Le “Stazioni Numero”: un segreto militare vecchio di decenni?

di Enrico Maria Ferrari

Roma. Chiunque abbia seguito le vicende dei protagonisti della famosa serie televisiva “Lost” sa che buona parte della complicata quanto misteriosa storia ruota attorno ad una trasmissione particolare: i naufraghi ascoltano una trasmissione radio automatica con messaggi apparentemente incoerenti che provengono da una trasmittente nascosta nell’isola dove si svolge la storia.

Il richiamo, esplicito, è a trasmissioni radio misteriose che effettivamente vengono udite da decenni un po’ in tutto il mondo e sono tutte composte più o meno nella stessa maniera: una voce, spesso sintetizzata, ripete all’infinito sequenze di lettere e numeri che non hanno un apparente significato. Così come appaiono misteriosamente, così queste trasmissioni scompaiono senza lasciare traccia: gli appassionati del mondo radio le chiamano “Stazioni Numero”.

Tecnicamente, esse sono stazioni radio che trasmettono in fonia (cioè udibili ed intelligibili senza particolari ausili), ma ne sono state registrate anche alcune che trasmettono in codice morse ed altre che trasmettono apparente rumore e per questo chiamate “noise stations”. Come detto spesso si tratta di voci sintetizzate e le lingue usate sono le più svariate: inglese, spagnolo, tedesco e francese, ma anche lingue slave, in genere si tratta di voci femminili, più facilmente distinguibili via radio.

I segreti delle stazioni numero

Spesso queste stazioni “annunciano” la trasmissione della sequenza numerica o di sillabe sempre nello stesso modo, con ad esempio una musica ripetuta prima e dopo la trasmissione e la trasmissione inizia molto spesso allo scoccare dell’ora o della mezz’ora. La ricezione di queste trasmissioni può avvenire o con apparecchi da radioamatore ma anche con comuni radio AM e onde corte non particolarmente evolute.

La principale caratteristica di queste stazioni radio è che operano sicuramente da decenni e, secondo alcune fonti, le prime hanno cominciato a trasmettere già durante la Prima Guerra Mondiale, datando così le trasmissioni misteriose con gli albori della radio.

La presenza nell’aria di queste stazioni è estremamente variabile, si passa da periodi particolarmente affollati di trasmissioni ad altri nei quali sembra che siano scomparse: si è tentato di correlare le trasmissioni misteriose con particolari situazioni geopolitiche, ma in realtà non sembra esserci una vera logica.

Più interessante è capire chi effettua le trasmissioni e da dove arrivi il segnale radio: nessun governo ha mai ammesso esplicitamente di utilizzare una stazione di questo tipo, ma utilizzando diverse tecnologie è comunque possibile stabilire con buona approssimazione la fonte di trasmissione. Si è così stabilito, ad esempio, che una Stazione Numero chiamata “Atencion” originava le sue trasmissioni da Cuba, mentre negli anni ’80 degli hobbisti sostennero di aver identificato l’origine di una Stazione Numero in Florida all’interno di un complesso militare.

Un’antenna di trasmissione

Le trasmissioni spesso sono di buona qualità, il che fa pensare che vengano utilizzati apparati sofisticati, di quelle in genere a disposizione di governi ed enti militari: negli anni quindi la “paternità” di queste trasmissioni è stata attribuita ai servizi segreti di grandi potenze o di stati dell’area sovietica ed in particolare della Germania Orientale: sembra che effettivamente dalla caduta del Muro di Berlino e il conseguente dissolvimento della Germania dell’Est  siano cessate le trasmissioni di Stazioni Numero in tedesco.

La Corea del Nord è ovviamente una delle nazioni che più probabilmente utilizza Stazioni Numero: dopo uno stop alle trasmissioni dal 2000 al 2016, Radio Pyongyang ha ricominciato a trasmettere messaggi in codice, mascherati da “problemi di fisica e matematica per i nostri studenti all’estero”.

Alcune volte le trasmissioni non sono volte esplicitamente a spie in territorio straniero, è stato ad esempio rilevato come alcune trasmissioni russe fossero dedicate solo al territorio interno, la loro trasmissione infatti avveniva solo di giorno, quando a causa delle condizioni della ionosfera i segnali non avrebbero potuto propagarsi in Europa o negli USA. Si è ipotizzato, quindi, che tali trasmissioni fossero ordini o disposizioni miitari ad uso interno.

Ma a cosa serve una Stazione Numero, chi la utilizza e perché? Naturalmente non essendo mai state riconosciute da nessun Governo nessuno ne ha mai dichiarato lo scopo, e siamo quindi nel campo delle ipotesi.

La teoria più accreditata parla di un mezzo facile ed economico per trasmettere messaggi in codice: non necessitando di tecnologie molto evolute per ricevere una trasmissione del genere (basta anche una radio portatile), una spia in territorio nemico non avrebbe particolari difficoltà ad ascoltarla e non sarebbe neanche facilmente sospettabile. Una teoria opposta sostiene invece che si tratti di falsi messaggi in codice trasmessi per depistare le intelligence del nemico.

La tecnologia usata per decifrare tali messaggi può essere molto semplice. Basta avere in mano una tabella di conversione delle serie numeriche trasmesse per ricostruire facilmente in maniera comprensibile le frasi o i numeri di un messaggio in arrivo. Proprio questa relativa semplicità nell’utilizzo dei codici fa pensare che si tratti di messaggi od istruzioni con una limitata utilità temporale, di qualche ora o giorno, non resisterebbero infatti ad una decodifica sistematica fatta al computer; in realtà c’è chi afferma che utilizzando un codice basato sull’accoppiamento di lettere a gruppi di numeri scelti a caso può essere molto “resistente” alle decodifiche e quindi particolarmente efficace.

Va inoltre rilevato come tale tecnologia sia verosimilmente usata sempre meno dalle grandi superpotenze, che possono utilizzare mezzi di trasmissione molto sofisticati,  mentre potrebbe essere un metodo appetibile dai servizi segreti di paesi emergenti per istituire rapidamente ed economicamente reti di spionaggio in territorio straniero.

Come già detto è abbastanza facile ricevere queste stazioni e addirittura non è neanche necessario avere una radio ad onde corte: oggi molte radio possono facilmente essere sentite anche su internet, dove appositi software riproducono su un comune browser una radio con le frequenze ascoltabili, una di queste è WEBsdr operata dall’olandese Twente.

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