Libano: visita del Generale di Corpo d’ Armata Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del COVI ai militari della MIBILe di UNIFIL

BEIRUT. Il Generale di Corpo d’ Armata Francesco Paolo Figliuolo, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha incontrato in Libano i militari che fanno parte della Missione bilaterale MIBIL a Beirut e i Caschi blu italiani di UNIFIL, schierati a Shama e a Naqoura.

La resa degli onori alla base di Shama

Nell’estendere il saluto del ministro della Difesa, Guido Crosetto e del capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ai militari impegnati nel Paese dei cedri, il Comandante del COVI ha sottolineato come il modello operativo italiano consenta di essere efficaci e credibili nell’assolvimento dei compiti assegnati e, al tempo stesso, riscuotere il più ampio consenso e rispetto da parte delle comunità e delle popolazioni locali, mantenendo alto il tricolore e il prestigio della nostra Nazione.

“Fa parte delle nostre tradizioni – ha detto il Generale Figliuolo – è una qualità di cui andar fieri e che ci rende particolarmente adeguati quando si tratta di operare in ambienti complessi come il Libano”.

Il Generale Figliuolo con il Generale Vergori (UNIFIL)

All’aeroporto della capitale libanese la delegazione del COVI è stata accolta dall’Ambasciatrice d’Italia a Beirut, Nicoletta Bombardiere, dal Comandante della MIBIL, Colonnello Angelo Sacco e dall’addetto militare della Difesa, Colonnello Marco Zona.

Il Generale Figliuolo ha quindi incontrato il Comandante delle Lebanese Armed Forces LAF), Generale Joseph Khalil Aoun, che lo ha ricevuto presso la sede del Ministero della Difesa.

La visita è proseguita all’ospedale militare di Beirut dove, dallo scorso gennaio, operano team sanitari della Difesa per fornire ai medici libanesi supporto in materia di protezione sanitaria e consulenze mirate in specifiche branche della medicina generale e d’urgenza.

Si tratta di medici e infermieri della Sanità militare, provengono dal Policlinico Militare “Celio” di Roma e dalle infermerie presidiarie delle Legioni Carabinieri “Toscana” e “Veneto” e, fino a oggi, hanno eseguito più di 2.700 interventi di pronto soccorso a favore di militari delle LAF e dei loro familiari (180 gli interventi rivolti ai bambini).

L’incontro con in team sanitari della Difesa all’ospedale militare di Beirut

Nella base di Karantina, il Colonnello Sacco ha aggiornato il Comandante del COVI sulle attività condotte dal personale della MIBIL, missione che opera dal 2015 nel settore dell’addestramento e della consulenza a favore delle Forze Armate e delle Forze di Polizia libanesi.

Sono 284 i corsi svolti dall’avvio della missione (16 nei primi 5 mesi del 2023) e più di 6.500 i frequentatori che hanno concluso con successo le attività formative (450 quest’anno).

A Naqoura, accompagnato dal Comandante della Joint Task Force Lebanon – Sector West di UNIFIL, Generale di Brigata Roberto Vergori, il Generale Figliuolo ha salutato il contingente di ITALAIR, componente aeromobile di UNIFIL che, con elicotteri AB212, effettua un’ampia gamma di missioni di volo: pattugliamento della Blue Line, ricerca, ricognizione aerea, trasporto medico, trasporto personale e materiali.

Il saluto al personale di ITALAIR

Successivamente, ha incontrato il Major General Aroldo Lázaro Sáenz, Head of Mission and Force Commander, con il quale ha condiviso l’importanza di una missione a guida Nazioni Unite che opera da 45 anni in un’area di cruciale importanza per la stabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente.

L’incontro con il Generale Lazaro Saenz

A Tiro è invece avvenuto l’incontro con il sindaco, che è anche il presidente della Municipalità, l’ingegner Hassan Dbouk e con il Prefetto – il Qaimaqan della Qaza di Tiro, Mohammed Ali Jaffal.

Le Autorità locali hanno rinnovato il senso di riconoscenza dei libanesi verso l’Italia, che è stata in prima linea sin dai primi passi della Missione dell’ONU in Libano e hanno confermato che la popolazione ricambia con affetto e favore la professionalità e l’umanità dimostrate dai peacekeepers italiani negli oltre quattro decenni di lavoro nel Paese medio orientale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore