Libia, Alfano e Minniti proseguono nelle attività di sostegno al Paese. Si lavora ad un negoziato sotto la bandiera dell’ONU

New York. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano ha partecipato alla riunione ministeriale dell’Unione europea sulla Libia a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York. Presente il rappresentante speciale ONU, Ghassan Salamé.

Il ministro degli Esteri, Alfano all’ONU

La riunione segue l’incontro di Londra del 14 settembre scorso. Nel corso del suo intervento, Alfano ha tenuto a ribadire i punti fermi della posizione dell’Italia sulla Libia ed in particolare l’esigenza di una “reductio ad unum” delle varie e scoordinate iniziative intraprese dalla comunità internazionale e la necessità di un unico negoziato sotto la bandiera della Nazioni Unite e con la guida di Salamé.

Intanto, ieri, è proseguita l’attività del Comitato Misto italo-libico. Al Viminale è stato fatto il punto della situazione e sono state pianificate ulteriori iniziative da adottare. All’incontro, presieduto dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha partecipato una delegazione libica composta dai rappresentanti del Ministero dell’Interno, della Difesa e degli Affari Esteri, guidata dal vice ministro dell’Interno Ashour.

Le autorità libiche hanno preso atto degli sforzi dell’Unione europea ed, in particolare, dell’Italia per aiutare a contenere il flusso dei migranti dal confine Sud e migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità locali. Hanno, però, richiesto un ulteriore impegno con il coinvolgimento di Niger, Ciad e Mali, tenuto conto della presenza ancora imponente di migranti in un Paese che vive una stagione di difficoltà e di crisi.

E’ stato ritenuto positivo il dato che registra una flessione di oltre il 35% dei migranti che provengono dal Niger grazie alla collaborazione attivata attraverso la cabina di regia. Sono stati ritenuti significativi i progressi realizzati dalle autorità libiche per il lavoro svolto dalla Guardia Costiera nel salvataggio di vite umane a mare: ad oggi hanno superato il numero di 13.500.

In un quadro di rapporti ulteriormente rafforzati con il Governo di Tripoli di accordo nazionale (GNA), le Agenzie delle Organizzazioni delle Nazioni Unite presenti, nel pieno rispetto della sovranità nazionale del Paese, hanno assunto i seguenti impegni.

In particolare l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) che ha già realizzato oltre 7.300 ritorni volontari assistiti, con il reinsediamento nei Paesi di origine di migranti, implementerà l’attività per arrivare, entro la fine dell’anno, ad una cifra tra le 15 mila ed le 20 mila persone. La OIM si è impegnata, inoltre, ad aumentare gli sforzi per indurre gli Stati a riammettere i propri cittadini.

Mentre l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che ha già compiuto oltre 650 visite nei centri, con il rilascio di oltre 1.000 persone potenziari beneficiari della protezione internazionale, accelererà questo processo di selezione per assicurare il trasferimento di chi ne ha diritto in Paesi terzi europei ed extra europei, anche attraverso i ricongiungimenti familiari.
Entrambe le Organizzazioni hanno assicurato il proprio supporto alle autorità libiche per il miglioramento delle condizioni di accoglienza dei centri ed il loro progressivo allineamento agli standard internazionali.

Nel quadro di un percorso di stabilizzazione, particolare attenzione è stata riservata al Sud della Libia, sia attraverso iniziative di sicurezza delle frontiere meridionali, sia attraverso programmi di assistenza e sviluppo economico locale. L’Italia, nelle prossime settimane, invierà consistenti aiuti di emergenza per le comunità del territorio attraverso i canali istituzionali delle Autorità libiche.

Dalla riunione al Ministero degli Interni si è poi convenuto sulla necessità di completare l’attività formativa nei confronti della Guardia costiera libica con l’obiettivo, al termine dei corsi, di riconsegnare le imbarcazioni delle unità navali in custodia all’Italia.

Infine, tutte le parti hanno concordato di sostenere l’impegno della Libia nel controllo dei confini meridionali, anche attraverso un progetto italiano finanziato dall’Unione europea. Una missione ai confini meridionali della Libia con gli obiettivi principali di realizzare una base logistica per le attività operative della Guardia di confine e di prevedere un’adeguata presenza delle Organizzazioni delle Nazioni Unite sul territorio.

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