americana dovette affrontare, con una marea molto variabile, argini alti, un canale stretto, fango e fortificazioni. I Marines si servirono di scale per superare gli argini ed attaccare il nemico. L’attacco avviene alle 6.33 del mattino. Il generale MacArthur assistette allo sbarco delle forze anfibie sull’ammiraglia USS Mount McKinley.

LA DIPLOMAZIA AL LAVORO

Da Washington la diplomazia era al lavoro, insistendo per unificare le due Coree. Alle fine di settembre arrivò l’ordine di inseguire l’Esercito Popolare nord coreano a settentrione del 38° parallelo, fino a quando i cinesi o i sovietici non avessero risposto. Il 1° ottobre le truppe della Corea del Sud lo attraversarono. Truman era preoccupato delle reazioni di Pechino e di Mosca ma MacArthur lo tranquillizzò. Una risoluzione delle Nazioni Unite, decisa nel corso dell’Assemblea generale del 7 ottobre 1950, autorizzò l’avanzata delle truppe ONU oltre il 38° parallelo, allo scopo di riunificare le due Coree sotto un’unica bandiera.

L’Esercito cinese, con circa 300 mila uomini, rispetto a quello nord coreano era meno equipaggiato. Non aveva mezzi motorizzati né tantomeno pezzi di artiglieria. La logistica era gestita per lo più da civili. I trasporti avvenivano a piedi. Di contro, i cinesi supplivano a queste mancanze con una grande forza di volontà.

LA FORZA D’URTO DEI CINESI E LA SCONFITTA DELLE TRUPPE ONU

Il 25 novembre i Volontari cinesi riuscirono a sorprendere il Comando delle Nazioni Unite. Il 26, il II Corpo d’Armata della Repubblica di Corea venne clamorosamente sconfitto. I cinesi circondarono la 2^ Divisione di fanteria statunitense. Il I Corpo d’Armata americano si ritirò in tutta fretta sulla costa. Mentre l’Ottava Armata rischia di essere accerchiata. Gli aerei del Comando delle Nazioni Unite sparsero napalm (3) sulle colline per impedire l’accerchiamento. Il 30 novembre arrivano in soccorso le truppe del Commowealth.

Le forze dell’ONU subirono altre sconfitte. Il Comando ebbe paura di andare incontro ad una clamorosa sconfitta. Si parlò anche di utilizzare la bomba atomica contro la Cina. Una scelta che venne bocciata. Si temeva, infatti, di inasprire il conflitto facendo entrare direttamente in campo anche l’Unione sovietica.

Con la paura ancora più grande dello scoppio della Terza Guerra Mondiale. Intervennero allora le Nazioni Unite chiedendo un immediato cessate il fuoco. Ma la Cina rispose no.

Si pensò così di iniziare una guerra di logoramento che non contemplava la sconfitta dell’avversario. Una scelta che provocò numerose polemiche negli Usa da parte degli esponenti del Partito Repubblicano. Lo Stato Maggiore Congiunto ed il Dipartimento di Stato pensarono ad una guerra limitata. Si domandarono: se dovesse scoppiare una guerra con il mondo comunista cosa può succedere all’Occidente?  Si arrivò ad un comunicato congiunto firmato da Truman e dal primo ministro britannico Clement Attlee (8 dicembre 1950) per un negoziato con il fronte comunista. La comunicazione arrivò anche sulla scrivania di MacArthur (29 dicembre). Al comandante in capo si disse che non era più importante ritrovare una vittoria decisiva in Corea o contro la Repubblica popolare cinese.

VERSO UNA TREGUA CON I COMUNISTI

E mentre proseguirono i combattimenti, il 10 luglio 1951, si avviarono i primi negoziati per una tregua con i comunisti. Per il Comando delle Nazioni Unite parteciparono il vice ammiraglio C. Turner Joy (capo delegazione), il generale maggiore Henry Hodes, il generale maggiore Laurence Craigie, il generale maggiore Paik Sun Yup (sudcoreano) ed il contrammiraglio Arleigh Burke.

La delegazione del fronte comunista, guidata da Naim Il, era composta dal generale maggiore Hsieh Fang e dal tenente generale Deng Hua (cinesi), il generale Nam Il, il generale maggiore Lee Sang Cho, il generale Chan Pyong San (nord coreani).

Cinque i punti all’ordine del giorno della riunione del 26 luglio 1951: adozione di un ordine del giorno, definizione di una linea di cessate il fuoco, accordi di sorveglianza per il cessate il fuoco, scambio dei prigionieri di guerra, raccomandazioni per un appianamento politico del conflitto. I comunisti volevano, inoltre, che fossero ritirate, da entrambe le parti, le truppe straniere presenti sul terreno. La delegazione delle Nazioni Unite rispose: no.

INTERVIENE L’ITALIA

Nel novembre 1951, la Croce Rossa italiana, su specifica richiesta delle Nazioni Unite e su decisione del Governo, pur non essendo l’Italia ancora membro effettivo dell’organizzazione internazionale – vi entrò il 14 dicembre dello stesso anno – allestì ed inviò un ospedale da campo (n. 068) del Corpo Militare della Croce Rossa.

Il contingente dell’ospedale CRI n. 068 ricevette la bandiera delle Nazioni Unite e venne inviato con una nave da trasporto statunitense. Giunto a destinazione fu aggregato all’8^ Armata statunitense, sistemandosi a Yong Dung Po, nei pressi di Seul. La struttura ospedaliera contava su circa un’ottantina di persone tra medici, infermieri, infermiere volontarie (crocerossine) ed un cappellano.

Nell’ospedale erano presenti reparti di pronto soccorso, radiologia, chirurgia, odontoiatria, oculistica ed un gabinetto di analisi completo.

Una delle tante foto emblematiche della guerra di Corea

Ma, l’anno successivo un incendio distrusse quasi totalmente la struttura ospedaliera e le attrezzature sanitarie all’interno. Il complesso, a marzo 1953, ritornò nuovamente del tutto funzionante, pronto per riprendere la sua opera soprattutto nei confronti della martoriata popolazione civile.

L’ospedale continuò ad essere operativo fino al dicembre 1954, nonostante che, nel luglio 1953, fosse stato firmato, a Panmunjon, l’armistizio tra le Forze ONU e la Corea del Nord. Alla fine della missione la struttura ospedaliera venne donata alla Repubblica coreana.

VERSO LA FINE DEL CONFLITTO

Nel frattempo, anche dal fronte comunista iniziò la guerra di logoramento. Cinesi e nordcoreani si sentirono  più forti come numero di uomini impegnati nel conflitto. I comunisti cambiarono anche la strategia: dall’attacco ad onda umana si passò all’annientamento su scala ridotta. Ovvero si attaccarono singoli battaglioni nemici.

Intanto, i negoziati per la pace si arenarono sulla linea del 38° parallelo. I comunisti desideravano che esso fissasse la linea del cessate il fuoco. Usa ed ONU risposero che la linea del cessate il fuoco fosse quella dell’attuale prima linea, la linea di contatto.

Lo scontro tra i negoziatori fu molto acceso. Le trattative si interruppero il 23 agosto e ci vollero altri due mesi prima di riprenderle. La delegazione comunista accusò il Comando delle Nazioni Unite di avere violato la zona neutrale intorno a Kaesong. Intanto i combattimenti si fecero sempre più aspri.

A distanza di circa tre anni, il 25 maggio 1953, dallo scoppio della guerra la delegazione ONU presentò la sua ultima offerta alla delegazione comunista per arrivare ad un accordo di pace. Le Nazioni Unite accettarono la proposta dei cinesi e dei nord coreani per instaurare una Commissione neutrale per il rimpatrio. Se i comunisti non avessero accettato, il generale Mark Clark che il 12 maggio aveva sostituito il generale Matthew Bunker Ridgway alla guida del Comando delle Nazioni Unite, era pronto a continuare i combattimenti (4).

Un secondo accordo per il cessate il fuoco venne firmato il 27 luglio 1953. La guerra si avviò così alla conclusione anche per le minacce, non proprio velate del presidente Usa, il generale Dwight David “Ike” Eisenhower che aveva preso il posto di Truman, nelle elezioni del 1952, alla guida della Presidenza della Repubblica, di utilizzare le armi nucleari.

I comunisti decisero, in verità, di firmare gli accordi di pace per una carenza di risorse di uomini, la distruzione di industrie e le alte spese militari. Senza dimenticare un elemento politico importante: la morte di Stalin (1953).

NASCONO LE DUE COREE

Nel 1954 a Ginevra una conferenza politica discusse gli accordi sull’armistizio (5). Le posizioni erano sempre molto lontane. Ma da qui nascevano le due Coree: una al Nord ed una al Sud.

La guerra durò tre anni. Si stimarono 2 milioni di civili e 500 mila soldati morti per ognuna delle due Coree. Restarono uccisi anche da 1 a 3 milioni di militari cinesi. 54.246 americani e 3.194 di altre nazionalità, compresi 686 britannici.

Oggi la Corea del Sud è collocata lungo una zona demilitarizzata (DMZ) larga circa 4 chilometri e lunga circa 250 chilometri. Parte dal Mar Giallo e termina al Mar dell’Est. “La zona non è affatto demilitarizzata, anzi: oltre un milione di soldati, 20 mila mezzi corazzati e artiglierie, più di un milione di mine e centinaia di capisaldi fortificati sono concentrati in una stretta fascia attorno alla linea di demarcazione. Inoltre, entrambi gli schieramenti non hanno profondità strategica ed i centri nevralgici delle due parti (coincidenti con le capitali) che distano appena 40 chilometri (Seul) e 125 chilometri (Pyongyang)” (6).

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1 Truman in un discorso tenuto al Congresso prese spunto da quanto stava accadendo in Grecia e Turchia. Entrambi gli Stati avevano lasciato, infatti, intravedere la possibilità di una resa di fronte all’espansione di Mosca. Truman, senza mai citare direttamente l’URSS, sostenne che gli Usa erano pronti ad aiutare ogni popolo libero a resistere a qualsiasi tentativo di asservimento, operati da minoranze interne o da potenze straniere. 

2 Assente l’Unione sovietica perchè in contrasto con gli Stati Uniti che non volevano che la Cina popolare avesse un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza, nel giugno 1950 l’amministrazione Truman riusce così a far intervenire in Corea le sue truppe e quelle dei suoi alleati sotto l’egida delle Nazioni Unite. Nella risoluzione 82 del 25 giugno 1950 venne stabilito che il Consiglio di Sicurezza, avendo constatato che l’attacco contro la Repubblica della Corea, da parte di Forze Armate provenienti dalla Corea del Nord costituiva una violazione della pace e raccomandava ai membri delle Nazioni Unite “di fornire alla Repubblica della Corea tutta l’assistenza necessaria per respingere l’attacco armato e ristabilire la pace e la sicurezza internazionale nella regione”.  La successiva risoluzione 84 del 7 luglio 1950 delegò esplicitamente alle forze messe insieme da vari Stati e costituite soprattutto da soldati Usa, il compito di intraprendere un’azione militare contro la Corea del Nord mettendo queste truppe ed “ogni altra assistenza a disposizione di un comando unificato sotto l’autorità degli Stati Uniti d’America”. A Washington spettava l’incarico di designare il comandante in capo delle forze

3 Il termine napalm deriva dall’acronimo di naftenico e palmitico, due acidi utilizzati per costruire bombe e mine incendiarie, oltre che come combustibile per i lanciafiamme. Fu già usato nelle battaglie della II Guerra Mondiale, anche se per lo più è conosciuto per quelle della Guerra del Vietnam.

4 Mark Clark ha comandato le truppe americane in Italia nel secondo conflitto mondiale. Ridgway aveva sostituito MacArthur l’11 aprile 1951 dopo che il presidente Truman lo aveva richiamato a Washington. Truman a sua volta fu sostituito alla guida degli Stati Uniti da Dwight David “Ike” Eisenhower, repubblicano che concluderà poi la pace tra le due Coree.

5 Dalla firma dell’armistizio (1954) e per 25 anni le forze della Corea del Sud restarono dipendenti del Comando ONU a guida americana.

6 Fabio Mini: Quaderni speciali di Limes “Corea, la guerra sospesa” – Anno 3 – numero 1 (febbraio 2011) pag. 15

 

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