ROMA (nostro servizio). Il GCAP (Global Combat Air Programme) è un progetto molto importante per una serie di fattori: industriali, della sicurezza e occupazionali.

Italia, Regno Unito e Giappone costituiscono il terzetto che lo guida e i cui ingegneri sono pronti a lavorare insieme nelle sedi che verranno individuate (per l’Italia quella di Torino Caselle, dove già c’è un aeroporto e un campo di volo e dove già si lavora per l’Eurofighter).
Questo Programma nasce dall’ esigenza di stabilire un vantaggio operativo in scenari globali sempre più complessi. E l’Italia punta a mantenere una rilevanza nei domini Air e Space a vantaggio della sovranità nazionale e del sistema Paese.
Non solo, la partecipazione al GCAP serve anche a rafforzare sempre più la partnership con il Regno Unito e il Giappone. E recentemente l’Arabia Saudita ha espresso la volontà di entrare anch’essa nel Programma. Sono iniziate le valutazioni perché per entrare servono capability industriali.
La collaborazione trilaterale contribuisce a garantire la superiorità tecnologica occidentale nei velivoli di sesta generazione, a fronte degli ingenti investimenti che attori come la Russia e la Cina stanno effettuando nel settore.
Lo scorso luglio al Farnborough International Air Show di Londra, quando fu presentato per la prima volta, il Programma era emerso chiaramente come dalla firma del trattato nel dicembre 2023, a Tokyo, esso avesse visto un forte impegno da parte di tutti visto che il GCAP rappresenta il futuro dell’aereo da combattimento in quella che viene chiamata prospettiva di Sistema dei Sistemi.

A novembre scorso è stata poi approvata, alla Camera dei Deputati la Convenzione per l’istituzione del Global Combat Air Programme. E così politica e mondo industriale hanno marciato velocemente per arrivare a questo risultato puntando al 2035 come “D-year” anno decisivo.
In tutto questo le aziende che già lavorano a stretto contatto con Leonardo quali ELT, Avio Aero e MBDA sono pronte a dare il loro contributo per far sì che l’aereo del futuro rappresenti un valore aggiunto tutto italiano. In un piano di rafforzamento delle unità lavorative che saranno impiegate quali ingegneri aeronautici, elettronici, informatici, avionici e di altri settori.
Ma come detto nei programmi di lavoro della Divisione Velivoli di Leonardo anche l’EFA avrà il suo giusto spazio, visto che ,programma andrà avanti fino al 2050 e che l’aereo ha bisogno di un restyling tecnico per renderli più performanti.
E qui Torino Caselle torna al centro del sistema produttivo. L’Eurofighter piace molto a turchi, sauditi e qatarini. C0sì come il sito di Cameri per la manutenzione degli F-35 avrà molte attività da svolgere.

Tutte queste attività per essere portate avanti avranno bisogno di molto personale tecnico. Già Leonardo ha assunto 6 mila persone tutte con un profilo STEM.
Questo è stato possibile grazie al rapporto che è stato stretto con le Università e i Centri di ricerca che sta facendo sì che i nuovi ingegneri, dopo la laurea, possano avere subito un’occupazione.
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